Il 2 giugno si è celebrato in tutto il mondo la Giornata mondiale per la lotta ai disturbi del comportamento alimentare, o Giornata del Fiocco Lilla. Diagnosi e cura dei DCA coinvolgono diversi professionisti sanitari: un lavoro di equipe, che pone al centro la piena riabilitazione del paziente.
DCA: Importanza di un intervento tempestivo
La precocità e l’efficienza dell’intervento da parte di uno specialista in casi di disturbi del comportamento alimentare è un obiettivo fondamentale da raggiungere in Italia; eppure, non tutte le regioni sono attrezzate per fornire assistenza in modo adeguato e capillare sul territorio. L’Istituto superiore di sanità (Iss) ha individuato 91 centri pubblici di assistenza su tutto il territorio nazionale: di questi 48 al Nord, 14 al Centro e 29 tra Sud e Isole, tutti dotati di servizi per offrire percorsi di valutazione e presa a carico medica, psicologica e nutrizionale. La mappa su cui i centri sono indicati è un fondamentale punto di riferimento sia per le famiglie, che in questo modo possono cercare aiuto nel minor tempo possibile, sia per le Regioni, che riescono così a misurarsi rispetto alla domanda dei cittadini e, di conseguenza, programmare efficacemente la propria offerta assistenziale a partire dalle risorse presenti sul territorio.
Inoltre, con l’ultima legge di bilancio è stato istituito un fondo da 25 milioni per il 2022-2023 al fine di potenziare le reti regionali e assicurare almeno tre livelli di assistenza minima a quanti soffrono di Disturbi del comportamento alimentare: terapia ambulatoriale, servizi diurni e riabilitazione fisica, psichica e sociale in strutture residenziali. Professionisti sanitari della salute mentale: il tecnico della riabilitazione psichiatrica.
Diagnosi e cura dei DCA coinvolgono figure professionali specifiche e dedicate, tra cui il Tecnico della Riabilitazione Psichiatrica.
Il TeRP è una figura istituita con il D.M. 182/2001 ed è il professionista sanitario che, in possesso del diploma universitario abilitante, svolge, nell’ambito di un progetto terapeutico elaborato da un’équipe multidisciplinare, interventi riabilitativi ed educativi sui soggetti con disabilità psichica.
Abbiamo incontrato la dott.ssa Francesca Costanzo, tecnico della riabilitazione psichiatrica, impegnata nell’assistenza di persone affette da DOC e DCA.Il 2 giugno si celebra la Giornata Mondiale dei DCA.
Lei è un tecnico della riabilitazione psichiatrica, figura fondamentale nel lungo percorso di rieducazione. Nello specifico, in cosa consiste la sua professione?
“Il tecnico della riabilitazione psichiatrica è una figura che nasce nel momento in cui cambia la visione della malattia mentale. In passato, il concetto di detenzione era l’unico accettato dalla società e le terapie utilizzate avevano il fine di calmare o annientare la persona. Solo dopo l’avvento della Legge Basaglia e la chiusura dei manicomi, è avvenuto un cambiamento nella cura dei disturbi mentali. Nasce quindi il concetto di riabilitazione, che esattamente come quella fisica, si occupa di recuperare, o in alcuni casi insegnare ex novo, alcune abilità perse o ridotte dalla malattia. Il ruolo, quindi, di un riabilitatore psichiatrico è quello di affiancare la persona quotidianamente al fine di recuperare al meglio una qualità di vita ottimale. Il lavoro è incentrato sul recupero dell’autonomia personale, lavorativa e in maniera più ampia sul raggiungimento di un benessere psicofisico.”
Con quali altre figure professionali il TeRP collabora nella stesura e attuazione di un piano di riabilitazione?
“Per poter effettuare al meglio un intervento di rieducazione, e per poter gestire al meglio sotto tutti i punti di vista la persona, vi è la necessità di un lavoro in equipe. Le figure di riferimento sono: psichiatri, psicologi, terapisti della neuro e psicomotricità, OSS e altri medici specialisti, a seconda delle necessità. Ognuno apporta informazioni e conoscenze utili a creare un piano terapeutico che sia valido e non contraddittorio.”
Dove e in cosa è necessario il tecnico della riabilitazione psichiatrica?
“Il raggiungimento di uno stato di benessere nell’ambito della salute mentale prevede una serie di fattori, che sono continuamente influenzati da differenti aspetti: familiari, sociali, ambientali e personali. Quando non si è in equilibrio tra tutti questi fattori l’individuo è sottoposto ad uno stress, che può sfociare in disturbi o malattie. Il tecnico della riabilitazione psichiatrica lavora con differenti tipologie di disturbi, come la schizofrenia, il disturbo bipolare, disturbi dell’umore e del comportamento. In questa giornata, è giusto ricordare i disturbi del comportamento alimentare. Questi disturbi comportano una relazione disfunzionale nei confronti del cibo e di conseguenza nei confronti del proprio corpo. In questi casi, la figura del riabilitatore psichiatrico è di supporto e sfida dei comportamenti disfunzionali, vengono effettuati diari alimentari ed emotivi, per comprendere al meglio le connessioni che si creano all’interno di una psiche sottoposta a questo tipo di comportamento. A seconda del caso specifico si lavora in gruppo o individualmente, sempre con funzione di supporto nella vita quotidiana”.
Cambia il mondo, cambia la società e deve cambiare la medicina: quali crede saranno gli sbocchi futuri della sua professionalità?
“Dalla nascita della figura del TeRP ad oggi, tante sono state le innovazioni nel campo della riabilitazione psichiatrica e sicuramente ne avverranno molte altre. Cresce l’attenzione nei confronti della salute mentale, che non risulta essere più un tabù o un’etichetta stigmatizzante. Probabilmente, ci sarà spazio di lavoro in strutture dove sarà possibile agire in maniera sempre più precoce, per prevenire la cronicizzazione della malattia o quantomeno riuscire ad evitare che si aggravino i sintomi. Ci si potrà avvalere anche di altre innovazioni in campo scientifico, con l’ausilio di apparecchi, che sfruttano la realtà aumentata per porre l’individuo in un contesto potenzialmente ansiogeno, ma senza correre gli effettivi rischi esterni. La figura del riabilitatore si potrebbe riassumere come quella di una persona che si confronta in linea diretta e costante; quindi, abbraccia tutte le problematiche e grazie anche al lavoro di equipe sopracitato diventa una rete di salvataggio. Non è un lavoro semplice e non sempre si riescono a raggiungere gli obiettivi prestabiliti, ma sicuramente si impara a gioire di piccoli gesti, piccoli passi e conquiste, che estrapolati dal contesto, sembrerebbero privi di valore e questo meccanismo aiuta non solo l’individuo in difficoltà, ma anche colui che lavora in questo ambito.”