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Le modalità di lavoro a distanza nell’emergenza sanitaria da covid-19

*Dott. Antonio Di Lascio, Dott.ssa Teresa, Caterina Marasco, Dott. Dante Chiefalo

Professioni e Lavoro

Alcune indicazioni per i team work degli Enti istituzionali delle professioni sanitarie.

L’emergenza sanitaria ha messo al centro del dibattito e delle scelte politiche l’utilizzo degli strumenti digitali e le modalità, cosiddette, di smart working, per comunicare o ricevere informazioni e servizi dalle istituzioni (80%) o per esigenze di lavoro (60%) [1], accelerando lo swich-off digitale dei processi di gestione ed erogazione dei servizi pubblici [2], da tempo in cantiere, ma mai concretamente realizzati. Questa circostanza ha comportato, da parte delle pubbliche amministrazioni, un rapido ripensamento ed adeguamento delle proprie strutture ed operatività, considerando le attività, che si prestano a modalità di lavoro agile e l’obiettivo di includere, anche quelle originariamente escluse.

Anche le rappresentanze istituzionali ordinistiche delle professioni sanitarie, riordinate ai sensi della Legge 3/2018, rientrando nel novero della pubblica amministrazione, quali Enti pubblici non economici, sono state interessate, sotto l’aspetto operativo e gestionale, a questo tipo di provvedimenti. Già da diverso tempo, la Federazione nazionale degli Ordini dei tecnici sanitari di radiologia medica, delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione, ha intrapreso un percorso per la dematerializzazione e la completa digitalizzazione dei processi, come ad esempio la procedura per l’iscrizione dei professionisti agli Albi, attraverso piattaforma Web. Inoltre, dotandosi di piattaforma per videoconferenza, ha realizzato ancora prima dell’emergenza, modalità di lavoro agile, attraverso numerosi incontri e riunioni, con il chiaro obiettivo di rendere più agevoli ed adeguate, alla accresciuta complessità del contesto generale e organizzativo, soprattutto in seguito alla trasformazione degli ex collegi dei Tecnici sanitari di radiologia medica in Ordine rappresentativo di ben 19 professioni, le differenti forme di incontro, dialogo, confronto e condivisione tra le persone (elemento di sintesi principale per la realizzazione delle successive attività poste in essere, a diverso titolo). Una valida esperienza è stata l’organizzazione del primo congresso nazionale dell’Ordine, svoltosi nell’autunno del 2019 e che ha visto, nel comitato scientifico, il coinvolgimento di 60 professionisti, lavorando a distanza, per almeno un anno, attraverso differenti conference call. Sulla base dell’esperienza fin qui maturata, il presente lavoro, vuole fornire alcune indicazioni pratiche ed operative, insieme alla raccolta sistemica degli aspetti regolatori, senza la pretesa di essere esaustiva.

Le misure introdotte con l’emergenza COVID-19

Per rispondere alla complessità del momento le autorità hanno introdotto importanti misure per la prevenzione, il controllo ed il contenimento delle infezioni, sia per il settore pubblico che per il privato. Soprattutto nel pubblico impiego, per lo svolgimento della prestazione lavorativa, sono state contemplate modalità di lavoro [3] agile e flessibile, avvalendosi di modalità telematiche [4](che può essere svolta anche attraverso strumenti informatici nella disponibilità del dipendente, qualora non forniti dall’amministrazione) [5], soprattutto, in merito:

  1. alle attività di ricevimento del pubblico o di erogazione diretta di servizi al pubblico,
  2. ad ogni forma di riunione.

Per la pubblica amministrazione, fino alla cessazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-19, ovvero fino ad una data antecedente stabilita con DPCM, lo smart working, “è la modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa” [6], per renderla più adeguata alle difficoltà del mutato contesto generale, contribuendo così, al mantenimento dei servizi e dell’attività amministrativa, sia per gli utenti interni che esterni con la riduzione, negli uffici pubblici, della presenza fisica dei dipendenti [7] e dell’utenza, evitandone, di conseguenza, anche lo spostamento.

La disciplina dello smart working, in Italia, è stata regolata dalla Legge 81/2017 [8] con l’introduzione di “misure volta a favorire una nuova concezione dei tempi e dei luoghi di lavoro subordinato, definendo il lavoro agile, come modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato, stabilita mediante accordo tra le parti, anche con forme di organizzazione per fasi, cicli e obiettivi e senza precisi vincoli di orario o di luogo di lavoro, con il possibile utilizzo di strumenti tecnologici per lo svolgimento dell’attività lavorativa” [9]. Tali disposizioni si applicano, in quanto compatibili, anche nei rapporti alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche [10], secondo alcune direttive emanate [11] ai sensi di legge e fatta salva l’applicazione di disposizioni specificatamente adattate per tali rapporti. Successivamente, attraverso l’adozione della direttiva 3/2017 [12], sono stati definiti indirizzi e linee guida con indicazioni metodologiche per l’attivazione del lavoro agile, gli aspetti organizzativi, la gestione del rapporto di lavoro e le relazioni sindacali, le infrastrutture abilitanti per il lavoro agile, la misurazione e valutazione delle performance, la salute e sicurezza sul lavoro.

