Continua la crisi sanitaria in Italia dovuta alla penuria di medici e professionisti sanitari che tra pensionamenti, fughe nel privato e scarso turno over mettono a rischio la tenuta di uno dei sistemi sanitari più efficienti al mondo.
L’INDAGINE
Secondo un’indagine del sindacato Anaao-Assomed e FEMS, dal 2019 al 2021 sono andati in pensione ben dodicimila specialisti, circa quattromila ogni anno. Considerando questi dati si stima che nei prossimi tre anni vadano in pensione altrettanti dieci mila medici compresi quelli della medicina di famiglia lasciando nel sistema sanitario un buco di ben 20 mila professionisti in soli sei anni.
Il segretario nazionale di Anaao-Assomed, Carlo Palermo, intervistato dall’Ansa lo ha detto con chiarezza: “Queste carenze peggioreranno l’accesso alle cure da parte dei cittadini e il diritto alla salute sarà solo sulla carta. Inoltre, il grande pericolo è anche che si creino forti diseguaglianze territoriali tra Nord e Sud del Paese, insieme a diseguaglianze legate alle possibilità economiche dei cittadini. Chi avrà possibilità economica andrà infatti verso la sanità privata, chi non la avrà resterà in infinite liste di attesa”.
LE LEGGI
Incarichi individuali e stabilizzazione personale medico e sanitario, la Camera dei Deputati ci riprova
Durante la pandemia Covid-19 il lavoro di medici ed infermieri è stato ampiamente lodato, con campagne pubblicitarie e ospitate televisive; eppure secondo l’indagine svolta dal sindacato Anaao-Assomed e dalla Federazione Europea Medici Salariati, solo il 50% dei tredicimila intervistati crede che il proprio lavoro sia stato giustamente valorizzato. Il 66% di questi ammette inoltre di non essersi sentito considerato durante importanti processi decisionali.
La Camera dei Deputati in data 16 aprile c.a. ha emesso un comunicato sulle Misure per il rafforzamento del personale sanitario nell’emergenza coronavirus, con il quale si impegna alla stipula di nuovi contratti di lavoro con personale medico ed infermieristico, alla stabilizzazione di coloro già assunti tramite contratti a tempo indeterminato e ad un incremento di ben 250 milioni di euro totali dei Fondi dedicati alla retribuzione del personale del settore sanitario, che abbia svolto prestazioni di lavoro straordinario durante l’emergenza virus SARS-COV2.
I SINDACATI
La Cisl lancia un nuovo allarme: il comparto sanità è in affanno numerico. Il Segretario Oliva rincara la dose: le attività in corso non sono sostenibili, mancano i profili di tutti i ruoli. Inoltre – dichiara Oliva – il personale è in deficit e con l’arrivo dell’estate questo calo è destinato ad aumentare del 20%, causa ferie. Oltre al danno però, la beffa. Beffa perché il personale medico sta esaurendo il monte stipendi straordinari, quello che – per intenderci – viene intaccato appunto dalle ore extra fatte dal personale a causa dell’organico monco. Quindi vi è la concreta possibilità che il personale sanitario, già sotto organico e costretto agli straordinari, non venga retribuito per le ore extra. Le Regioni, d’altro canto, affermano di aver sbloccato le assunzioni ma nei presidi medici non si vede l’ombra di personale.