[dropcap color=”#000000″ style=”style-1″ background=”#ffffff” ] A[/dropcap]l Maine Medical Center di Portland, nove infermiere, tutte addette al reparto maternità sono incinte contemporaneamente e per tutte, il termine della gravidanza scadrà tra aprile luglio. È lo stesso ospedale ad aver annunciato l’evento, ormai diventato virale, in un post su Facebook in cui si congratula con le infermiere pubblicando una foto delle future mamme, rispondendo anche alle preoccupazioni di alcune persone riguardo il fatto che ci sia abbastanza personale in estate e spiegando di avere un piano per garantire l’operatività della struttura.
Ma cosa spetta all’infermiera, quando scopre di essere in dolce attesa?
Secondo un’indagine del sindacato delle professioni infermieristiche Nursind, elaborata dal Cergas Bocconi, -quasi la metà delle infermiere (44%) attribuisce al lavoro l’assenza di figli o la decisione di non averne altri. E molte (45%) dicono di aver vissuto con difficoltà il rientro al lavoro in termini di conciliazione di orari, stress da adattamento, ma anche assenza di supporto da parte dei colleghi.-
Questo è uno degli aspetti del rapporto fra professione infermieristica e maternitá;
Da un lato la struttura che deve sostituire la dipendente, deve riorganizzare il lavoro e gestirne il rientro , mentre dall’altro i problemi piú frequenti per l’impiegato pubblico, riguardano gli orari della famiglia da organizzare, l’ostilità e le discriminazioni da parte dei colleghi, lo stress da adattamento alla nuova situazione lavorativa e spesso, il poco supporto da parte dell’azienda di riconoscere un part time. (Il Sole-24 Ore Sanità n. 45/2013.).
I diritti del dipendente pubblico:
La madre ha diritto a:
- 2 mesi precedenti la data presunta del parto (salvo flessibilità) e il giorno del parto
- i periodi di astensione anticipata disposti dall’azienda sanitaria locale (per gravidanza a rischio) oppure dalla direzione territoriale del lavoro (per mansioni incompatibili)
E dopo il parto:
- i 3 mesi successivi al parto (salvo flessibilità) e, in caso di parto avvenuto dopo la data presunta, i giorni compresi tra la data presunta e la data effettiva.
- In caso di parto anticipato rispetto alla data presunta (parto prematuro o precoce), ai tre mesi dopo il parto si aggiungono i giorni non goduti prima del parto, anche qualora la somma dei 3 mesi di post partum e dei giorni compresi tra la data effettiva del parto e la data presunta del parto, superi il limite complessivo di cinque mesi
- I periodi di astensione prorogata che vengono disposti dalla direzione territoriale del lavoro (per mansioni incompatibili con il puerperio).
In caso di parto gemellare la durata del congedo di maternità non varia.
Ai papà spettano 2 giorni di astensione del lavoro e 2 giorni di congedo facoltativo da utilizzare alternativamente alla madre in astensione obbligatoria.
Ai genitori adottivi spettano i mesi di astensione obbligatoria (2 + 3) dall’entrata del minore in famiglia o a partire dal periodo di permanenza all’estero.
Congedo parentale facoltativo
Il congedo parentale spetta ai genitori fino ai 12 anni di vita del bambino per un periodo complessivo tra i due genitori non superiore a 10 mesi. Questo periodo può essere fruito dai genitori anche contemporaneamente. Nello specifico prevede:
- per la madre lavoratrice dipendente, un periodo continuativo o frazionato non superiore a 6 mesi;
- al padre lavoratore dipendente, per un periodo continuativo o frazionato non superiore a 6 mesi
Ai genitori adottivi, lavoratori dipendenti, il congedo parentale spetta con le stesse modalità dei genitori naturali, entro i primi dodici anni dall’ingresso del minore nella famiglia, indipendentemente dall’età del bambino all’atto dell’adozione o affidamento, e non oltre il compimento della maggiore età dello stesso.
In caso di parto gemellare la durata del congedo facoltativo è doppia.