Con i primi interventi regolatori, definiti con Decreto Legge 6/2020 [13], Direttiva 1/2020 [14] del 25 febbraio e DPCM del 1 marzo 2020 [15], si invitavano le pubbliche amministrazioni, a privilegiare, nello svolgimento di incontri o riunioni, le modalità di collegamento remoto, al fine di contemperare l’interesse alla salute pubblica, con quello alla continuità dell’azione amministrativa, invitandole a potenziare il ricorso al lavoro agile, individuando modalità semplificate e temporanee. Mediante ulteriore Decreto legge [16] sono state previste misure normative volte a garantire, mediante Consip S.p.A., l’acquisizione delle dotazioni informatiche necessarie alle pubbliche amministrazioni al fine di poter adottare le misure di lavoro agile per il proprio personale.

Lo smart working: il caso degli enti istituzionali delle professioni sanitarie.

Come noto, nel novero della pubblica amministrazione, rientrano anche gli Ordini delle professioni sanitarie, recentemente riorditati dalla “Legge Lorenzin”, quali enti pubblici non economici di natura associativa, disciplinati da disposizioni speciali di diritto pubblico, istituiti in funzione strumentale ed ausiliaria rispetto ai compiti assunti dallo Stato, per il perseguimento e la garanzia degli interessi connessi con il particolare esercizio professionale svolto dai propri iscritti, rivolto a garantire la salute individuale e collettiva dei cittadini, come disposto dall’art. 32 della Costituzione. Per questo, diverse sono le funzioni attribuite, realizzate attraverso attività collegiali con finalità istituzionali, organizzative e gestionali dell’Ente. Lo smart working, nel tempo ed in particolare in questa situazione contingente è divenuta una possibilità anche per queste realtà della PA. Affinchè lo smart working possa portare i benefici auspicati, per le aziende e i lavoratori, è necessario stabilire rigorose policy chiare che contemplino l’oggetto (o meglio, cosa si intenda, nel contesto organizzativo, lo smartworking) e disciplinino le attività ed il lavoro del team, il riconoscimento al diritto di disconnessione, gli strumenti di lavoro (che deve avere la possibilità di accedere ai documenti dell’organizzazione), le scadenze da rispettare e incentivando un cambio di mentalità, passando dalla cultura del controllo (rispetto al tempo impiegato per realizzare le attività necessarie) a quella di risultato, sugli obiettivi raggiunti e fondata sulla fiducia per i propri collaboratori e sui benefici del lavoro di squadra, nella consapevolezza che, nel confronto tra i colleghi, scaturiscono le migliori intuizioni. Anche le attività degli Ordini sono fortemente caratterizzate, per gran parte, dal lavoro in team. Definiti gli obiettivi che ciascuna attività si prefigge di raggiungere ed assegnate le dovute priorità, sarà necessario pianificare incontri per confrontarsi, assegnare incarichi, valutare il lavoro svolto, migliorare quanto predisposto, risolvere criticità, coordinare (ne sono esempi sedute ed attività degli organi istituzionali o gli eventuali gruppi di lavoro).

Per la realizzazione di modalità a distanza, utili per lo svolgimento delle attività dell’Ordine (sia istituzionali che progettuali), si può ricorrere, come indicato, a differenti misure e strumenti flessibili [17], soprattutto informatici, da adottare, secondo i poteri datoriali e dell’autonomia organizzativa riconosciuta ad ogni ente, pubblico e facendo riferimento a:

  1. sistemi di telelavoro, concetto attualmente superato con la concezione di lavoro agile (quale forma più evoluta di flessibilità di svolgimento della prestazione lavorativa, da attivare anche nei casi in cui il dipendente si renda disponibile ad utilizzare propri dispositivi;
  2. utilizzo di soluzioni di cloud computing, per agevolare l’accesso condiviso a dati, informazioni e documenti;
  3. ricorso a strumenti per la partecipazione da remoto a riunioni e incontri di lavoro (sistemi di videoconferenza e call conference)
  4. garanzia di adeguati livelli di sicurezza e protezione della rete e dei collegamenti, secondo le esigenze e le modalità definite dalle pubbliche amministrazioni, a fronte di eventi quali incidenti o azioni ostili che possono compromettere il funzionamento dei sistemi e degli assetti fisici cotrollati [18];
  5. attivazione di un sistema di reportistica interna, per ottimizzare la produttività;
  6. sistemi di comunicazione interna, sfruttando sito internet, intranet, messaggistica istantanea, le informazioni disponibili, diffondendole in tempo reale o comunque con la massima celerità tra

