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World Psoriasis Day. La Salute mentale il tema dell’Edizione 2022.

A partire dall’anno 2004 ogni 29 Ottobre in tutto il mondo si celebra il World Psoriasis Day, ricorrenza istituita con il patrocinio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e promossa in tutto il mondo dalla International Federation of Psoriasis Associations (IFPA). Anche quest’anno un appuntamento importante per tracciare un bilancio relativamente ai progressi che la ricerca ha compiuto nel trattamento di questa patologia, e per rafforzare il messaggio circa l’importanza di una presa in carico sempre più multidisciplinare e personalizzata.

La Psoriasi è una malattia infiammatoria cronica della pelle di origine autoimmune, che provoca chiazze gonfie, rosse e squamose sulla pelle.
Questa si presenta tipicamente sulla parte esterna dei gomiti, delle ginocchia e del cuoio capelluto, anche se può presentarsi ovunque. In Italia colpisce più di 2.000.000 di persone. Nel mondo la psoriasi riguarda il 2-3% della popolazione mondiale, ed è una malattia particolarmente subdola. Non solo perché fonte di disagio di natura psicologica in molti pazienti che ne soffrono, a causa dell’impatto estetico delle sue manifestazioni, ma anche perché, in circa il 30% dei casi, i pazienti sviluppano artrite psoriasica, una manifestazione clinica o comorbidità particolarmente distruttiva che va trattata con urgenza, sin dai primissimi sintomi.

La consapevolezza di chi ne è colpito

«Sicuramente negli ultimi quindici anni molti passi avanti sono stati compiuti in termini di consapevolezza e sensibilizzazione, esordisce la professoressa Gabriella Fabbrocini, direttore dell’Unità Operativa clinica e della Scuola di Dermatologia dell’A.O.U. Federico II di Napoli. La psoriasi, continua, non viene più concepita oggi come un disturbo estetico ma come vera e propria patologia. Questo si traduce in una maggiore presa di coscienza dei pazienti sia sulla possibilità di iniziare un percorso, che potrà avere anche un esito molto positivo, ma anche sul fatto che questa patologia non è solo cutanea, ma che invece può coinvolgere altri organi e funzionalità: dal metabolismo fino all’ambito reumatologico e articolare. A mancare è ancora, però sottolinea la specialista, la consapevolezza sull’opportunità di trattare la malattia anche in presenza di sintomi blandi, ad esempio poche macchie cutanee. Non si attribuisce, insomma, il giusto peso alla manifestazione psoriasica. Pochi sanno, ad esempio, che un’onicopatia quindi una manifestazione psoriasica a livello delle unghie, può essere il primo segno di artrite psoriasica, che se intercettata in tempo può avere un’evoluzione limitata».

Obiettivo psoriasi nei LEA

«Dal punto istituzionale, spiega la Fabbrocini, riscontriamo una grave carenza: la psoriasi non è ancora inserita nei LEA e nel piano delle cronicità. Non le si attribuisce una invalidità, i pazienti non possono ottenere rimborsi per una serie di presidi dermatologici di cui necessitano, ma devono pagarli di tasca propria. Il mondo della ricerca accademica e l’industria farmaceutica hanno aperto tante possibilità terapeutiche, ma sulla loro accessibilità c’è ancora da lavorare. Speriamo che il nuovo governo, aggiunge, ponga la giusta attenzione nel riformare e velocizzare il SSN, a cominciare dai tariffari regionali. L’uniformità delle prestazioni deve essere un faro guida, perché la salute sul territorio non può viaggiare a velocità diverse».

L’Approccio multidisciplinare

«I pazienti oggi arrivano facilmente ai centri di riferimento, spiega ancora la professoressa, e possono quindi iniziare percorsi terapeutici con farmaci che spesso a livello territoriale non possono essere rilasciati. Un preciso inquadramento diagnostico terapeutico del paziente consente di trattarlo in modo appropriato: oggi parliamo di una dermatologia di precisione che cura il paziente in quanto tale, non solo la malattia. I nostri specialisti, prosegue, hanno la possibilità di effettuare ecografie a livello delle articolazioni già nelle strutture di Dermatologia grazie ad una stretta collaborazione con i reparti di Reumatologia, così come Gastroenterologia. Al Policlinico Federico II abbiamo un ambulatorio condiviso multidisciplinare in cui il paziente viene visitato anche da altre figure specialistiche proprio per intercettare i segni di quelle comorbidità che sappiamo essere molto frequenti nel paziente psoriasico. Questo è fondamentale- sottolinea – per evitare di trattare in modo inappropriato o sottovalutare sintomi che fanno tutti parte di una stessa patologia».

