La prevenzione della diffusione di COVID-19 a fronte del del carattere particolarmente diffusivo della pandemia e dell’incremento dei casi anche sul territorio nazionale è stata affidata a diversi Dpcm con l’intento di rallentare e magari arrestare l’espansione del virus, tutelando la salute del cittadino e l’aggravamento del sistema sanitario nazionale ormai al collasso attuando insomma misure di distanziamento sociale e massima permanenza in casa, salvo situazioni strettamente necessarie.
Durante questo periodo ho condotto uno studio mediante un questionario online, sfruttando Social-Media quali (whatsapp, facebook, instagram, google documents) prendendo spunto dal Qr36 rielaborato contenenti domande riguardanti Informazioni generali (nazionalità, sesso, età, professione) e informazioni specifiche (rapporto con attività fisica, alimentazione, fumo, stato di salute, sttività quotidiane e Smart-working), antecedenti e consecutivi al periodo di quarantena per dimostrare come il Coronavirus e le restrizioni governative abbiano inciso negativamente sullo stato di salute generale dell’individuo e come sedentarietà, posture scorrette protratte per lunghi periodi, alimentazione, fumo e componente psicologica abbiano generato un aumento delle problematiche muscoloscheletriche specialmente a livello rachideo.
IL QUESTIONARIO
Il questionario è stato compilato da 789 persone con prevalenza di risposte da parte di individui di sesso femminile (67% donne 33% uomini) di età compresa tra 18 e 70 anni (40.2% 18-30 anni 36,15% 31-50 anni 23,65% 51-70 anni) di cui maggioranza 26%, lavoratori privati e studenti. Il primo dato che emerge è che in tempo di quarantena la popolazione ha sospeso (20.4%) o diminuito (57.2%) le sedute di allenamento, il 64.7% sostiene di averlo fatto per demotivazione e paura della situazione COVID-19. Altro dato preoccupante è che il 30.4% dei cittadini ha trascorso dalle 3 alle 5 ore in più fermo, aumentando i tempi di permanenza su smartphone, pc e tablet ed ha percorso mediamente tramite visione app telefonica 3000 – 5000 passi in meno rispetto inizio pandemia (41.1%).
IL PESO
Incremento di peso e peggioramento di quantità e qualità di cibo pari al 31.6% le principali conseguenze della sedentarietà. Come deducibile per quanto appreso precedentemente, il 61.6% delle persone si sente peggio dal punto di vista fisico, psichico e sociale, il 56.9% dei soggetti ha manifestato maggiori problemi muscolo-scheletrici, spiccano su tutte la regione lombo – sacrale e quella cervicale (22.2% – 14.9%). Il 30.4 % ha avuto prime insorgenze o peggioramento della sintomatologia, 35.8% dei quali ha trascurato la condizione, il 22.2 % invece ha aumentato l’utilizzo di farmaci analgesici ed antinfiammatori. Si evince, infine che il 37.2% degli individui si affatica prima nelle attività di vita quotidiana e dorme peggio, inoltre il 42.6% dei fumatori consuma più sigarette.
LA POSTURA
Cominciamo ora ad analizzare le possibili cause che hanno predisposto l’insorgenza della sintomatologia, prima su tutte la sedentarietà, quando si è seduti si pensa di riposare ma in realtà la pressione sui dischi è maggiore di quando si è in piedi, aumenta del 40%, agevola inoltre la flessione anteriore del rachide, la lordosi lombare si riduce e quando la sedia è troppo bassa ci si rilassa formando una curvatura quasi opposta a quella fisiologica che da concava (lordosi) diviene convessa (cifosi) i dischi intervertebrali non sono dotati di irrorazione propria, non hanno vasi sanguigni che li alimentano direttamente, ma traggono nutrimento dalle strutture circostanti attraverso il movimento, se c’è fissità, e dunque si sta seduti per troppo tempo essi non hanno possibilità di reidratarsi. Se questo è accompagnato poi da un largo utilizzo di smartphone, pc e tablet, sia per noia che per un loro utilizzo obbligato, dettato da esigenze lavorative (smart- working) e didattiche (didattica online) si verifica un incremento non solo di lombalgia ma anche cervicalgia, indotta dalla sindrome text neck.. In questo caso, mantenendo la testa a 45° aumenta l’impatto sulla colonna, tratto cervicale e dorsale, specie in posizioni flesse più elevate, mentre in quella neutra, la testa pesa circa 4,5 – 6 Kg, quando si flette anteriormente, cercando lo schermo di 15°, il capo peserà circa 12 Kg, lo stress sul rachide aumenterà gradualmente e a 60°, sarà di 27 Kg. L’alterazione delle curve fisiologiche, il mantenimento prolungato di posture scorrette (tipicamente in chiusura e flessione anteriore) porta a distribuzioni anomale del carico con eventuale ipoattivazione ed iperattivazione di determinati muscoli generando così tensioni e dolore.
LA PSICOLOGIA E LA RESPIRAZIONE
Essendo poi la postura l’integrazione di più sistemi dobbiamo prendere in considerazione anche l’aspetto psicologico dell’individuo, gli stati d’animo vissuti durante il lockdown quali paura, stress, ansia, utilizzo di mascherine etc. avrà inciso fortemente su di essa, portando alla contrazione dei principali muscoli flessori (ileo-psoas compreso) inarcando in modo scorretto la schiena, inducendo la chiusura delle spalle e compressione della cassa toracica con respirazione disfunzionale e conseguente blocco diaframmatico. Altra componente non trascurabile, influenzabile e rilevabile dallo studio è il sano stile di vita, dopo aver parlato delle conseguenze indotte dalla sedentarietà e relativa ipotonia è giusto parlare anche di alimentazione, peso e fumo come fattori predisponenti ed aggravanti del mal di schiena.
IL CIBO
L’abuso di cibo spazzatura, carne, grassi animali, zucchero bianco e sale raffinato predispone l’insorgenza di malattie metaboliche e cardiovascolari, la prima conseguenza negativa di queste cattive abitudini alimentari è l’aumento di peso, che costringe ad un carico eccessivo le articolazioni degli arti inferiori e della colonna vertebrale provocando adattamenti, algie e precoce usura, affatica inoltre il sistema cardiocircolatorio aumentando il rischio di patologie. Fumo e caffeina invece facilitano problematiche quali artrosi, osteoporosi e deterioramento dei dischi intervertebrali, oltre che sensibilità al dolore, la popolazione trascura la sintomatologia o peggio cerca di annullarla con la convinzione che il farmaco analgesico/antinfiammatorio risolva il problema. E’ risaputo invece che attenua si l’infiammazione e il dolore ma non lo risolve definitivamente. Sotto questo aspetto rieducazione ed educazione posturale svolgono un ruolo chiave per migliorare l’assetto, la sintomatologia e soprattutto per educare il soggetto ad utilizzare correttamente il rachide nelle azioni di vita quotidiana, ricordiamo per concludere che prevenire è meglio che curare.
Bibliografia :
Agliata G.“Le afferenze posturali”ed.Abbiabbe’2010.
Carolyn C.”Leaning forward during phone use may cause text neck” 2017.
Toso B.“Mal di schiena-prevenzione e terapia delle algie e patologie vertebrali”ed.Terza 2013.