Tra gli effetti collaterali del lookdown [19]c’è l’impatto sulle reti di telecomunicazione, dovuta alle milioni di persone che, impossibilitate ad uscire di casa, hanno iniziato contemporaneamente ad utilizzare internet per lavorare (smart working con videoconferenze e software di condivisione), studiare, tenersi aggiornati, trascorrere il tempo (con contenuti di svago per giocare, comunicare o guardare in streeming programmi e film), travolgendo e mettendo a dura prova le infrastrutture dei provider, registrando progressivi rallentamenti, oppure, scenario peggiore, blackout momentanei, soprattutto su linea fissa, a partire dall’ultima settimana di febbraio, in gran parte d’Europa.

I consumi di banda risultano raddoppiati rispetto al marzo 2019 [20], con picchi di 82 e 167 Tbps (Terabyte/sec.), coinvolgendo soprattutto i paese colpiti dal coronavirus (Cina, Corea, Giappone ed Italia), insieme all’aumento vertiginoso (112%) dell’utilizzo di software che consentono un accesso diretto e sicuro ai server aziendali (Virtual Private Network), mandando in sofferenza tanto le reti in rame quanto quelle in fibra.

Al fine di evitare un approccio improvvisato, che potrebbe esporre a numerosi rischi l’organizzazione, risultano, per questo indispensabili:

  • un segnale stabile della linea internet, con la massima copertura in tutta l’abitazione
  • l’affidabilità della rete, tenendo conto che una rete aziendale è costruita con alti livelli di protezione, che devono essere garantiti anche quando si lavora connettendosi da una rete domestica
  • l’adozione di strategie che possano prevenire la perdita di informazioni ed interruzioni dei processi (data quality e automation), mitigando la presenza di errori sui dati processati

Le raccomandazioni AGID per il lavoro agile nella PA

Cert-PA [21] di AgID, per supportare tutti gli Enti nell’utilizzare in sicurezza gli strumenti informatici (pc, tablet e smartphone personali) nel lavoro da casa, ha redatto alcune raccomandazioni, in 11 punti.

Le conference call ed il lavoro agile: suggerimenti per renderle efficaci

La complessità dei fenomeni sociali che stiamo vivendo, le questioni educative e la necessità di far convergere competenze professionali di tipo interdisciplinare a distanza, diventa espressione di un approccio condiviso alle problematiche e alle sfide. In questa logica di integrazione dei saperi e delle competenze, il fatto di lavorare insieme ai colleghi, costituendo un gruppo di lavoro, può essere una risorsa pur riconoscendone le fatiche e la complessità di funzionamento. In molti lo facevano anche prima, ma adesso, obbligati dall’emergenza Coronavirus, le riunioni in remoto sono diventate già una nuova abitudine. Ci si sente e ci si vede e, per quel tempo, quasi ci si dimentica che siamo tutti isolati, ognuno a casa propria. Sembra di essere lì, in un’unica stanza, intorno al solito tavolo [22], anche se il contesto del mondo “analogico” è differente dal mondo “digitale” e le regole sono completamente differenti [23].

Il lavoro a distanza come risorsa

In termini professionali potersi confrontare e lavorare in remoto è un’importante risorsa, tanto da poter essere assimilato ad una “mission” condivisa, perché favorisce la collaborazione tra esperti di diversi settori ma anche tra professionisti di una stessa disciplina, che recano punti di vista inediti e soluzioni alternative, favorendo una gestione integrata dei problemi. Il dialogo e l’integrazione tra le diverse prospettive è indispensabile. Anche sul piano personale il gruppo rappresenta un importante contesto relazionale che protegge da eventuali rischi di isolamento e corregge eventuali errori individuali. Lavorare in gruppo aiuta altresì a focalizzare il proprio ruolo e a maturare le specificità delle proprie prospettive.

L’appello a creare forme collaborative più diffuse e continuative sfruttando le risorse della rete è sempre più forte. Inevitabilmente si paga il costo della fatica e delle tensioni, ma è impossibile sottrarsi alla sfida di imparare a lavorare insieme in un contesto domestico, pena la qualità del lavoro stesso ed ancor più l’apprendimento.

Nei contesti on-line la pratica del Lavoro in team deve fare riferimento alla prospettiva del Knowledge management, che sostiene la strutturazione di learning organizations.

