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Piede e sindrome glossoposturale

[dropcap color=”#000000″ style=”style-1″ background=”#ffffff” ] “[/dropcap]Il piede umano è un’opera d’arte e un capolavoro di ingegneria”

[dropcap color=”#000000″ style=”style-1″ background=”#ffffff” ] C[/dropcap]osì l’ artista Michelangelo Buonarroti descrive il piede.
Il piede ha un’ architettura molto complessa, organizzata in tre porzioni ossee – tarso, metatarso e falangi – sostenute da strutture muscolari, legamentose e fasciali.
Prendendo in considerazione il piede nel suo insieme, l’ appoggio plantare avviene in tre punti: la tuberosità calcaneare, testa del primo metatarso e testa del quinto (o quarto) metatarso. Unendo questi tre punti di riferimento è possibile ricavare due archi longitudinali – interno ed esterno – e un arco trasversale: questi archi corrispondono alle tre arcate plantari.
Un ruolo fondamentale nella biomeccanica del piede è giocata dalla componente muscolare, in particolare quella della gamba – sia anteriore, sia posteriore – e quella intrinseca del piede; anche le strutture fasciali del piede – fascia dorsale profonda e superficiale e aponeurosi fasciale – sono di primaria importanza sia sotto l’ aspetto strutturale sia, soprattutto, per quello funzionale.

Piede e correlazioni posturali

All’ interno di una disfunzione posturale, il piede si può presentare in quattro situazioni differenti:

  • Piede causativo: il piede è il responsabile principale dello squilibrio posturale;
  • Piede adattativo: il piede cerca di compensare uno squilibrio già esistente, generalmente ad origine stomatognatica o per difetti oculari; se stimolato precocemente l’ adattamento è reversibile, in caso contrario si stabilizza in posizione scorretta alimentando lo squilibrio posturale;
  • Piede misto: si comporta in alcuni casi come componente causativa ed in altri casi come componente adattativa;
  • Piede a doppia componente: si tratta di un piede che in statica non mostra particolari alterazioni, ma in dinamica è sempre disfunzionale.

In condizione neutra il piede si presenta con l’ articolazione sottoastragalica in posizione corretta: la curvatura sovrastante la porzione laterale del perone, appena al di sopra del malleolo, è allineata con la curvatura al di sotto del malleolo stesso; un disallineamento di queste curvature dà origine a situazioni di pronazione o supinazione del piede.
Qualsiasi allontanamento del piede dalla posizione neutra crea una situazione disfunzionale. Come descritto precedentemente le implicazioni posturali di un piede disfunzionale, si possono esprimere come elemento causativo, adattativo o misto.

Piede e Sindrome Glosso-Posturale

Considerando la funzione stomatognatica, è comune notare come soggetti con deglutizione atipica si presentino normalmente una classe dentaria di III° tipo (o in alcuni casi di II° tipo). Il motivo va ricercato nello scorretto meccanismo deglutitorio: la lingua, anziché posizionarsi con la punta in prossimità del cosiddetto “spot linguale”, cioè il punto compreso tra la parete linguale degli incisivi superiori e la prima ruga palatina, durante la deglutizione effettua una spinta verso i denti, o in direzione superiore o inferiore; in alcuni casi si può interporre fra loro. Nel bambino con l’ apparato stomatognatico in via di sviluppo, questa spinta anomala provocherà facilmente la comparsa di un morso aperto.
Altra caratteristica propria della sindrome glosso posturale è la respirazione orale: l’azione vicariante che devono esercitare le labbra e le guance per spingere il cibo verso la gola provoca, con le 2000 deglutizioni quotidiane, una costante pressione verso l’alto del palato, ed un conseguente restringimento delle cavità nasali. Per introdurre la necessaria quantità di aria, l’organismo adotta quindi questo meccanismo di compenso. Inoltre, le deformazioni morfologiche e funzionali del complesso oro-faringeo influenzano direttamente anche il meccanismo respiratorio primario, tramite l’alterazione del corretto movimento flesso-estensorio della sinfisi sfeno-basilare, con conseguenze a cascata su tutto il sistema tonico-posturale. La lingua svolge un’importante “funzione ponte” fra le catene miofasciali anteriore e posteriore; è logico pensare che, quando la pulsione anteriore dei muscoli linguali prevale sulla spinta verso il palato, si crei uno squilibrio a favore della catena statica anteriore. Effettivamente, viene individuata nella iperprogrammazione della cosiddetta “catena linguale” (o antero-mediale) la causa delle deviazioni posturali tipiche della stazione eretta dei pazienti affetti da S.G.P.
Queste deviazioni possono essere riassunte nei seguenti punti:

  • Scapulum anteriore ( generalmente associato ad una II° classe dentaria)
  • Curve fisiologiche accentuate (iperlordosi, ipercifosi)
  • Protrusione addominale
  • Antiversione del bacino
  • Valgismo delle ginocchia e dei piedi (possibile piede piatto)

Esiste una certa discordanza, in letteratura, tra la composizione della catena linguale, a livello degli arti inferiori, e la descrizione degli atteggiamenti posturali attribuiti alla sua iperprogrammazione, tuttavia è possibile affermare che in ultima analisi, il recettore podalico viene sempre coinvolto. Il piede risente sempre delle disfunzioni della deglutizione. La catena muscolare anteromediana–catena linguale–correla direttamente la lingua all’ alluce; ma ogni catena muscolare ha origine o fine nel piede e lo collega con la funzionalità mandibolare, che a sua volta dipende essenzialmente dalla postura e dalla funzione linguale. Inoltre l’ effetto della lingua sul piede si estrinseca anche attraverso le interazioni del tono muscolare dovute ad una mancata stimolazione dei recettori palatini. Si sviluppa quindi unipertono causa di tensioni anomale sulle arcate plantari, e conseguente appoggio anomalo del piede.

Bibliografia:

Agliata G., Le afferenze posturali, Ed. AbbìAbbè, Napoli, 2010
Bianchini N., Tesi Master di I livello in Posturologia, Università Telematica Pegaso, Napoli, 2017
Martinelli E., Rieducazione posturale. Fondamenti per la progettazione della postura, Ed. Firenze University Press, 2012.
Martinelli E., Rieducazione del piede. Problematiche biomeccaniche e posturali statiche e dinamiche, Firenze University Press, 2012.

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