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Missed Nursing Care. Le “Cure infermieristiche mancate”

Le Missed Care sono associate ad esiti negativi sui pazienti, sullo staff infermieristico e sull’organizzazione.

L’Agency for Healthcare Research and Quality (AHRQ) ha identificato due principali tipi di errori sanità: gli “Errors of Commission”, correlati ad atti commessi e gli “Errors of Omission”, correlati invece ad atti omessi. E sempre secondo l’AHRQ le Missed Nursing Care fanno parte degli errori di omissione.

Le Missed Nursing Care rappresentano un problema internazionale che sta suscitando sempre maggior interesse nell’ambito della ricerca infermieristica, per le ricadute sui risultati clinici dei pazienti e sul personale infermieristico. In una recente revisione sistematica, il 55-98% degli infermieri ha ammesso di aver omesso o ritardato almeno una attività assistenziale durante il proprio turno di lavoro. Le Missed Care pertanto, sono associate ad esiti negativi sui pazienti, sullo staff infermieristico e sull’organizzazione.

In particolare, esse sono state associate ad eventi avversi (errori di somministrazione, cadute, infezioni nosocomiali), a bassi livelli di soddisfazione dei pazienti e ad un aumento della mortalità. Inoltre, le cure mancate sembrerebbero influenzare negativamente gli outcomes dello staff infermieristico quali la soddisfazione lavorativa, il turnover, l’intention to leave, causando demotivazione e aumentando il distress morale.

Le cure infermieristiche mancate sono presenti trasversalmente a livello mondiale e quelle principalmente omesse sono sovrapponibili nella maggior parte degli studi. La relazione con il paziente e l’attività di educazione a pazienti e famiglie risultano essere quelle maggiormente omesse.

Come si misurano le Missed Nursing Care?
Le Missed Nursing Care sono attività assistenziali, proprie dei professionisti infermieri, necessarie al paziente, che a causa di diversi fattori non vengono erogate, vengono erogate parzialmente oppure rimandate rispetto a quanto pianificato. In Italia sulla base di una recente Consensus Conference il termine che meglio riflette nel contesto italiano le Missed Care, è risultato essere “Cure Infermieristiche Compromesse”. In letteratura sono presenti tre approcci principali al tema delle Missed Care, ognuno dei quali è nato in un contesto diverso e ha fatto proprie definizioni concettuali e strumenti di misurazione differenti:

  1. Il Tasks Undone Scale (TU-7). È lo strumento che misura le cure infermieristiche perse intese come un “insieme di compiti da fare”. È un modello concettuale sviluppato nell’ambito dell’International Hospital Outcomes Study che identifica le cure perse come una componente del processo assistenziale: da una parte ci sono le caratteristiche clinico/organizzative (la struttura) e dall’altra i risultati sui pazienti e sull’organizzazione (gli esiti). Quando le attività infermieristiche vengono omesse, e quindi i bisogni assistenziali dei pazienti non vengono soddisfatti, si possono verificare esiti negativi sui pazienti e sull’organizzazione. La TU-7 è composta da una lista di sette attività infermieristiche, identificate tramite focus groups con gruppi di infermieri, che vengono spesso omesse: Igiene orale, Cura della cute, Istruire pazienti o familiari, Confortare i pazienti, Comunicare con i pazienti, Aggiornare o sviluppare piani di cure, Preparare pazienti e le loro famiglie per la dimissione.
  2. Il Basal Extent of Rationing of Nursing Care (BERNCA). È una scala che misura il fenomeno del razionamento delle cure infermieristiche basata sulla teoria dell’“Implicit rationing”, ovvero un processo di problem solving e decision making implicito che gli infermieri mettono in atto durante l’erogazione dell’assistenza, quando le risorse (umane, di tempo, ecc.) non sono sufficienti a soddisfare i bisogni dei pazienti. In risposta a questa situazione gli infermieri usano il loro giudizio clinico per dare delle priorità di intervento e decidere quale compito portare a termine. La scala BERNCA nella sua versione originale include una lista di 20 attività infermieristiche, e gli items sono raggruppati in 5 dimensioni: (a) Attività di vita quotidiana, (b) Assistenza e supporto, (c) Riabilitazione, istruzione ed educazione, (d) Monitoraggio e sicurezza, (e) Documentazione. Agli infermieri è chiesto di dichiarare la frequenza in cui hanno omesso alcune attività infermieristiche negli ultimi sette turni lavorativi, utilizzando una scala di Likert a 4 punti (mai, raramente, a volte, spesso).
  3. Il MISSCARE Survey. È uno strumento che si basa sul modello concettuale denominato “Missed care model”, nel quale le Missed Care vengono considerate errori di omissione. Le cure perse, in questo modello, rappresentano una componente del processo assistenziale, ma non sono influenzate solo da tempo e risorse ma anche da valori, abitudini, coesione dell’équipe assistenziale e capacità individuali degli infermieri. La scala MISSCARE è basata sul risultato di 25 focus groups condotti con gruppi di infermieri di unità mediche e chirurgiche ed è composta da due sezioni. La sezione “A” include una lista di 22 attività infermieristiche e agli infermieri è chiesto di stimare la frequenza con cui tali attività vengono omesse durante l’attività lavorativa su una scala Likert a 5 punti. La sezione “B” è composta da una lista di 16 cause di cure mancate, dove gli infermieri devono indicare il grado di accordo su una Likert a 4 punti. Questo è l’unico strumento in cui vengono indagate le probabili cause delle Missed Care.

La sicurezza dei pazienti quindi è una priorità nell’erogazione dei servizi sanitari e gli infermieri giocano un ruolo fondamentale in ogni fase della cura al paziente e nella minimizzazione degli eventi avversi. Tuttavia, la Pandemia ancora in corso, i tagli alle risorse umane e materiali e la crescente complessità dei pazienti ricoverati stanno comportando un importante aumento del carico di lavoro sui professionisti sanitari.

Tale situazione è aggravata anche dalla carenza di personale infermieristico la quale provoca un impoverimento all’interno dell’equipe assistenziale, sia in termini numerici (rapporto infermieri/pazienti), sia in termini di skill mix. In questo contesto, le cure assistenziali sono spesso ridotte o rimandate. Quando gli infermieri omettono o posticipano alcune cure, i pazienti non ricevono un’assistenza di qualità e quindi la loro sicurezza e i loro esiti clinici vengono compromessi.

Tutto ciò conduce anche ad un certo esaurimento emotivo e a dilemmi etici che gli infermieri si trovano ad affrontare quotidianamente. Le cure infermieristiche perse pertanto, rappresentano un indicatore importante della qualità dell’assistenza e tale fenomeno ha bisogno di essere attentamente indagato e misurato con estrema precisione per valutarne l’entità, tracciarne i trend, e programmare interventi adeguati per prevenirlo.

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