Gli ambienti di apprendimento e di lavoro si devono ispirare:

  • alla condivisione,
  • allo scambio di conoscenze,
  • informazioni,
  • saperi,
  • competenze.

La creazione di contesti di condivisione on-line consente di promuovere una cultura di apprendimento e di conoscenza continua, quale esito della capacità di collaborare con i colleghi e, in generale, di saper lavorare in modo interconnesso anche a distanza.

Strategico diventa instaurare un’alleanza tra i diversi partecipanti a più livelli. Un’alleanza non formale, basata sulla fattiva collaborazione, sul confronto, sulla contaminazione dei saperi e delle competenze. Nella prospettiva della valorizzazione delle competenze e della condivisione delle responsabilità, diventa essenziale promuovere il passaggio da modalità di lavoro individuale (alcune volte, un semplice “stare insieme” con i colleghi, docenti o discenti), ad un autentico saper lavorare in gruppo [24]: da ciò dipendono le qualità e l’efficacia degli incontri.

Come realizzare una riunione efficace

Per poter rendere più efficace ogni qualsivoglia processo che si decide di affrontare è importante considerare che l’attenzione non va posta solo sull’obiettivo da raggiungere, ma anche sul processo. L’equipe on-line deve essere considerata sia un esito che un processo. Per poter giungere alla capacità di agire in modo condiviso e interdipendente, bisogna procedere mettendo in atto questa stessa finalità, poiché la condivisione e l’interdipendenza, costituiscono, al tempo stesso, la strategia e lo scopo per rendere efficace l’incontro, la riunione, il momento.

Per realizzare ciò si consiglia di:

1. Utilizzare un software dedicato: Scegliere con cura il un software che supporti le comunicazioni a distanza tra le numerose opzioni disponibili (sono alcuni esempi WebEx, Zoom, GoToMeeting, Adobe Connect, Google, Skype). Questi software gestiscono le conversazioni in tempo reale, consentono ai partecipanti di porre domande e aiutano a registrare commenti e messaggi utili a far sì che tutti possano seguire la conversazione [25]. Sono implementate anche funzioni di chat o condivisione degli schermi (assegnandolo di volta in volta), così che ciascuno possa mostrare, anche visivamente, il proprio lavoro. In aggiunta alle usuali regole sullo svolgimento della riunione, in apertura serve spiegare ai neofiti come usare i pulsanti e i comandi disponibili.

2. Silenziare il microfono, quando non si parla. Naturalmente, una riunione on line prevede l’uso del microfono.  Se tutti, specie quando si è in tanti a partecipare, tengono aperto il proprio, si crea un fastidioso effetto di ritorno sonoro (fischi, rumori di sottofondo, rallentamenti nella voce, ecc.): diventa, perciò, difficile seguire ed ascoltare. Per evitare questo inconveniente, è importante suggerire a chi è in collegamento di utilizzare la piattaforma come se fosse una ricetrasmittente; ricordiamo e ricordiamoci di attivare il microfono ogni volta che dobbiamo parlare e di disattivarlo quando abbiamo finito: la qualità dell’audio migliorerà sensibilmente, favorendo l’attenzione dei presenti [26]. L’amministratore può disattivare l’audio di tutti.

La scelta della condivisione della webcam, è legata al tipo di piattaforma o software che si utilizza, ma anche alla tipologia di incontro. In alcuni casi potrebbe essere una scelta personale, non attivarla, mentre potrebbe essere utile mostrarsi, soprattutto durante i propri interventi, al fine di veicolare oltra alla comunicazione verbale, anche un messaggio non verbale. Ad ogni modo utilizzare la webcam potrebbe in alcuni contesti rallentare sensibilmente la connessione, il suo utilizzo è una scelta che va ponderata anche in funzione delle infrastrutture di cui si dispone, soprattutto in ambiente domestico, che potrebbe risentirne più facilmente rispetto all’azienda.

3. Definire a priori il programma. La duplice attenzione allo scopo e al processo è un aspetto che contraddistingue il funzionamento del gruppo di lavoro e attribuisce senso allo stare/lavorare insieme. Quando si lavora on-line è fondamentale essere consapevoli di questo duplice binario, su cui scorre il processo di costruzione e di consolidamento del gruppo. È necessario realizzare a priori un programma preimpostato e ben definito, è probabile che i partecipanti siano più coinvolti. Condividere l’ordine del giorno con gli altri in anticipo in modo che tutti sappiano in che modo possono e devono contribuire e possano prepararsi di conseguenza [27].  Dedicare tempo alla realizzazione degli obiettivi che ci si è posti e tanto importante quanto prendersi cura delle relazioni interne, per migliorare il gruppo. In questo modo il gruppo cresce equilibrando efficienza e relazionalità.

