Si è conclusa il 17 Giugno scorso la tre giorni del World Health Summit, uno dei Forum strategici più importanti al mondo in tema di salute globale. Istituito nel 2009 in occasione del 300° anniversario dell’Ospedale Charité di Berlino, il Forum si svolge, tradizionalmente, sotto il patrocinio del Cancelliere tedesco, del Presidente della Repubblica francese, del Presidente della Commissione europea e del Direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Quest’anno, per la prima volta, il prestigioso evento si è svolto presso l’Aula Magna del Rettorato dell’Università La Sapienza di Roma. La manifestazione è stata promossa dalla M8 Alliance of Academic Health Centers, una rete in crescita composta attualmente da 30 membri presenti in 20 paesi: un network di importanti centri sanitari accademici, università e istituti di ricerca di tutto il mondo.
L’Evento
Il Regional Meeting del World Health Summit raccoglie annualmente i leader della politica, della scienza e della medicina, del settore pubblico e privato e della società civile, per stabilire l’agenda per un futuro con più salute per tutti. Quest’anno, hanno partecipato più di 100 scienziati ed esperti mondiali. Un continuo e proficuo confronto per raggiungere un solo obiettivo: migliorare la salute di tutto il pianeta e lo sviluppo di soluzioni scientifiche alle sfide sanitarie. Tanti i temi affrontati durante la tre giorni: sviluppo e politiche dei vaccini, sfide e strategie dei sistemi sanitari, nuove tecnologie e terapie personalizzate e nuove frontiere nella promozione dell’assistenza sanitaria.
«È un onore aver ospitato questo grande evento in Sapienza, ha detto la Rettrice dell’Ateneo romano, Antonella Polimeni. La salute deve essere concepita come una strategia di investimento e non un costo. La salute al centro con la ricerca, l’innovazione e la formazione». È necessario dunque rafforzare la medicina territoriale che all’evidenza, soprattutto alla luce della crisi pandemica che attanaglia il nostro Paese da oramai oltre due anni, ha dimostrato tutta la sua vulnerabilità e fragilità.
La Salute globale e le politiche vaccinali
L’ambizioso obiettivo del World Health Summit è quello di raggiungere il potenziamento della salute globale attraverso la collaborazione e il dialogo aperto. «Abbiamo cercato di invitare tutti i portatori di interesse del settore pubblico e privato per una visione a 360 gradi, ha specificato Daniela De Biase, Segretario scientifico del Comitato World Health Summit Regional Meeting. Abbiamo scelto di concentrarci sulla fiducia, l’esitanza vaccinale e lo sviluppo di nuovi vaccini con speaker del settore privato come Moderna e aziende che hanno collaborato con AstraZeneca».
Il Forum pertanto, è riuscito ad aprire gli orizzonti ‘‘mettendo a confronto in maniera strutturata tanti scienziati che lavorano in paesi diversi, ha affermato Walter Ricciardi, Consigliere del Ministro della Salute Roberto Speranza. L’unica possibilità che abbiamo di fronteggiare le sfide sanitarie è fare rete, come fatto nel 2020 con il Covid”. Tuttavia ci sono nuove sfide sanitarie da affrontare, come il vaiolo delle scimmie. E la grande mobilità e il grande affollamento determinano la predisposizione verso questi ed altri fenomeni. Tali occasioni di incontro e confronto quindi sono fondamentali proprio per prepararsi meglio alle sfide sanitarie future.
L’Italia ha un ruolo di primo piano nella ricerca scientifica e soprattutto sul fronte dei vaccini. ”Siamo un Paese all’avanguardia per la qualità dei ricercatori, ha continuato Ricciardi. Purtroppo, non lo è per i finanziamenti e la numerosità dei ricercatori. Ci confrontiamo con Germania e Francia che hanno il doppio, il triplo dei ricercatori. Questa è una cosa che la politica italiana non ha ancora compreso pienamente”, conclude il Consigliere.
Anche Maria Cristina Messa, Ministra dell’Università e della Ricerca, ha ricordato l’importanza della ricerca scientifica per il buon funzionamento del sistema salute. «Eventi come questo permettono di decidere le policy future per prepararci a nuove pandemie e, in generale, a un mondo della salute che cambia. Cambiano le esigenze e il modo in cui dobbiamo organizzarci». Il punto fondamentale infatti, secondo la Ministra, «è mettere al servizio del cittadino e del SSN i risultati della ricerca di laboratorio ma anche di grandi network. Favorirli, perché diano l’indirizzo su come organizzare il sistema salute». Per quanto riguarda poi il ruolo e il contributo delle Università e della Ricerca durante la pandemia, la Ministra sostiene che «L’Italia è il terzo Paese al mondo per numero di pubblicazioni scientifiche sul Covid. Non abbiamo prodotto il vaccino in Italia ma sicuramente abbiamo portato molti dati sia per l’aspetto diagnostico che per i trials clinici. Ancora adesso stiamo cercando farmaci contro il Covid».
