Dal Libro Bianco alla pratica clinica: la nuova linea guida per i Dsa (Disturbi specifici dell’apprendimento). E’ questo il tema affrontato nelle settimane scorse in un convegno scientifico che si è tenuto presso la Facoltà di Medicina e psicologia dell’Università Sapienza di Roma. Nell’occasione è stata appunto presentata ufficialmente la “Linea guida sulla gestione dei Disturbi specifici dell’apprendimento (un aggiornamento e alcune integrazioni)” pubblicata dall’Istituto superiore di Sanità il 20 gennaio scorso.
La presentazione ha anticipato di pochi giorni l’approvazione della Legge n.25 del 28 marzo scorso che all’articolo 7 ha introdotto, appunto, importanti novità in materia di diritti dei lavoratori con Disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa).
LA LEGGE
La nuova norma prevede che i pazienti siano tutelati e non discriminati sui luoghi di lavoro e che siano loro garantite pari opportunità di sviluppo e crescita professionale anche in ambito privato. Introdotta inoltre la possibilità di richiedere l’utilizzo di strumenti compensativi nei colloqui di selezione, mentre per chi è già assunto di riceverli nell’ambito del proprio operato. Inoltre le stesse misure compensative e dispensative “sono applicate in ogni occasione di valutazione per l’accesso o il completamento di percorsi formativi finalizzati all’esercizio di attività e professioni, nonché in ambito sociale”. Resterà infine, alla volontà del singolo lavoratore con Dsa, la libertà di essere riconosciuto come tale e di chiedere gli accomodamenti più opportuni allo svolgimento della professione. Un passo in avanti dunque nel riconoscimento dei diritti fondamentali delle persone con Dsa, che vedranno così valorizzate le proprie competenze e che al contempo favorisce i processi d’inclusione professionale, in continuità con i principi sanciti dalla legge 170/2010.
LE LINEE GUIDA
Alla presentazione della nuova Linea guida hanno preso parte tutte le Associazioni che in prima linea sono state impegnate in quest’operazione di revisione e integrazione. A distanza di 10 anni dalla precedente si presenta in una veste rinnovata in cui sono stati messi a fuoco anche aspetti in passato non esaminati ed interrogativi irrisolti. Esempi sono il Disturbo di comprensione della lettura alla luce della ridefinizione nosografica del Disturbo di lettura, oppure le raccomandazioni per la valutazione e la diagnosi di Dsa negli studenti bilingue “considerato che secondo i dati del Miur essi rappresentano una fetta rilevante dell’attuale popolazione scolastica (circa il 10%)”, e nei giovani adulti “considerato che la Legge 170 … ha favorito l’allungamento dei percorsi scolastici di questi studenti, sempre più spesso fino agli studi universitari”. Altro tema interessante è l’attenzione rivolta al profilo funzionale con cui si manifesta il Dsa. Come tutti i disturbi evolutivi il profilo del Dsa varia in rapporto alle interazioni delle diverse funzioni dello sviluppo, con effetti sulla storia clinica del bambino e sull’impatto dei trattamenti.
TRATTAMENTI
Proprio sui trattamenti sono state inoltre aggiornate le raccomandazioni, alla luce della “pluralità di proposte correntemente disponibili e le difficoltà di valutazione della loro efficacia”. Infine sono state aggiornate le indicazioni diagnostiche di disgrafia e Disturbo del calcolo, e indicati alcuni indici predittivi validi all’individuazione precoce delle difficoltà di apprendimento. La dislessia, la disortografia, la disgrafia e la discalculia non interessano il funzionamento cognitivo più generale quanto in maniera circoscritta i processi di apprendimento, ma come indicato anche nella nuova Linea guida, “le loro conseguenze possono comunque essere pervasive, e interessare molti ambiti del funzionamento cognitivo, come anche dell’adattamento personale e sociale”. Migliorare la gestione, la tutela e l’inclusione delle persone con Dsa, era dunque fondamentale. Attraverso la produzione delle raccomandazioni, sono state poste pertanto le basi per uniformare i percorsi di diagnosi, terapia ed assistenza a partire dall’età evolutiva, con attenzione alla formazione scolastica e al futuro. Mentre con l’approvazione della legge, lo sguardo è stato rivolto al mondo del lavoro e alla possibilità di accedervi, affinché sia assicurato ai soggetti con Dsa il successo professionale cui hanno diritto.