Naturalmente nel curare il programma si dovrà porre particolare attenzione ai contenuti del meeting e al proprio stato d’animo con cui affrontarla, cercando, allo stesso modo dell’ambito analogico, le modalità che permettano il più sereno approccio, scaricando l’ansia.

4. Realizzare il compito. Al fine di realizzare il compito e perseguire gli obiettivi è necessario superare la somma dei singoli soggetti, tanto nelle dinamiche relazionali quanto nell’approccio e nella soluzione dei problemi. On-line si realizza uno sguardo olistico sulla realtà e strategie di Problem solving più “sofisticate”, efficaci, rispondenti alla complessità delle questioni da conoscere e da affrontare. L’interdipendenza che si viene a creare è fondamentale per lavorare in gruppo, producendo decisioni condivise [28]. È necessario che i singoli integrino conoscenze e competenze verso un obiettivo comune, attivando strategie certamente più significative ma decisamente più impegnative rispetto a quelle che si potrebbero realizzare comunemente al di fuori del web. È pertanto richiesto un approccio dinamico e condiviso; certamente più lungo ma estremamente costruttivo in termini di esiti e di processi. Il dialogo tra professionisti deve costituire un potenziale arricchimento delle professionalità stesse ma, soprattutto, concorre a migliorare la qualità dell’intervento e la risposta dell’utenza. in questa logica sistemica riadattata al web, la specificità dei compiti e delle competenze non viene infatti annullata, quanto piuttosto finalizzata a un intervento corale, in cui l’autonomia coniuga con l’interdipendenza, in vista di un fine comune e accomunante.

E di fondamentale importanza che gruppo di lavoro sia, fin da subito consapevole e coinvolto, nella mission, senza disperdere tempo ed energie, rispetto a questa traiettoria. Ogni gruppo è “convocato” e provocato da un compito rispetto al quale, produce i risultati. Al fine di rendere possibile un siffatto funzionamento è fondamentale che i gruppi del lavoro condividono le regole di funzionamento che devono essere stabilite prioritariamente, per generare le condizioni utili per costruire una cultura comune che sappia cementare l’equipe stessa.

In questo senso, è indispensabile prestare particolare cura al fatto che il gruppo generi autentici processi di conoscenza e un approccio effettivo alle questioni, attraverso l’adozione di una strategia collaborativa che caratterizza ogni fase del processo.  Anzitutto bisogna chiarire:

  • La condivisione esplicita delle regole di funzionamento per evitare impasse o confuse attribuzioni della leadership. È fondamentale lavorare in modo sistematico in ogni fase del processo permettendo di integrare realmente le competenze e di evitare semplicistiche giustapposizioni di pratiche professionali. Non si tratta di negare l’importanza del lavoro individuale, ma piuttosto, di operare nella direzione di un’integrazione di ciascuno, tra libertà individuale e progettualità condivisa;
  • Ciascun componente del gruppo deve concorrere alla realizzazione del processo, a partire dalla condivisione delle sue prospettive epistemologiche, le cornici interpretative che adotta, nell’accostamento alle questioni educative, formative o di processo, le conoscenze che possiede e che ha maturato in virtù delle proprie esperienze, dei propri studi, della propria professionalità e della propria storia.

La creazione di gruppi online non può prescindere da queste caratteristiche, per permette anche di far fronte alle incertezze e ai cambiamenti continui a cui, i professionisti si sentono sempre più sottoposti. Le richieste, le sfide a cui oggi si è chiamati a rispondere prefigurano per queste equipe online compiti complessi e in continua evoluzione, sempre più sfaccettati e sottoposti a modifiche non risolvibili dunque in maniera ordinaria.

5. Coordinare il gruppo di lavoro. È fondamentale per gestire l’equilibrio e portare a buon fine il lavoro, la presenza di un efficace azione di coordinamento. Il funzionamento complesso del gruppo richiede la presenza di una sorta di controllo, finalizzato alla valutazione della pertinenza delle azioni intraprese o al riorientamento del lavoro, alla verifica dei risultati raggiunti, ma anche alla cura dei processi relazionali. Nei contesti on-line devono essere previste anche più figure di sistema che, tuttavia, svolgono un ruolo di coordinamento assai diverso a seconda dei vari gradi e ordini, ma anche in relazione alla cultura organizzativa di uno specifico contesto, che controllino le chat ed assegnino la parola su prenotazione (moderazione). Anche un assistente tecnico che possa aiutare e gestire la parte informatica e del software, soprattutto per le prime esperienze, può risultare utile.

