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Professione logopedista: la voce è lo specchio dell’anima

[dropcap color=”#000000″ style=”style-1″ background=”#ffffff” ] P[/dropcap]rofessione logopedista: non parliamo di un semplice esperto del linguaggio deputato al suo corretto uso e rieducazione ma di una professione della riabilitazione che in ogni paese agisce al crocevia tra diverse discipline cruciali per lo sviluppo cognitivo e il mantenimento del benessere fisico e psichico.
“I disturbi della comunicazione verbale e non verbale, del linguaggio e dei correlati disturbi cognitivi e delle funzioni orali – avverte Tiziana Rosseto presidente della Federazione logopedisti italiani investono la voce ma anche la deglutizione e da qui la fisiologia di organi e apparati della respirazione e fonazione”. Quella dei Logopedisti è la figura professionale nel campo della riabilitazione più accreditata in Europa dopo i fisioterapisti. “Nel nostro campo – aggiunge Rosseto – non c’è una sottovalutazione del fabbisogno. Non abbiamo un problema di tipo occupazionale. Siamo in numero sufficiente e quasi tutti lavorano”.
Però secondo le stime europee in Italia i logopedisti sono 35 mila, 11.500 Inghilterra. In Italia sono 11 su centomila abitanti. Questo dato dice che non è più sufficiente la loro dotazione in quanto i bisogni di salute si sono estesi dai 0 a 100 anni. “Se guardiamo ai dati epidemiologici e ai bisogni di salute è sempre possibile nell’arco della vita avere bisogno di un logopedista. Il nostro lavoro si estende dalla gestione del paziente cronico e degenerativo alla comorbilità e alle polipatologie. Quindi occorre una nuova cultura della formazione che rispetti gli standard europei e la qualità dei percorsi formativi europei che sono più lunghi. Noi lavoriamo sui bambini nati prematuri, su quelli pretermine e su tante altre situazioni in team multidisciplinari che comprendono psichiatri, neurologi, psicomostricisti e geriatri in un approccio multidisciplinare”.

La Formazione dei logopedisti è universitaria adeguata agli standard di qualità di tipo europeo. In Europa la durata degli studi è di 5 anni, in Italia di 3 anni. Il ministero francese nel 2013 ha stabilito che l’ortofonista sia abilitato dopo 5 anni di studi. Il problema è il fabbisogno formativo e il tema della specialità. Una professione giunta a una sua maturità. Basti dire che nell’età evolutiva il logopedista trova posto anche in terapia intensiva e nelle aree assistenziali critiche, nelle neonatologie e nelle afasie croniche e degenerative e nei pazienti autistici. Senza dimenticare gli impieghi nella logopedia di comunità, nei pazienti istituzionalizzati ad alta integrazione socio sanitaria, negli anziani istituzionalizzati, nei pazienti con la Sla e altre patologie neurodegenerative dove lavorano per la prevenzione del decadimento cognitivo, nel post ictus, nei casi di patologie tumorali e nelle depressioni. Patologie che investono non solo la persona ma anche la famiglia.
Identità e voce: il linguaggio per esprimere o trattenere un’emozione. La voce è lo specchio dell’anima.

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