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Sala operatoria ibrida: è sfida per TSRM e TFCPC

Di sicuro uno degli argomenti più interessanti già da qualche anno a questa parte attorno alle tavole rotonde in cui si parla di chirurgia, la sala operatoria ibrida rappresenta una realtà del presente in grande evoluzione che, nel nostro Paese, riguarda già 17 strutture sul territorio nazionale e può essere considerata una importante soluzione strutturale, organizzativa e procedurale del futuro. La straordinarietà di questa sala è contenuta proprio in quell’aggettivo: “ibrida”, che ne riassume la multifunzionalità, potendo essere contestualmente utilizzata come laboratorio diagnostico e come sala chirurgica propriamente detta. Dispositivi avanzati di Imaging, tra i quali: intensificatori di brillanza a scanner per la tomografia computerizzata o per la risonanza magnetica ed apparecchiature elettromedicali ad altissima tecnologia consentono procedure chirurgiche e, allo stesso tempo, procedure diagnostiche immediate con ulteriore possibilità di verifica e controllo durante l’intervento.

Questo, insieme ad un team di professionalità diverse che lavorano a stretto contatto, mettendo a disposizione le proprie competenze specialistiche è la vera chiave di volta per ambiti quali la cardiochirurgia, la chirurgia vascolare, la radiologia interventistica, la neurochirurgia e per molte altre discipline chirurgiche, in cui precisione, tempestività e sicurezza per il paziente possono davvero fare la differenza, non solo nelle procedure in elezione, ma soprattutto per quelle in emergenza/urgenza. Fra i protagonisti del team multidisciplinare in sala operatoria ibrida, il Tecnico Sanitario di Radiologia Medica (TSRM) ed il Tecnico di Fisiopatologia Cardiocircolatoria e Perfusione Cardiovascolare (TPCPC), due professioni, due ruoli con relative competenze che si ritrovano a confronto anche nel congresso che si terrà, il prossimo 26 novembre, presso il Policlinico Umberto I di Roma.

Il congresso, che vuole offrire un aggiornamento professionale ed una panoramica sulle procedure diagnostico-interventistiche cardiovascolari, è frutto della collaborazione tra le Commissioni di Albo dei TSRM e dei TPCPC di Roma e Provincia.

Multidisciplinarietà e multi-professionalità in sala operatoria ibrida e nella nuova sanità: una opportunità , una sfida o un rischio? Lo chiediamo al Presidente della Commissione d’Albo dei TFCPC, dott. Salvatore Scali.
Direi: una opportunità che si può realizzare solo riconoscendo, accettando e superando le sfide che sono insite in ogni processo di cambiamento e di innovazione ma, soprattutto, individuando i potenziali rischi, per evitare che diventino criticità insormontabili per la concretizzazione del progetto stesso. Come in un ingranaggio, le varie parti che lo compongono assolvono ognuna ad uno scopo per cui sono state realizzate ma solo insieme possono far funzionare l’intera macchina. L’opportunità è quindi proprio quella di crescere insieme mettendo a disposizione il corpus di conoscenze proprio della nostra disciplina e accogliendo quello di un’altra per arricchire quel patrimonio professionale di partenza, in una visione olistica del sistema, dove per sistema possiamo intendere la piccola realtà di un dipartimento all’interno di una struttura sanitaria oppure, del territorio, dove tra l’altro, proprio oggi (non domani) si gioca una partita irripetibile con il nuovo PNRR.

La sfida è quella di riconoscere che ci sono aree comuni fra gli ambiti disciplinari, in cui nessun profilo ha la esclusività. In quelle aree si cammina insieme e si lavora insieme abbandonando la presunzione che il proprio sapere sia l’unico o il più importante. Ci sono competenze riservate, tipiche di un profilo professionale, e ci sono le cosiddette competenze trasversali: queste esigono compartecipazione. L’informazione sanitaria, la comunicazione con la persona, la promozione e la tutela della salute appartengono a tutte le professioni sanitarie in ugual modo. Tornando però all’esempio dell’ingranaggio…Gli ingranaggi devono avere una tolleranza di gioco specifica, per fare in modo che le parti si interfaccino tra di loro senza arrivare ad incastrarsi e a far fermare lo stesso ingranaggio. Lavorare in un gruppo multidisciplinare, in sala ibrida come all’interno di un qualsiasi percorso di trattamento, diagnosi e assistenza ha bisogno di tolleranza. Il primo e forse il più importante rischio, altrimenti, è quello di sconfinare negli ambiti disciplinari di un’altra professione, portando a indesiderati conflitti e ci sono già, purtroppo, in qualche tribunale nel nostro Paese, casi di ricorso fra professioni sanitarie proprio per questo motivo.

Il congresso che sta per svolgersi in questi giorni a Roma ha rappresentato una ulteriore occasione per consolidare un rapporto di sinergia con i colleghi TSRM. In questa sinergia di intenti e di obiettivi, l’evento realizza in sé anche l’esempio di come le professioni sanitarie possano contribuire, insieme, alla ricerca di soluzioni operative efficaci ed efficienti nel mondo sanitario e, soprattutto, di come possano offrire una risposta unitaria, e quindi, per questo, più forte ed innovativa, in termini di presa in carico del paziente. Negli ultimi cinquant’anni abbiamo assistito al progressivo abbandono della visione paternalistica medico-paziente e le professioni sanitarie, non più cellule occupazionali divise, ognuna a sé stante, sotto questa profonda spinta di rinnovamento culturale, sono sempre più chiamate alla ricerca di autonomia e approccio multidisciplinare al tempo stesso. Con i colleghi TSRM, i TPCPC condividono spazi non solo strutturali e procedurali della sala operatoria ibrida ma anche professionali all’interno del Maxi Ordine delle Professioni Sanitarie. Un percorso, quest’ultimo, intrapreso nel 2018 con la promulgazione della legge 3 sul riordino e sulla disciplina delle Professioni Sanitarie e relativi Ordini e Albi che sta per completarsi, nel caso specifico dell’Ordine TSRM e PSTRP di Roma e provincia, in occasione delle prossime elezioni a metà dicembre con la costituzione di un Consiglio Direttivo multi-professionale, un modello rappresentativo di relazioni che fonde tanti saperi e conoscenze.”

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