Il ruolo del coordinatore si deve prefigurare nell’esercizio di una leadership che ha la caratteristica di essere condivisa e fortemente interrelata con gli altri. Il leader deve operare in una prospettiva gruppale, prestando un’attenzione costante alle dinamiche relazionali e facilitando il lavoro di gruppo, attraverso una molteplicità di interventi intenzionali, che vanno dall’ infondere sicurezza, al generare provocazioni, dal motivare al problematizzare, dall’ arginare all’ incoraggiare.

Le persone lavorano in modo più produttivo ed efficace se l’ansia cala. È per questo indispensabile tenere in conto come abbassare l’eventuale livello d’ansia dei partecipanti. Sicuramente può essere utile ricorrere ad alcuni accorgimenti, come:

  • utilizzare il video, stringendo una relazione sicuramente “più vicina”;
  • iniziare l’incontro con un dialogo informale, un breve aggiornamento che inizi con la classica domanda “come stai”, utile a mettere a proprio agio le persone, motivandole alla collaborazione;
  • esplicitare alcune regole (es. tenere il cellulare fuori dalla portata di mano) per eliminare possibili fonti di distrazione
  • accertarsi che tutti seguano e comprendano (es. ogni tot. Interpellare i partecipanti), verificando che stiano tecnicamente vedendo ed ascoltando, avvertendo, che per qualsiasi problema si può ricorrere alla chat.

Sarà necessario, rispetto ad una riunione analogica, utilizzare la maggiore chiarezza possibile. Per questo può essere opportuno chiamare le persone per nome, quando vogliamo sentire cosa ne pensano, ad esempio, e nominare i singoli step dell’incontro, mentre svolgiamo l’ordine del giorno.

6. Gestione delle tensioni e delle situazioni di contrapposizione. Non mancano le occasioni in cui il fatto di lavorare in gruppo con i colleghi on-line avallato dal fatto di essere dietro uno schermo alimenti tensioni e situazioni di contrapposizioni. Infatti, anche laddove vi sia una condivisa adesione o paradigma collaborativo, il semplice lavorare insieme non è garanzia di un efficace lavoro di equipe. Come in ogni gruppo, nelle riunioni on-line ciascuno porta le proprie istanze, opinioni, valori e orientamenti tutt’altro che identici. Il processo di Team Building, pertanto, parte dalla consapevolezza del fatto che non mancano tensioni e divergenze di valutazione; queste sono insite è maggiormente presenti nel funzionamento on-line. Conflittualità di tipo professionale o relazionale animano spesso gli incontri di progettazione di confronto tra professionisti, anche appartenenti a un medesimo ambito professionale. Il confronto con i colleghi e la condivisione di piste di lavoro sono importante occasione formativa anche per imparare a riconoscere e ad accogliere i limiti della propria professionalità come pure al tempo stesso la peculiarità e la pertinenza dei propri saperi.  Riuscire a dare dei confini al proprio ruolo costituisce un traguardo fondamentale per sapere stare nel gruppo e avviare autentiche pratiche di co-progettazione. Bisogna sempre ricordare che ogni conoscenza è soggettiva e parziale e si arricchisce solo nel confronto con l’altro, ponte di inedite e ulteriori conoscenze. Certamente le conoscenze che possediamo sono un’importante e insostituibile risorsa personale frutto della nostra storia formativa, delle nostre aspirazioni delle nostre esperienze. Pur non potendo prescindere dal contributo unico che ciascuno di noi può portare con le proprie conoscenze è tuttavia fondamentale porsi nella disposizione di scambiare e diffondere le conoscenze possedute, per generare un progetto lavoro on-line condiviso. La logica è quella della complementarietà; non quella della competizione. Bisogna coltivare attività comunicative, i conflitti e le divergenze possono essere gestite se si coltiva la consapevolezza che lo scopo fondamentale dello stare insieme e quello di affrontare nel miglior modo possibile un caso, nel garantire una soluzione adeguata ad un problema, nel promuovere cambiamenti efficaci per i destinatari del proprio lavoro. Non già per affermare la propria visione della realtà o esprimere in modo autoreferenziale le proprie competenze. La finalizzazione è altra.

Gli stessi conflitti, in tal senso, possono diventare un’occasione, certamente  faticosa ma anche generativa, per formare le persone alla capacità di confronto, sostando nelle tensioni generate dei diversi punti di vista di ciascuno è portatore, il coordinatore deve riuscire a trarre dalle situazioni di tensioni la possibilità di ricostruire le proprie idee e le proprie rappresentazioni della realtà, rendendo il lavoro di equipe anche un processo di ricerca, di apprendimento e di trasformazione.

Nell’immagine 2, abbiamo realizzato una infografia collegata che raccogliere e riassumente le informazioni più importanti.

