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Infezioni ospedaliere: Ogni anno oltre mezzo milione di casi

Le società scientifiche SIMIT (Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali), SITA (Società Italiana Terapia Antinfettiva) e GISA (Gruppo Italiano per la Stewardship Antimicrobica) in un recente comunicato stampa congiunto, hanno lanciato un forte appello riguardo un tema di importanza globale: l’antimicrobico-resistenza.

L’ANTIMICROBICO-RESISTENZA

L’antimicrobico-resistenza o resistenza agli antimicrobici è un fenomeno biologico di adattamento di alcuni microrganismi, che acquisiscono la capacità di crescere o sopravvivere in presenza di agenti antimicrobici. In parole semplici, si intende la capacità di un microrganismo di resistere ad uno o più farmaci antimicrobici. Si tratta di un fenomeno purtroppo sempre più diffuso e pericoloso in quanto comporta l’impossibilità di “combattere” alcune infezioni con i farmaci disponibili in commercio, con conseguenze a volte anche drammatiche. È bene sottolineare che a volte può capitare di leggere i termini antibiotico-resistenza e antimicrobico-resistenza utilizzati come sinonimi. Nello specifico, invece, l’antibiotico-resistenza si riferisce ai soli farmaci antibatterici e rientra nella categoria più ampia degli antimicrobici che comprende tutti i farmaci attivi contro virus, miceti ecc.

I DATI

Ogni anno, su circa 9 milioni di ricoverati negli ospedali italiani, si verificano da 450 a 750 mila casi di infezioni ospedaliere: un problema che colpisce il 5-8% dei pazienti durante la degenza. I pazienti più colpiti sono quelli ricoverati in terapia intensiva. La mortalità si aggira, invece, intorno all’1 % con circa 700 mila decessi causati dalle infezioni ospedaliere.
Questo fenomeno non solo causa problematiche cliniche ma anche economiche. Basti pensare che i costi stimati generati dalle infezioni ospedaliere sono pari a 1 miliardo di euro. Un impatto sulla vita del paziente e sulla sanità pubblica con conseguenze che si ripercuotono su tutti i cittadini.

LE PROPOSTE

Ma cosa si può fare attivamente per contrastare questo fenomeno? Le tre società scientifiche nel comunicato parlano di tre proposte:

  • Prevenzione delle infezioni ospedaliere, implementando le norme di buona pratica assistenziale. Obiettivo misurabile: calo pari almeno al 30% rispetto ai dati dell’anno precedente delle infezioni da Clostridium difficile e delle infezioni da bacilli gram-negativi resistenti ai carbapenemici;
  • prevenzione della resistenza agli antibiotici, eliminandone l’uso inappropriato attraverso la diagnostica microbiologica rapida e protocolli terapeutici orientati al paziente e alla epidemiologia locale. Obiettivo misurabile: calo del consumo dei carbapenemici e dei fluorochinoloni, pari al 30% rispetto al dato precedente;
  • ottimizzazione del trattamento dei pazienti gravi con l’obiettivo di diminuire morbilità gravi e mortalità attraverso l’utilizzo tempestivo mirato e appropriato di nuovi farmaci antibiotici con il supporto di diagnostica rapida e valutazione del rischio infettivo del paziente. Si auspica altresì la revisione delle schede di AIFA.”

Quanto appena descritto, deve essere accompagnato da una maggiore consapevolezza da parte del singolo cittadino della problematica di natura sociale che avrà gravi conseguenze nei prossimi anni per tutti. È importante, infatti, educare non solo i medici ma anche il cittadino. Queste le parole a riguardo del presidente SITA, Matteo Bassetti: “Dobbiamo promuovere l’uso appropriato degli antibiotici non solo attraverso l’educazione dei medici prescrittori, ma anche parlando alla gente degli effetti negativi di un uso sbagliato. Parlare a scuola e sui media dell’antibiotico-resistenza è molto importante. La resistenza batterica è già una realtà e rappresenta un vero rischio per l’umanità, un problema globale che causa ogni anno centinaia di migliaia di morti”.

LE NUOVE RACCOMANDAZIONI

Vista la portata del problema, L’AIFA (Agenzia italiana del farmaco) ha pubblicato due documenti rivolti rispettivamente ai medici specialisti e ai medici di medicina generale, contenenti le raccomandazioni da adottare per un corretto utilizzo dei farmaci antibiotici a disposizione. L’obiettivo è contrastare il fenomeno dell’antibiotico-resistenza e preservare l’efficacia sia dei nuovi farmaci a disposizione sia delle molecole di uso convenzionale. Documenti che possono essere visionati sul portale AIFA.

L’antimicrobico-resistenza rappresenta, quindi, uno dei problemi più importanti di sanità globale che bisogna combattere non solo a livello ospedaliero con un utilizzo appropriato di farmaci e misure da attuare, ma anche partendo dal singolo cittadino. Emblematico è il caso di alcuni mesi fa relativo alla mancanza dell’azitromicina in farmacia, per una spropositata prescrizione del farmaco e conseguente utilizzo inappropriato dei cittadini contro il SARS-CoV-2.

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