La componente psicologica

«Indubbiamente tutte le patologie dermatologiche coinvolgono anche la sfera psicologica, osserva Fabbrocini, in quanto visibili e talvolta impattanti a livello estetico. Pensiamo ai bambini, che possono essere emarginati nel timore che la loro patologia possa essere contagiosa, o agli adulti, magari a livello relazionale e sessuale, che possono sentirsi a disagio in determinati contesti di intimità. Sicuramente i pazienti psoriasici vengono valutati con un rischio di fenomeni depressivi aumentato rispettato alla media: la depressione è una manifestazione associata alla psoriasi indipendentemente dalla severità dei sintomi, che sicuramente inficia la qualità della vita. Questo è un aspetto di cui oggi si tiene conto nei percorsi terapeutici, valutando attentamente anche l’impatto delle terapie sulla qualità della vita: la terapia deve dare risultati veloci in tempi rapidi. Oggi, conclude la professoressa, la psoriasi è una patologia che si può efficacemente gestire, con le armi giuste».

Gli Eventi

In occasione del World Psoriasis Day, Apiafco, l’Associazione Psoriasici Italiani Amici della Fondazione Corazza, ha organizzato diversi eventi, online e in presenza. L’associazione ha deciso di regalare ai propri soci la novella di John Updike “Diario di un lebbroso” (anche in podcast), la storia dello scrittore statunitense tra i primi a sperimentare l’innovativa tecnica della fototerapia, grazie alla quale la sua condizione di malato migliorò notevolmente.

“Un messaggio di grande speranza per tutti noi che soffriamo di questa malattia infiammatoria della pelle”, ha spiegato Valeria Corazza, presidente di Apiafco. In programma anche la campagna di sensibilizzazione “La psoriasi? Una questione di punti in vista”, che è stata promossa sui canali social nella settimana dal 22 al 29 ottobre. Con l’obiettivo di abbattere il più forte pregiudizio associato alla patologia, ossia che si tratti di una malattia contagiosa e trasmissibile, la campagna è stata caratterizzata da un registro linguistico ironico. Nella medesima settimana, inoltre, sono stati attivati due servizi focalizzati sulle esigenze del paziente psoriasico: una settimana di teleconsulenza dermatologica gratuita aperta a tutti i pazienti che hanno fatto richiesta del servizio attraverso il numero verde 800 72 12 58, e un Open day di screening gratuito tenutosi sabato 29 ottobre in piazza del Nettuno a Bologna dalle ore 9 alle ore 13, dove i volontari di Apiafco e i medici dell’UOC Dermatologia dell’IRCCS AOU Policlinico S. Orsola di Bologna hanno accolto i malati di psoriasi. Sul sito dell’International Federation of Psoriasis Associations (Ifpa) poi, è stato presentato il tema del 2022: la salute mentale. In tutto il mondo, un quarto delle persone affette da malattia psoriasica mostra segni di depressione e ben il 48% presenta disturbi d’ansia. La salute mentale è sempre più riconosciuta come un aspetto significativo della convivenza con la malattia psoriasica. Per questo è importante intervenire anche su quest’ulteriore, e delicato, aspetto della malattia.

La Ricerca – Lo stato dell’arte

Attraverso uno studio condotto in Svezia, alcuni ricercatori dell’Università di Goteborg, hanno analizzato i dati di circa 1,2 milioni di 18enni in fase di arruolamento nelle forze armate svedesi, tra il 1968 ed il 2005. Ne è emerso come il rischio di sviluppare la psoriasi, uno stato di instabilità della crescita dell’epidermide, tra chi in giovane età dimostra una scarsa forma fisica, è risultato del 35% più alto rispetto agli altri. Non essere particolarmente in forma da giovani quindi, può significare correre un maggiore rischio di soffrire di psoriasi autoimmune, “uno stato di instabilità della crescita dell’epidermide in alcune sedi, non una malattia vera e propria, quanto una anomalia della crescita dell’epidermide, che può comparire e scomparire spontaneamente”, come spiega il portale del polo ospedaliero “Humanitas”. La psoriasi, spiegano ancora gli esperti di “Humanitas”, è “un disordine di crescita e di attività dei cheratinociti, ad andamento cronico recidivante.

Nelle aree cutanee interessate dalla psoriasi, per via dello sviluppo tumultuoso dei cheratinociti, si formano delle placche rilevate, di colore rosso acceso, rivestite da squame biancastre”. Questo particolare disturbo cutaneo, piuttosto comune, “può comparire a qualsiasi età ed interessare qualsiasi parte della cute, comprese le unghie”. Nel corso della ricerca, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica “Plos One”, gli esperti hanno analizzato i dati relativi ad un test a cui sono stati sottoposti i militari, attraverso l’uso di una cyclette. Poi hanno suddiviso i dati stessi, in base a alla forma fisica dei giovani, scegliendo tre livelli (forma fisica bassa, media e alta). Hanno quindi incrociato i dati con altri registri, come il registro nazionale svedese dei pazienti che soffrono di psoriasi e di artrite psoriasica, una malattia infiammatoria cronica a carico delle articolazioni di soggetti affetti da psoriasi o con familiari interessati da questa malattia. I militari che avevano già ricevuto una di queste diagnosi prima della coscrizione sono stati esclusi dallo studio. Più in là nel tempo, quando i militari avevano un’età compresa tra i 37 ed i 51 anni, gli esperti hanno riscontrato come poco più di 23.000 coscritti hanno sviluppato la psoriasi o l’artrite psoriasica.