L’Hub vaccinale del Ministero della Salute a Siena
La Ministra Messa ha poi spiegato come organizzare la Sanità del futuro, anche in vista di eventuali nuove Pandemie. «Io credo che vadano messe insieme le forze migliori. Si formerà l’Hub vaccinale del Ministero della salute a Siena. Diventerà il luogo della trasformazione dalla ricerca al vaccino. Noi abbiamo già assegnato un centro nazionale sulle tecnologie a mRNA e terapia genica per farsi trovare pronti di fronte a varianti, nuovi virus, batteri e malattie emergenti».
L’Italia, dunque, rimane in prima linea nella ricerca di terapie e farmaci per contrastare nuove sfide e malattie. «Credo che l’Italia abbia tutte le carte in regola; non dimentichiamoci che nel nostro paese sono nati gli IRCCS, la cura basata sulla ricerca con immediato trasferimento al paziente. Quello che è mancato? La rete e la forza. Non bastano piccoli centri bisogna investire milioni di euro» ha concluso la Ministra.
Il Programma
Ogni anno, il Regional Meeting integra il programma del prestigioso World Health Summit che si svolge a fine ottobre a Berlino. L’incontro regionale, tenutosi, come ogni anno, nella tarda primavera è ospitato da un membro dell’M8 Alliance of Academic Health Centres, University and National Academies, che detiene la presidenza internazionale del World Health Summit per quell’anno. Gli ultimi otto incontri sono stati a Singapore (2013), San Paolo-Brasile (2014), Kyoto-Giappone (2015), Ginevra-Svizzera (2016), Montreal-Canada (2017) Coimbra-Portogallo (2018), Kish Island- Iran (2019), Kampala-Uganda (2021). Da ottobre 2021 a ottobre 2022 la Presidenza Internazionale del World Health Summit è affidata al Professore Eugenio Gaudio, di Sapienza Università di Roma, unica istituzione italiana membro dell’ M8.
Più di 20 le Sessioni e numerosi i temi affrontati:
- Sviluppo e politiche dei vaccini: sfide e strategie;
- Sistemi sanitari; sindrome metabolica e malattie croniche;
- Nuove tecnologie e terapie personalizzate;
- Nuove frontiere nella promozione dell’assistenza sanitaria.
La giornata inaugurale è stata aperta dagli interventi del Presidente Internazionale del World Health Summit 2022 Eugenio Gaudio, dalla vice Presidente del Parlamento europeo Ewa Kopacz intervenuta con video messaggio, dalla Rettrice della Sapienza Antonella Polimeni, dal Ministro della Salute Roberto Speranza, dalla Ministra dell’Università e ricerca Maria Cristina Messa, dal Presidente World Health Summit Axel Radlach Pries.
La manifestazione inoltre, ha ricevuto l’adesione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, adesione testimoniata da una targa che il Presidente della Repubblica ha voluto ufficialmente inviare proprio al Presidente Internazionale World Health Summit Eugenio Gaudio.
Particolarmente significativa è stata la sessione “Nuove frontiere nella promozione della salute. Uno sguardo al futuro della pandemia di COVID-19”: l’esperienza dell’Italia, dedicata alla risposta del Sistema Sanitario alla pandemia in Italia, ai sistemi di sorveglianza, alla campagna vaccinale, alle strategie di comunicazione istituzionale e al ruolo delle industrie farmaceutiche.
Sono stati, inoltre, discussi possibili scenari futuri, sia in termini di società sia di assistenza sanitaria, per garantire una “nuova normalità” di convivenza con il Covid-19. La sessione è stata moderata da Anna Teresa Palamara, Direttore del Dipartimento di Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità. Hanno inoltre partecipato il Direttore generale della prevenzione sanitaria, Giovanni Rezza, il Direttore generale della comunicazione e dei rapporti europei e internazionali del Ministero della salute, Sergio Iavicoli e altri accademici italiani e professionisti del settore farmaceutico.