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Ospedale San Giovanni Bosco, intervento salvavita per un turista americano

L’uomo strappato alla morte grazie ad una delicatissima operazione e alla prontezza dei medici. Un malore improvviso, la chiamata al 118, poi la sala operatoria e la lotta per la vita. La storia è quella di un giovane turista americano arrivato in Italia per festeggiare il matrimonio di un amico, salvato al San Giovanni Bosco dopo essere stato colto da un grave malore. Patrick (nome di fantasia per tutelarne la privacy), ha trascorso alcuni giorni in Toscana per prendere parte alla cerimonia nuziale, poi – una volta a Napoli da turista – i primi segni di una malattia poco frequente, ma devastante: una trombosi dei seni venosi cerebrali. Patrick ha una forte cefalea e la sua mente inizia ad essere annebbiata. Il giovane non lo sa, ma di lì a poco la sua vita sarà nelle mani dei medici dell’ospedale San Giovanni Bosco. Trasportato d’emergenza al pronto soccorso dell’ospedale dei Pellegrini viene sottoposto a tutti gli esami del caso.

Nonostante la diagnosi sia molto complessa, i medici del pronto soccorso capiscono subito che servono degli approfondimenti urgenti. L’equipe dell’U.O. di Radiologia procede con una TAC dell’encefalo e subito dopo con una angio-TAC dei vasi intracranici. Gli esiti sono preoccupanti. Viene allertato nuovamente il 118 per un trasferimento immediato dell’uomo presso l’U.O.C. di Neurologia dell’ospedale San Giovanni Bosco. Di guardia c’è la neurologa Antonella Antenora, che decide di avviare immediatamente una terapia specifica e di allertare i neuroradiologi. Grazie al sistema Picture Archieving Comunication System (PACS) i neuroradiologi possono controllare immediatamente gli esami effettuati all’ospedale dei Pellegrini, la decisione è immediata: trasferire l’uomo in sala angiografica per confermare l’ipotesi diagnostica.

«Le immagini angiografiche ci hanno ghiacciato il sangue – spiegano i medici – senza un intervento immediato il ragazzo sarebbe morto di lì a poco. Ma anche operando l’esito sarebbe stato tutt’altro che scontato». L’intervento endovascolare è delicatissimo, bisogna liberare i seni venosi occlusi. Ad intervenire è il dr. Luigi Delehaye (direttore dell’U. O. di Neuroradiologia Diagnostica ed Interventistica), con l’anestesista Francesco Piscitiello e il supportato dall’equipe infermieristica della Emodinamica-Sala Angiografica e tecnica dell’U. O. di Neuroradiologia. I medici riescono ad asportare molti coaguli, tutto va per il meglio. “Durante il lungo intervento – spiegano i medici – durato circa 4 ore, sono stati asportati un gran numero di coaguli, ottenendo una disostruzione ed il ripristino della pervietà di gran parte dei vasi occlusi. Al risveglio dalla narcosi la situazione clinica del giovane paziente è già visibilmente migliorata e migliora ancora dopo alcuni giorni di degenza nel corso dei quali viene sottoposto ad una terapia anticoagulante, ad alti dosaggi, per cercare di completare la disostruzione vasale”.

Appena la situazione clinica è risultata stabile ed il paziente fuori pericolo di vita, i medici neurologi hanno deciso per il rientro negli Stati Uniti e Patrick torna a Denver, Colorado, dove viene ricoverato allo Swedish Medical Center per proseguire la terapia farmacologica suggerita dai medici di Napoli.

«Anche in questo caso le donne e gli uomini dell’ASL Napoli 1 Centro sono stati straordinari. Grazie alla loro professionalità, tempestività e competenza hanno trattato un caso estremamente complicato al meglio, salvando la vita di un uomo che non aveva più molte speranze. Una sanità d’eccellenza che ogni giorno offre risposte ai nostri concittadini e, quando serve, anche a chi è in Campania solo di passaggio. Un grazie a Patrick per la foto sorridente ed i ringraziamenti inviati ai protagonisti di questa nuova pagina di buona sanità».

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