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Sonnolenza eccessiva e stanchezza? Attenzione ai disturbi respiratori del sonno

Il sonno rappresenta un processo fisiologico fondamentale della nostra vita. Basti pensare che costituisce oltre il 30% della nostra esistenza. Dormire fa bene al cervello. Quante volte abbiamo letto o ascoltato questa espressione? Frase mai più appropriata in quanto il sonno è un fenomeno attivo (fase NREM e fase REM) che svolge una serie di innumerevoli funzioni nel nostro organismo. Recupero delle energie, conservazione delle funzioni cognitive, plasticità neuronale, protezione cardiovascolare, eliminazione delle particelle coinvolte nello stress ossidativo, riparazione e recupero tissutale solo per citarne alcune.

È importante, quindi, sia la qualità del sonno che la quantità. Recenti studi indicano come 7-8 ore la durata giusta del riposo notturno. Naturalmente la durata del sonno è correlata e diversificata in base all’età del soggetto. Un’ importante deprivazione del sonno, ovvero dormire troppo poco, è correlata ad una maggiore insorgenza di patologie e aumento di comorbidità. Ma quali possono essere le cause di un sonno alterato e non ristoratore?

I DISTURBI RESPIRATORI DEL SONNO

Molte sono le cause che possono portare ad un sonno irrequieto, alterato e non ristoratore. Ansia, disturbi d’umore, sindromi di varia natura e complessità. Fra queste giocano un ruolo importante i disturbi respiratori del sonno che rappresentano un gruppo eterogeneo di condizioni cliniche caratterizzate da alterazioni della normale fisiologia respiratoria. In questi gruppi rientrano quattro patologie, la più comune delle quali è rappresentata dall’ OSAS, acronimo di sindrome delle apnee ostruttive nel sonno.

L’ OSAS (Obstructive Sleep Apnea Syndrome) è un disturbo respiratorio del sonno caratterizzato da ricorrenti episodi di ostruzione parziale o completa delle vie aeree (apnee e/o ipoapnee) durante il sonno. Questi episodi determinano desaturazioni dell’emoglobina arteriosa con conseguente sforzo respiratorio nel sonno e insorgenza di problemi di natura cardiovascolare, neurocomportamentale e cerebrovascolare per citarne solo alcuni. Naturalmente il sonno risulterà frammentato ed agitato.
L’OSAS rappresenta una delle cause più frequenti di sonnolenza diurna con gravi ripercussioni sulla vita del soggetto e rischi di natura collettiva. Basti pensare all’elevato aumento di colpi di sonno con rischi importanti di incidenti stradali e/o lavorativi. Per questo motivo, tale patologia può essere considerata un vero e proprio problema di salute pubblica.
Un disturbo sottostimato e spesso poco conosciuto, nonostante l’elevata incidenza di tale patologia. Si stima, infatti, che in Italia siano circa 7 milioni i soggetti sospetti per OSAS. Nel mondo si parla addirittura di oltre 700 milioni di soggetti.

CAUSE E SINTOMI

Diversi sono i fattori di rischio coinvolti nella complessa fisiopatologia della malattia. L’obesità rappresenta un importante fattore di rischio (spesso associato ad una circonferenza del collo aumentata), o anomalie delle strutture facciali e dei tessuti molli. Ancora, ipertrofia dei turbinati, malformazioni mandibolari, alterazioni anatomiche e funzionali come l’ipotonia muscolare. Tutti fattori che contribuiscono alla riduzione del calibro delle vie aeree e sviluppo della patologia.
Ma quali sono i sintomi manifestati dal paziente? Eccessiva sonnolenza diurna, russamento ed apnee durante il sonno accompagnati da risvegli improvvisi con associato senso di soffocamento. A questi sintomi si aggiungono astenia marcata, irritabilità, cefalea mattutina, difficoltà di concentrazione e depressione. L’eccesiva sonnolenza diurna è associata ad una tendenza aumentata ad addormentarsi in condizioni, luoghi e momenti della giornata inappropriati. Tutto ciò comporta un importante peggioramento della qualità della vita del soggetto con ripercussioni sia nella vita privata che sociale.

DIAGNOSI E CONSEGUENZE

In caso di sintomi di questo genere è bene rivolgersi al proprio medico che indirizzerà l’assistito presso specialisti come lo pneumologo per lo studio dell’eventuale disturbo respiratorio attraverso esami di monitoraggio del sonno non invasivi. Il gold standard per la diagnosi di OSAS, è rappresentato da un esame denominato polisonnografia, che permette il monitoraggio simultaneo di diversi parametri cardio-respiratori durante il sonno.

È importante conoscere questo spettro di patologie, in quanto più comuni del previsto e trattabili con un alto tasso di successo terapeutico. I pazienti trattati cambiano totalmente la loro vita tanto da definirsi spesso rinati. Quanto espresso si rende necessario non solo per cambiare in meglio la vita dei soggetti affetti da questi disturbi, ma anche per ridurre le comorbidità cardiovascolari, respiratorie, metaboliche, neurologiche e renali associate. Comorbidità di diversa natura e importanza che è bene prevenire e limitare.

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