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Professionisti sanitari della Riabilitazione in piazza. No al dumping dei contratti, dignità al lavoro di tutti

Centinaia di professionisti sanitari dell’area della Riabilitazione (Fisioterapisti, logopedisti, terapisti occupazionali etc.) il 18 ottobre sono scesi in piazza a Napoli, sotto la sede della Regione, per scioperare contro l’applicazione di contratti al ribasso applicati da alcuni gruppi della sanità privata accreditata passati da accordi di lavoro di maggior favore (Aiop) ad altri fortemente penalizzanti per i nuovi assunti (Aias). Contratti che rivedono al ribasso le condizioni economiche ed i diritti dei professionisti impiegati presso i centri di riabilitazione privati accreditati. Contratti che costringeranno a lavorare i professionisti per più ore a fronte di un salario più basso e con minori guarentigie per i lavoratori stessi, anche in termini di ferie e permessi.

A sostegno dei manifestanti in piazza c’è stata la presenza del presidente dell’Albo dei Fisioterapisti di Na-Av-Bn-Ce, Claudio Iovino, che ha portato la solidarietà di tutti gli iscritti all’Albo. “I Fisioterapisti – avverte quest’ultimo – sosterranno sempre battaglie giuste come quella della dignità professionale e non arretreranno di un passo. Appare evidente che un sistema che assegna l’area assistenziale della riabilitazione per oltre il 95% del totale ai privati accreditati è squilibrato verso il profitto piuttosto che il diritto. Sarà necessario rivedere le norme sull’accreditamento istituzionale in sanità, ma soprattutto riequilibrare il sistema verso una sanità ed una Riabilitazione pubblica”.

A dare manforte a Iovino anche Franco Ascolese, presidente dell’Ordine di Na-Av-Bn-Ce delle 19 professioni sanitarie dei Tecnici di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche della riabilitazione e prevenzione.
“I contratti applicati nei centri di riabilitazione – avverte quest’ultimo – ledono la dignità professionale di coloro che per anni hanno contribuito a migliorare lo stato di salute della popolazione. I pazienti e i loro familiari sono scesi giustamente in piazza dunque per difendere la dignità di chi si prende cura degli altri e dei pazienti più fragili”.

“Di fronte a tutto ciò – conclude Iovino – si fa assordante il silenzio e l’indifferenza delle istituzioni che dovrebbero garantire il diritto alla salute ed alla qualità delle cure, in primis la Regione Campania e la classe politica tout court”.

Da anni l’Ordine professionale, che include le Professioni sanitarie dell’Area della Riabilitazione, sta interloquendo continuamente con la Regione ed i direttori generali delle aziende pubbliche affinché siano banditi con immediatezza concorsi pubblici, per andare a colmare il ritardo nell’assunzione di personale nelle Asl, Aziende Ospedaliere, Aziende Ospedaliere Universitarie (dove per gli stessi motivi vi è anche carenza di tutor per le attività di tirocinio professionalizzante) e la questione del fabbisogno occupazionale di professionisti iscritti al nostro Ordine sta divenendo drammatica. Un nodo che si correla con lo sbilancio di offerta assistenziale a favore del privato accreditato.

Senza contare il fatto che molti rapporti convenzionali delle Asl aggirano i paletti dell’accreditamento pubblico ricorrendo a forniture di servizi tramite cooperative su cui il controllo di qualità delle prestazioni erogate e dei requisiti strutturali, organizzativi e di personale va di fatto contro le leggi che disciplinano l’impianto della Sanità pubblica e accreditata disegnato con le leggi di riforma 502 del 1992 e 229 del 1999.

In questo ambito va ricostruita nei dettagli tutta la questione contratti: il rinnovo del contratto Aiop (ospedali privata) non ha dato luogo ad alcun incentivo alla sua applicazione a fronte di incrementi di stanziamenti da parte del ministero assegnati alle Regioni. La Regione dovrebbe invece, in sede di rinnovo contrattuale, far applicare il contratto di maggio favore per i dipendenti. Questioni spinose che rimandano al ruolo del Cnel, a quello dei sindacati chiamati a ratificare i contratti proposti in sede Aran, al fatto che la Regione Campania a fine anno uscirà definitivamente dal piano di rientro e si potrà stabilire un diverso confronto per affrontare anche il nodo dei contratti.

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