Non è il momento di abbassare la guardia. Il Coronavirus si diffonde ancora in modo veloce in tutto il globo e l’Organizzazione mondiale della sanità segnala un aumento record di casi di coronavirus nelle ultime 24 ore con i dati di venerdì 10 luglio. In particolare stima il numero dei nuovi casi a 228.102 in un giorno, con l’ultimo calcolo che si attestava a 212.326 lo scorso 4 luglio. La media dei decessi rimane invece invariata a circa 5000 al giorno. Di fatto, i casi nel mondo sono oltre 12,5 milioni con gli Stati Uniti in testa (3,1 milioni di casi e oltre 134 mila morti) seguiti da Brasile (1,8 milioni di casi e oltre 70 mila morti) e India (820 mila) che ha superato la Russia (719 mila). Soltanto negli Usa ieri sono stati registrati oltre 65 mila contagiati in 24 ore, con diversi nuovi focolai, mentre in Brasile i dati dell’ultima settimana mostrano una media di 1.039 decessi al giorno, con un aumento del tre per cento rispetto ai precedenti sette giorni.
In Italia la situazione sembra essere più sotto controllo, come ha detto il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, in conferenza stampa a Ginevra, citando il nostro Paese tra gli esempi «virtuosi» nella battaglia contro Covid-19, insieme a Spagna e Corea del Sud. La lotta non è comunque finita nel nostro Paese e gli appelli alla cautela per non vanificare gli sforzi già fatti si moltiplicano, al punto che il governo potrebbe anche decidere di prorogare lo stato di emergenza fino al 31 dicembre (martedì si voterà in Senato).
Nonostante l’allarme lanciato dall’Oms, l’epidemia può ancora essere controllata, sebbene il numero di casi sia «più che raddoppiato nelle ultime sei settimane». Secondo l’Oms solo un’azione aggressiva insieme all’unità nazionale e alla solidarietà globale può invertire la curva della pandemia. «Per battere la pandemia Covid-19, e garantire allo stesso tempo che servizi sanitari essenziali come quelli per l’Hiv continuino, non possiamo permetterci alcuna divisione», scrive su Twitter il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus. Un messaggio che arriva nel momento più difficile per l’Oms, vista la decisione del presidente Usa Donald Trump di ritirare gli Stati Uniti dall’Organizzazione mondiale della sanità. E le polemiche piovute sulla gestione della vigilanza internazionale sull’emergenza da parte dell’ente, in particolare riguardo alle prime fasi in Cina. «Dopo più di sei mesi di pandemia, serve ancora di più unità nazionale e la solidarietà globale. Tutti insieme!», aggiunge il direttore generale.