La malattia di Alzheimer oggi in italia interessa circa 7000 persone, quasi il 5% degli ultra 65enni, e secondo le previsioni dell’ISTAT nel 2030 la percentuale si triplicherà e saranno colpiti dalla malattia ben oltre 2 milioni di pazienti. In attesa di cure efficaci contro l’Alzheimer, una strada percorribile nelle prime fasi dopo la diagnosi è quella di sfruttare le risorse della migliore tecnologia e metterle a disposizione della salute come previsto tra l’altro dal PNRR. A questo proposito, in occasione della Giornata mondiale contro l’Alzheimer è stata presentata a Roma “Chat Yourself”, una memoria virtuale che può offrire un aiuto concreto alle persone che stanno affrontando le prime fasi della malattia, caratterizzate spesso da perdite di memoria e disorientamento spazio – temporale. Il servizio è stato sviluppato attraverso la tecnologia del chatbot, ovvero un software basato su un’intelligenza artificiale in grado di simulare una conversazione intelligente con l’utente su una chat e di memorizzare tutte le informazioni relative alla vita di un individuo, restituendole poi su richiesta all’utente, e che ha anche la possibilità di impostare notifiche personalizzate. Il progetto è stato promosso da Italia Longeva, la Rete nazionale di ricerca sull’invecchiamento e la longevità attiva del dicastero della Salute, con il supporto tecnico di Nextopera e di Facebook e perfezionato grazie ad un team di neurologi, geriatri e psicologi per migliorare la qualità di vita di pazienti, familiari e caregiver.
Come funziona. Attraverso il cellulare in tasca si può gestire la propria memoria di riserva considerato che all’interno di “Chat Yourself” ci sono tutte le informazioni facilmente recuperabili a partire dalla terapia orale da assumere, al tipo di alimentazione da seguire ogni giorno, a come ritornare a casa se ci si è persi; il Servizio infatti utilizza tutte le mappe comunemente conosciute applicandole ai problemi di memoria e di organizzazione mentale dei pazienti affetti da malattia di Alzheimer. Chat Yourself, che è scaricabile e accessibile gratuitamente attraverso la piattaforma di Facebook Messenger, simula una conversazione tra sistema ed essere umano, con l’obiettivo di far recuperare a quest’ultimo informazioni importanti che può avere dimenticato e che necessita di reperire. Basterà quindi digitare la propria domanda (“Come si chiama mio figlio?” “Che pastiglie devo prendere?” “Quando compio gli anni?”) sulla chat, per ricevere una risposta automatica dal sistema.
Convivere con la malattia. “Chat Yourself” non ha certo la presunzione di curare la malattia, quanto piuttosto quello di mettere le competenze tecnologiche e la creatività a disposizione dei malati di Alzheimer dandogli dignità, possibilità di sconfiggere la paura e di recuperare almeno in parte la propria indipendenza; gli offre un nuovo modo di convivere con la malattia e di affrontare le prime fasi dopo la diagnosi. È in questa ottica che i Fondi destinati al Sistema Salute dal PNRR insieme al Fondo per l’Alzheimer e le Demenze istituito nell’ultima legge di Bilancio di 5 milioni di euro all’anno per il 2021, 2022 e 2023 dovranno essere utilizzati per migliorare la qualità dell’assistenza erogata, potenziare la ricerca scientifica ricerca e tecnologica, investendo nella diagnosi precoce, nelle terapie innovative e per superare le disparità territoriali.