[dropcap color=”#000000″ style=”style-1″ background=”#ffffff” ] A[/dropcap]l Congresso della Società europea di oncologia medica (Esmo) in corso a Barcellona sono stati presentati diversi studi sulla biopsia liquida, tra i quali un nuovo esame ancora sperimentale- sviluppato dai ricercatori del Dana Faber Institute di Boston (Harvard)- che promette di individuare la presenza di ben 20 tipi di cancro con un alto grado di precisione.
I test condotti finora dai ricercatori di Harvard hanno mostrato un’elevata accuratezza e nel 99,6% dei casi sono riusciti a individuare correttamente i pazienti che avevano un tumore e l’organo da cui il cancro originava.
Come funziona il test
In un comunicato ufficiale, gli scienziati del Dana-Farber Cancer Institute spiegano che il nuovo esame è differente dalle cosiddette ‘biopsie liquide’ che cercano le mutazioni genetiche all’interno del Dna delle cellule tumorali. Il nuovo test, individua andamenti anomali nei processi di metilazione, che in molti casi risultano essere i più indicativi della presenza dei tumori.
L’ analisi, messa a punto dalla ‘Grail Inc’ (azienda di biotecnologie che usa metodi innovativi per osservare le sequenze genetiche) utilizza una tecnologia avanzata di sequenziamento si Dna per identificare la presenza di micro sostanze chimiche (metili), coinvolte tramite un processo noto come metilazione nell’attivazione o nella disattivazione di geni legati allo sviluppo dei tumori, che i ricercatori hanno affermato essere un processo più identificativo nella presenza di un tumore rispetto alle mutazioni genetiche.
Il nuovo metodo è stato testato su 3.600 campioni di sangue, alcuni provenienti da pazienti malati di cancro e altri da persone sane. I campioni analizzati comprendevano oltre 20 tipi di tumore, tra cui carcinoma mammario triplo-negatovi, colon-retto, esofago, cistifellea, testa e collo, polmone, leucemia linfoide, mieloma multiplo, ovaio e carcinoma del pancreas.
I risultati ottenuti hanno permesso non solo di individuare la presenza dei tumori, ma l’organo di origine della neoplasia, con una specificità complessiva risultata del 99,6%.
I ricercatori hanno espresso il loro entusiasmo per i risultati ottenuti, specificando che sono necessari ulteriori studi prima che il test venga utilizzato ufficialmente per la diagnosi dei tumori.