La cura dei processi comunicativi

La presenza dei conflitti è ineliminabile nella vita di un gruppo di lavoro on-line, differenze di vedute valori eterogenei prospettive divergenti sono l’espressione del fatto che ogni persona è unica e tale unicità si porta anche nel lavoro di gruppo on-line. Affinché le diversità non costituiscano un pericolo ma un’opportunità per i singoli e per il gruppo stesso, è fondamentale prestare una particolare attenzione alle dinamiche relazionali che prendono forma nel gruppo, per cogliere anche gli aspetti più latenti ma meno operanti, le difficoltà, le resistenze, le fatiche [29].

La complessità del lavorare in gruppo e della gestione delle dinamiche relazionali richiede a tutti i soggetti di sviluppare capacità di ascolto e di negoziazione, favorendo lo scambio dei saperi, la conciliazione delle diverse competenze. Inoltre è importante valorizzare la pratica professionale in un clima di reciprocità, avendo cura, in questa prospettiva, delle modalità comunicative: chiarezza espositiva, per evitare fraintendimenti, facilitare la comprensione reciproca e favorire interpretazioni quanto più fedeli ai messaggi originari. Sul piano comunicativo, è decisivo permettere a tutti di esprimere le proprie idee circa il lavoro che il gruppo sta compiendo, condividere in modo democratico le informazioni, manifestare disagio o aspettative. È fondamentale che in questi gruppi, le persone possono fare esperienza di accoglienza delle proprie peculiarità e potenzialità, ma anche dei propri bisogni. Per facilitare lo scambio dialettico, è inoltre strategico prestare attenzione al flusso comunicativo, garantendo a tutti il potere di parola, cercando di favorire discussioni costruttive modalità di ascolto attivo, al fine di favorire la partecipazione e la condivisione.

Conclusioni

Probabilmente lo smart working diventerà la modalità ordinaria per alcune attività. Sicuramente sarà indispensabile intervenire sulla tecnologia, ammodernando non solo gli strumenti per rendere la propria prestazione, ma anche per le infrastrutture e la tutela della sicurezza informatica.

Queste modalità di lavoro agile ci stanno permettendo di recuperare, nel corso dei nostri incontri, su un valore alcune volte dimenticato: mettere al centro le “persone”, come risorsa, piuttosto che i processi, migliorando il rapporto di fiducia e collaborazione tra le persone stesse che si incontreranno, non più per un obbligo, ma per la reale esigenza di condivisione del progetto.

*Dott. Antonio Di Lascio
Tecnico Sanitario di Radiologia medica, Emodinamica PO di Vallo della Lucania – ASL Salerno, specialista in rischio clinico e in aspetti legali, forensi ed assicurativi delle professioni sanitarie

Dott.ssa Teresa, Caterina Marasco
Tecnico Sanitario di Radiologia medica, AOU Mater Domini di Catanzaro ,
laureata in scienze e tecniche di psicologia cognitiva

Dott. Dante Chiefalo
Tecnico Sanitario di Radiologia medica, AOU Mater Domini di Catanzaro

Bibliografia:
[1] Dati ricerca “LA COMUNICAZIONE DIGITALE DURANTE L’EMERGENZA” condotta dall’Osservatorio nazionale sulla comunicazione digitale di PA Social e Istituto Piepoli, aprile 2020

https://www.pasocial.info/wp-content/uploads/2020/04/COMUNICAZIONE-DIGITALE-IN-EMERGENZA.pdf

[2] Documento “2025 – Strategia per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione del Paese”, a cura del Ministero per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione, Roma Dicembre 2019
https://innovazione.gov.it/presentazione-piano-innovazione/ p. 8
[3] Art. 2 co. 1 lett. r, DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 8 marzo 2020 
“Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-192

https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/03/08/20A01522/sg

[4] Ministero per la pubblica amministrazione, direttiva 2/2020 indicazioni in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 nelle pubbliche amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 p. 3 punto 4

http://www.funzionepubblica.gov.it/sites/funzionepubblica.gov.it/files/Direttiva_2_20.pdf

[5] Art. 87, DECRETO-LEGGE 17 marzo 2020, n. 18 “Misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19”, pubblicato in GURI 70/2020

https://www.gazzettaufficiale.it/eli/gu/2020/03/17/70/sg/pdf

[6] Art. 87, DECRETO-LEGGE 17 marzo 2020, n. 18 “Misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19”, pubblicato in GURI 70/2020

