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Professioni sanitarie: 157 posti all’UniCamillus per nuovi studenti

In arrivo nuovi posti universitari per le Professioni sanitarie: c’è ancora tempo fino al 28 settembre per potersi iscrivere alle Facoltà sanitarie di UniCamillus (Fisioterapia, Infermieristica, Ostetricia, Tecniche di Radiologia Medica per Immagini e Radioterapia, Tecniche di Laboratorio Biomedico), la nuova università per le discipline mediche e sanitarie di Roma. Sono stati messi a disposizione, in totale, 157 posti fra comunitari e non comunitari. L’Ateneo privato è tra quelli in Europa, con la percentuale più alta di studenti internazionali: ne ha 3 ogni 10. “Puntiamo su un contesto globale spiega il Rettore, Gianni Profita -. Abbiamo collegamenti con una rete internazionale di strutture sanitarie soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. In questo modo associamo il concetto della formazione di alto livello con percorsi in grado di andare, sul campo, nei luoghi dove ci sono le principali emergenze sanitarie”.

L’Ateneo (nato due anni fa) avrà nel 2021 i primi laureati in infermieristica e, tra tre anni e mezzo, i primi medici. Nel 2024 si potrà dare il via alle prime scuole di specializzazione. “La nostra formazione guarda al mondo, specie all’Africa, al Sudamerica e al Sudest asiatico, in modo aconfessionale ma con un profondo contatto con tutte quelle realtà sanitarie degli ospedali di congregazioni religiose che si trovano nel mondo – prosegue il Rettore -. Ci sono nazioni che possono contare su pochissimi medici: noi puntiamo a formare da una parte l’eccellenza sanitaria di chi vive in Europa, negli Usa e nei Paesi avanzati (abbiamo alcuni studenti anche da Israele e Giappone), ma dall’altra crediamo che sia opportuno valorizzare tutti quei Paesi in via di sviluppo che possono avere una formazione in Europa. Abbiamo mutuato dagli atenei americani ed adattato alle nostre esigenze le esperienze del ‘prestito d’onore’: chi viene dal Sud del mondo viene ospitato in alcuni spazi, tra cui quelli della residenza Papa Giovanni XXIII per tutto il periodo di studio e le tasse universitarie non le paga se non nel caso in cui, una volta laureato, decida di restare nei Paesi più avanzati. A quel punto quanto anticipato dall’Ateneo verrà restituito e andrà ad accrescere un fondo di rotazione che servirà per far studiare altri ragazzi grazie ad altri prestiti d’onore. Se lo studente, invece, decide di tornare ad esercitare la professione nei Paesi che maggiormente sono in difficoltà, nulla dovrà restituire”.

“Crediamo – prosegue – che sia opportuno fare in modo che anche lì possano crescere scuole mediche locali, con personale altamente formato: ci adopereremo perché i laureati di UniCamillus diventino il nucleo accademico dei centri di formazione che sorgeranno nei Paesi in via di sviluppo. La nostra Università, però, è aperta con tutti i suoi servizi anche a quei tanti italiani e altri studenti comunitari che vogliono venire a studiare a Roma in un contesto davvero internazionale”.

Grazie a un accordo con la Regione Lazio sono stati identificate le strutture sanitarie di eccellenza dove gli studenti fanno i tirocini: oltre all’Ospedale dei Castelli Romani, ci sono anche gli ospedali San Camillo, San Giovanni, CTO, Sant’Eugenio e Pertini. “Il legame d’eccellenza con Roma è testimoniato anche dalla profonda collaborazione tra UniCamillus e l’Ospedale Spallanzani – conclude Profita – poiché dedichiamo molto spazio alla ricerca e alle esercitazioni e alle patologie tipiche dei Paesi in via di sviluppo come malaria, dengue, Hiv, tbc e altre malattie neglette. La drammatica esperienza mondiale del Covid19, il cambiamento del clima e la globalizzazione a tutti i livelli tracciano una direzione mondiale per la sanità che non può più essere affrontata a livello nazionale”.

ANSA

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