La panencefalite sclerosante subacuta (Pess) è una complicanza tardiva dell’infezione da morbillo che si verifica in bambini precedentemente sani. Nonostante si tratti di una complicanza rara, negli ultimi anni si sta verificando un incremento di tale patologia dovuta alla diminuzione dei tassi di vaccinazione anche a causa della pandemia da COVID-19.
Uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Viruses condotto dai ricercatori del laboratorio nazionale di riferimento per il morbillo e la rosolia dell’ISS in collaborazione con l’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, ha descritto lo stretto monitoraggio di quattro bambini che hanno contratto prima il morbillo e successivamente, dopo alcuni anni, la panencefalite sclerosante subacuta.
LA PESS
La panencefalite sclerosante subacuta (PESS) è un’ encefalite progressiva che si verifica a distanza di anni dall’infezione da morbillo. Rappresenta una patologia degenerativa con andamento progressivo del sistema nervoso centrale che purtroppo porta in molti casi ad exitus. Colpisce generalmente bambini e adolescenti con una predilezione per il sesso maschile. La PESS si manifesta dopo anni dall’infezione primaria a causa della latenza e persistenza del virus del morbillo nel sistema nervoso con possibile riattivazione a distanza di tempo.
I sintomi e i segni di questa malattia, essendo prettamente di natura neurologica, sono rappresentati da deterioramento cognitivo, crisi tonico-cloniche, demenza e disfunzioni del sistema nervoso fino alla morte. La diagnosi si avvale sia della clinica che dell’imaging che permette una diagnosi certa e allo stesso tempo differenziale con altre patologie. Non esistono terapie specifiche e curative per questa patologia: per tale motivo l’unica arma a disposizione resta la vaccinazione contro il morbillo. A conferma di ciò lo studio citato poc’anzi pubblicato dal gruppo di ricercatori italiani ha ribadito il concetto della vaccinazione come unico rimedio per la prevenzione della PESS.
LO STUDIO
Lo studio ha monitorato e descritto quattro casi di bambini maschi di età compresa tra i 3 e i 16 anni, che hanno contratto il morbillo e, a distanza di anni, sviluppato la PESS. In tre casi su quattro la PESS si è manifestata a distanza di 3-5 anni dall’infezione: nello specifico il morbillo era stato contratto tra i 14 giorni e gli 11 mesi di età, prima della vaccinazione, trasmesso dalle madri stesse. Nell’altro caso, il contagio col morbillo è avvenuto all’età di 3 anni, dopo aver ricevuto la prima dose di vaccino, mentre la panencefalite sclerosante si è manifestata dopo oltre 12 anni dall’infezione primaria.
È utile ricordare che il vaccino contro il morbillo protegge il 95% degli immunizzati ed è programmato a partire dal primo anno di vita. Per tale ragione è proprio il primo anno di vita quello più a rischio per l’assenza di protezione vaccinale, come confermato anche dallo studio. I dati relativi allo stretto monitoraggio dei casi hanno mostrato che nonostante le terapie disponibili effettuate inclusa la profilassi post esposizione, i risultati sono ancora limitati ed insufficienti con evidenti limiti a livello di efficacia e disponibilità delle stesse. L’unica arma a disposizione resta il vaccino contro il morbillo che limita la progressione della malattia e delle complicanze tardive e mortali.
L’attuale e recente periodo pandemico ha portato ad una diminuzione del tasso di vaccinazione e relativa immunizzazione con un aumentato rischio di sviluppo di piccoli focolai di morbillo in futuro con tutte le conseguenze del caso. L’obiettivo di eradicazione della patologia auspicato dall’OMS necessita di una copertura superiore al 95 % con due dosi di vaccino. Copertura vaccinale che si è abbassata in questi anni come confermato anche dal dottor Fabio Magurano responsabile di MoRoNet, rete nazionale appartenente all’European Measles and Rubella Laboratory Network (LabNet) dell’OMS: “Oggi sappiamo che la pandemia di COVID-19 ha messo a dura prova i sistemi sanitari di tutti i Paesi e ha causato un abbassamento delle coperture vaccinali per numerose malattie prevenibili da vaccino, incluso il morbillo.
Quindi, ora più che mai, è necessario sostenere il raggiungimento delle coperture vaccinali affinché non debba più morire nessun bambino a causa della mancata vaccinazione”. Il vaccino salva la vita. Questo vale per il morbillo e per altre numerose patologie. L’esperienza recente del COVID-19 l’ha confermato qualora fosse ancora necessario per gli scettici.