https://www.gazzettaufficiale.it/eli/gu/2020/03/17/70/sg/pdf

Art. 1 nr. 6 del DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 8 marzo 2020 Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, applicabili sull’intero territorio nazionale. (20A01605) (GU Serie Generale n.64 del 11-03-2020) https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/03/11/20A01605/sg
[7] limitando, la presenza fisica nei rispettivi uffici, ai soli casi in cui sia indispensabile per lo svolgimento delle attività, garantendo un contingente minimo da porre a presidio di ciascun ufficio.
[8] Art. 18 LEGGE 22 maggio 2017, n. 81 “Misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l’articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato” in GU Serie Generale n.135 del 13-06-2017 https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2017/06/13/17G00096/sg
[9] Ministero per la Pubblica Amministrazione, Cicolare n. 1/2020 “Misure incentivanti per il ricorso a modalità flessibili di svolgimento della prestazione lavorativa” punto 2 p. 2 http://www.funzionepubblica.gov.it/sites/funzionepubblica.gov.it/files/Circolare_n_1_2020.pdf
[10] Di cui all’art. 1, co. 2 del D. Lgs. 30 marzo 2001 n. 165 DECRETO LEGISLATIVO 30 marzo 2001, n. 165 
Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche in GU Serie Generale n.106 del 09-05-2001 – Suppl. Ordinario n. 112

https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2001/05/09/001G0219/sg

[11] art. 14 L. 7 agosto 2015, n. 124 Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche. GU Serie Generale n.187 del 13-08-2015 https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2015/08/13/15G00138/sg
[12] Direttiva 3/2017 Linee guida contenenti regole inerenti all’organizzazione del lavoro finalizzate a promuovere la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro dei dipendenti” http://www.funzionepubblica.gov.it/sites/funzionepubblica.gov.it/files/Direttiva_lavoro_agile.pdf
[13] DECRETO-LEGGE 23 febbraio 2020, n. 6 
Misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19. In GU Serie Generale n.45 del 23-02-2020
https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/02/23/20G00020/SG, Decreto-Legge convertito con modificazioni dalla L. 5 marzo 2020, n. 13 in G.U. 09/03/2020, n. 61.
[14] Direttiva 1/2020 Funzione pubblica

http://www.funzionepubblica.gov.it/sites/funzionepubblica.gov.it/files/Direttiva_n_1_2020_0.pdf

[15] Art. 2 lett. m DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 1 marzo 2020 
Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19. In GU Serie Generale n.52 del 01-03-2020

https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/03/01/20A01381/sg

[16] DECRETO-LEGGE 2 marzo 2020, n. 9 Misure urgenti di sostegno per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19 in GU Serie Generale n.53 del 02-03-2020

https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/03/02/20G00026/sg

[17] Ministero per la Pubblica Amministrazione, Circolare 1/2020 Misure incentivanti per il ricorso a modalità flessibili di svolgimento della prestazione lavorativa http://www.funzionepubblica.gov.it/articolo/dipartimento/04-03-2020/circolare-n1-del-2020
[18] AGID, Circolare 2/2017 “Misure minime di sicurezza ICT per le pubbliche amministrazioni” in GURI 79 del 5/5/2017 https://www.cert-pa.it/wp-content/uploads/2018/07/CircolareAgID_170418_n_2_2017_Mis_minime_sicurezza_ICT_PA-GU-103-050517-2.pdf
[19] Isolamento a casa con la sospensione di tutti i servizi ritenuti non essenziali
[20] G. Ruscono “RAPPORTI AKAMAI E BEREC Effetto Covid-19: boom del traffico dati, ma ora (in Europa) si sta stabilizzando” in ilSole24ore

https://www.ilsole24ore.com/art/effetto-covid-19-boom-traffico-dati-ma-ora-in-europa-si-sta-stabilizzando-ADMbE5I

[21] Smart working: il vademecum per lavorare online in sicurezza https://www.cert-pa.it/notizie/smart-working-il-vademecum-per-lavorare-online-in-sicurezza/
[22] https://www.vanityfair.it/mybusiness/network/2020/03/17/riunioni-online-google-hangouts-zoom
[23] M. e M. Bormetti, “LAVORO AGILE FARE CONFERENCE CALL EFFICACI”, marzo 2020 pubblicato giornaledibrescia.it

https://www.giornaledibrescia.it/filedelivery/policy:1.3472351:1586427033/Manuale_Conference%20Call.pdf

[24] Romei,1999
[25] https://www.elearningnews.it/it/e-learning-news-C-3/buone-pratiche-C-12/come-rendere-le-tue-riunioni-online-piu-produttive-AR-403/
[26] https://www.massimofancellu.com/come-organizzare-una-riunione-on-line/
[27] Anthea De Domenico, Buone pratiche 28/11/2018: 10 suggerimenti per mantenere le persone coinvolte e interessate durante le riunioni in conference call.
[28] Di Nubila,2008)
[29] Monica Amadini, Lavorare insieme per educare: il valore del gruppo. Pedagogia generale Pearson, 2017

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