Con il periodo di transizione dell’epidemia da SARS-CoV-2, l’Italia mira a contenere a livelli gestibili la trasmissione virale, riprendendo quanto più possibile le attività produttive, commerciali e sociali attraverso misure di controllo non farmacologiche (distanziamento individuale, uso di mascherine chirurgiche e non, rafforzamento delle misure igieniche, rafforzamento delle misure di prevenzione e controllo delle infezioni in ambito assistenziale ecc.) in attesa che siano disponibili strumenti preventivi e farmacologici efficaci a limitare la trasmissione del virus (es. vaccini, ecc.).
Pertanto, il mantenimento della fase di transizione dipende dalla capacità dei servizi territoriali di contenere eventuali focolai permettendo una stabilizzazione della trasmissione a livelli abbastanza bassi da essere gestiti dai servizi assistenziali senza determinarne un sovraccarico.
Allo scopo di monitorare la probabilità di trasmissione e l’impatto della circolazione di SARS-CoV-2 sulla popolazione e sui servizi, è stato realizzato un sistema articolato di indicatori (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 26 aprile 2020, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana 27 aprile 2020, n. 108, articolo 2, comma 11 e allegato 10; Decreto del Ministero della Salute del 30 aprile 2020, “Emergenza COVID-19: attività di monitoraggio del rischio sanitario connesse al passaggio dalla fase 1 alla fase 2A di cui all’allegato 10 del DPCM 26/4/2020) che permette ogni settimana di realizzare una valutazione del rischio di trasmissione ed una valutazione della resilienza dei servizi sanitari di ciascuna Regione/PA. Questo sistema, tiene conto delle specificità territoriali della diffusione virale e della risposta dei servizi territoriali ed assistenziali integrando i dati di sorveglianza epidemiologica con indicatori di processo in grado di dare segnali di allerta sia in caso di aumentata trasmissione che in caso di sovraccarico.
Il sistema prevede un continuo scambio di dati e opinioni tra esperti regionali e nazionali che si confrontano sulla situazione ogni settimana e definiscono se e quando raccomandare misure aggiuntive di contenimento/mitigazione (es. zone rosse) anche su scala geograficamente molto limitata. Permettendo la tempestiva identificazione di criticità, anche quando molto localizzate, il sistema di monitoraggio ha lo scopo di consentire una modularità nella realizzazione di misure di contenimento/mitigazione in modo da scongiurare la necessità di lock-down su scala nazionale anche in casi di una aumentata trasmissione.