[dropcap color=”#000000″ style=”style-1″ background=”#ffffff” ] G[/dropcap]iorni di tensione per i genitori della piccola Tafida Raqeeb, la bambina di cinque anni ricoverata in coma al London Royal Hospital per un’emorragia cerebrale e i cui medici intendono, contro la volontà della famiglia, staccare la spina del respiratore.
Lunedì scorso è iniziata l’udienza dell’Alta Corte di Londra chiamata a decidere il destino della piccola,l’esame del caso secondo quanto riporta il Times, dovrebbe durare 5 giorni e terminare venerdì.
La piccola soffre dalla nascita di una rara malformazione arteriovenosa, che lo scorso 9 febbraio le ha provocato lo scoppio di una vena in testa. Secondo gli esperti del London Royal Hospital “proseguire con cure invasive è ormai vano” e a luglio avevano proprosto di staccare la spina del respiratore. Una decisione che non è stata accettata dai genitori della bambina in quanto ancora ”vigile” e per questo intenzionati a portarla in Italia anche facendo appello alla fede islamica, che vieta l’interruzione delle terapie se non nei casi di morte cerebrale.
“Non staccate la spina”, ha espresso l’ospedale Gaslini di Genova,annunciando di essere disposto a prendere in cura Tafida.
Il collegio tecnico di specialisti si è riunito per valutare il caso della piccola e ha inviato il 5 luglio scorso un documento ai colleghi di Londra, con i quali successivamente si è anche svolta una videoconferenza collegiale. Il report evidenzia l’estrema gravità delle condizioni cliniche, in linea con quanto indicato dai medici inglesi e il fatto che in Italia non si opera una sospensione delle cure, se non in caso di ‘morte cerebrale’, quadro clinico che, secondo gli specialisti del Gaslini, è diverso da quello della piccola.
Per questo i genitori, Shelina Begum, avvocato di 39 anni, e Mohammed Raqeeb, perito edile di 45 il 16 luglio hanno depositato il ricorso all’Alta Corte di Londra.
Il caso drammatico di Tafida ricorda quelli recenti di altri due bambini inglesi, Charlie Guard e Alfie Evans, conclusi dopo molte polemiche, con la morte dei piccoli.