In particolare, per coloro che erano stati inseriti nel gruppo a bassa forma fisica, il 2,5% ha sviluppato una o entrambe queste malattie, mentre solamente l’1,7% appartenente al gruppo ad alta forma fisica le ha sviluppate. In sostanza, meno gli uomini erano in forma quando sono stati reclutati per la leva, maggiore è risultata la percentuale di coloro che in seguito hanno sofferto di psoriasi o artrite psoriasica. “Abbiamo dimostrato che esiste un’associazione tra una forma fisica inferiore e un aumento del rischio di sviluppare la psoriasi e l’artrite psoriasica, ma non abbiamo potuto dimostrare una connessione causale. Quindi non possiamo sostenere che queste condizioni di salute possano essere prevenute facendo esercizio fisico”, ha spiegato la prima autrice dello studio, Marta Laskowski, dottoranda in dermatologia presso l’Università di Goteborg che ha anche ammesso un punto debole nella ricerca.

“Nel nostro studio non siamo stati in grado di monitorare le tendenze della forma fisica dei partecipanti allo studio negli anni intermedi, tra la loro coscrizione e l’inizio della malattia. Ci mancano anche i dati sul fumo, che è un noto fattore di rischio per la psoriasi”, ha detto. “La scarsa forma fisica era già nota come fattore di rischio per le malattie cardiovascolari e anche la psoriasi in quanto tale è collegata ad un aumento di tale rischio. I risultati del nostro studio però confermano l’importanza della valutazione della forma fisica nelle persone in giovane età, per identificare coloro che sono a più alto rischio di un non ottimale stato di salute in età più matura”, ha poi concluso la ricercatrice.

La Prevenzione – Le 5 buone abitudini

Per prevenire la psoriasi, è essenziale conoscere i fattori che possono scatenarla e grazie a 5 buone abitudini è possibile migliorare il trattamento della malattia:

  1. Adottare una dieta sana. Mantenere un’alimentazione sana è una delle abitudini essenziali per evitare focolai di psoriasi o il suo peggioramento. Chi è affetto dalla psoriasi infatti deve evitare completamente l’alcol, fonti di glutine e tutti i tipi di alimenti irritanti, aumentando invece l’assunzione di alimenti ricchi di omega-3, vitamina D e antiossidanti; verdura, frutta e olio di pesce sono altamente benefici.
  2. Evitare il fumo. Il tabacco è nocivo quanto l’alcol per i pazienti affetti da psoriasi. Infatti, il suo consumo è elencato come una delle cause di insorgenza della malattia. Se si ha la cattiva abitudine di fumare, è essenziale avere accesso ad alcune strategie per limitarne il consumo.
  3. Proteggere la pelle. L’applicazione di creme emollienti lenisce la secchezza e il prurito. La cura della pelle infatti, svolge un ruolo importante per prevenire la psoriasi. Poiché la malattia compromette direttamente la salute cutanea, devono essere rafforzate quelle abitudini che possono proteggerci da alcuni fattori ambientali.

Scottature, inquinamento e tagli possono aggravare i sintomi. Ecco perché è bene:

  •  Assicurarsi di usare la protezione solare ogni giorno. Utilizzare formule blande, con componenti che non causano allergie.
  • Idratare la pelle ogni giorno con una crema per pelli sensibili. Inoltre, bere molta acqua durante la giornata.
  • Attenzione ai tagli o ai graffi, che devono essere trattati in modo adeguato.
  • Se possibile, installare un umidificatore per mantenere l’aria della casa o dell’ufficio con il corretto grado di umidità. Questo riduce al minimo il rischio di secchezza.
  • Evitare l’uso di profumi o prodotti irritanti. Inoltre, è necessario evitare le docce surriscaldate.

4. Gestione dello stress. È normale avere episodi di stress quando i sintomi della psoriasi peggiorano o non mostrano miglioramenti. Tuttavia, una buona gestione di queste emozioni è fondamentale, in quanto lo stress ha un impatto negativo sulla malattia. Per ridurlo si raccomanda di:

  • Avere un orario di lavoro flessibile.
  • Dedicare tempo alle attività piacevoli.
  • Trascorrere del tempo con la famiglia o con gli amici.
  • Mantenere un corpo sano attraverso la dieta e l’esercizio fisico.
  •  Includere nelle attività quotidiane esercizi di meditazione e di respirazione.

5. Dormire bene. Un riposo inadeguato è legato allo stress e a una maggiore insorgenza di episodi di psoriasi.Dormire almeno 7 o 8 ore senza interruzioni può aiutare a prevenire l’insorgenza della psoriasi. Dormire bene rafforza le funzioni del sistema immunitario, rallenta lo stress e aiuta a mantenere un peso adeguato. Tutto questo ha un effetto positivo sul controllo della psoriasi. È pertanto necessario adottare strategie semplici, come indossare abiti adeguati, creare un adeguato ambiente in camera da letto ed evitare l’uso di elementi di distrazione (computer, smartphone, tablet o simili).
Accanto alle buone pratiche infine, è necessario effettuare regolari visite mediche per valutare le condizioni della malattia e conoscere altre opzioni terapeutiche.

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