mercoledì, 27 Settembre, 2023

Giornalesanità.it

In lutto la medicina...

Gabriella Fabbrocini, 58 anni, docente ordinario di Dermatologia dell’Università Federico II è morta...

Napoli Cardarelli, neuroradiologia interventistica...

La Neuroradiologia del Cardarelli, diretta da Mario Muto è stata identificata dalla Regione...

Il Ministro della Salute...

Secondo incontro delle Federazioni e Consigli nazionali degli Ordini delle professioni sociosanitarie (medici...

Frana a Casamicciola: Ordini...

"Frana a Ischia, l'Ordine professioni sanitarie Tsrm Pstrp di Na è pronto a...
HomeComunicati stampaIl futuro del...

Il futuro del nostro Servizio sanitario nazionale tra guerra e pandemia

La nona edizione della Summer School 2022 si è conclusa portando a casa risultati concreti e proposte da attuare

Gallio-Asiago 24 settembre 2022 – La nona edizione della Summer School di Motore Sanità dal titolo “IL PNRR TRA ECONOMIA DI GUERRA ED INNOVAZIONE DIROMPENTE” si è conclusa portando a casa risultati concreti e proposte da attuare.

Tre giorni di lavoro, 200 relatori, 3 sessioni parallele, durante le quali hanno fatto sentire la loro voce clinici, istituzioni, associazioni di pazienti, professioni sanitarie e politici, che hanno espresso la loro idea sulla sanità del futuro con al centro il paziente e i suoi reali bisogni.

Questi i principali punti emersi dal dibattito:

  1. Mancano 30mila infermieri per soddisfare le aspettative del PNRR: 20 mila per far fronte all’introduzione del nuovo “infermiere di comunità” che prevederà un infermiere ogni 3.000 abitanti; mentre altri 10 mila infermieri saranno necessari nelle 1.200 nuove “case di comunità” previste dal PNRR.
  2. Mancano 4.500 medici nei pronto soccorso, senza possibilità di un ricambio: tra turni logoranti e remunerazioni poco attrattive, i concorsi per i contratti (a tempo determinato) vanno deserti. In totale, tra pensionamenti e dimissioni, entro il 2024 si stima che ci saranno 40mila medici specialisti in meno. 
  3. La formazione del personale sanitario che, senza uno stanziamento ad hoc delle risorse, sarà spostato da altri apparati dei Servizi sanitari regionali per rispondere alle esigenze del PNRR. Una necessità impellente, per permettere a medici e infermieri di svolgere funzioni diverse al meglio.
  4. Il binomio salute-ambiente. È necessario adottare un piano nazionale per fronteggiare la crisi climatica, perché la situazione è molto seria: 180mila decessi per tumore all’anno, in Italia, sono ambiente-correlati.
  5.  Per le malattie croniche del fegato (2 milioni di decessi nel mondo), occorre istituire un modello di assistenza multidisciplinare affiancato da reti territoriali. Rete che, peraltro, la Regione Veneto ha istituito proprio quest’anno.
  6. I dati AIFA sullefficacia dei farmaci vanno resi pubblici. A tal proposito, in occasione di questa edizione della Summer School, Motore Sanità ha lanciato una raccolta firme.
  7. Malattie rare. È necessario affrontare le sfide ancora aperte delle circa 8mila malattie rare note, che in Italia riguardano tra i 2,2 e i 3,5 milioni di persone. Senza dimenticare che dell’ampia famiglia delle malattie rare fanno parte anche i tumori rari, quelli che hanno un’incidenza inferiore ai 6 casi su 100mila.
  8. Interventi inappropriati. Ogni anno in Italia si eseguono circa 70 mila interventi di asportazione dell’utero (isterectomie), il triplo di quanto avvenga nel Regno Unito. Dodicimila di queste sono certamente necessarie perché dovute a tumori dell’utero; quelle rimanenti sono in buona parte inappropriate e condizionate dalla persistenza di falsi miti sulle patologie uterine.
  9. Troppa burocrazia. L’Italia è al ventisettesimo posto al mondo per spesa in ricerca in rapporto al Pil, tuttavia si piazza all’ottavo posto in termini di produttività, competendo alla pari con le grandi potenze mondiali della ricerca mondiale. Nel campo della ricerca oncologica, in particolare, il nostro Paese ha inciso non di rado nella produzione di evidenze scientifiche che hanno cambiato le linee guida cliniche a livello internazionale, ma questa eccellenza spesso si scontra con una burocrazia farraginosa che non riesce a favorirla.
  10. Sanità digitale. Bisognerà capire e stabilire quali competenze digitali debba avere un medico. Altro fattore importante da comprendere è cha la telemedicina non è solo televisita o teleconsulto, ma uno strumento che consente di utilizzare un importante flusso di dati anche in ottica di interazione tra regioni diverse.
Commenti da Facebook
spot_img

Iscriviti alla nostra newsletter

Resta sempre aggiornato sui temi di maggiore attualità nell'ambito sanitario e ricevi settimanalmente le nostre ultime notizie

Continua a leggere

Approvazione ieri in Parlamento, grazie al lavoro dell’Integruppo Parlamentare Malattie Rare e Oncoematologiche con UNIAMO, FAVO e AIL

La mozione presentata in Parlamento grazie al lavoro dell’Intergruppo Parlamentare Malattie Rare e Oncologiche e delle Federazioni UNIAMO e FAVO e AIL, è stata approvata all’unanimità, con particolare focus su diagnosi precoce, accesso ai farmaci e partecipazione delle associazioni...

In lutto la medicina campana, muore Gabriella Fabbrocini, ordinario di Dermatologia della Federico II di Napoli

Gabriella Fabbrocini, 58 anni, docente ordinario di Dermatologia dell’Università Federico II è morta stamattina nella sua casa a Napoli dove è tornata in ambulanza dopo essere stata dimessa giovedì sera dall’Istituto Pascale di Napoli in condizioni disperate a causa...

Malattie rare: al Bambino Gesù 20 reti europee e 23 centri di riferimento regionali

Il Bambino Gesù partecipa a 20 Reti Europee (ERN) ed è il riferimento per 23 Centri della Rete Regionale del Lazio per le malattie rare. Alla vigilia della Giornata Mondiale delle Malattie Rare del 28 febbraio, l’Ospedale annuncia l’apertura di un percorso dedicato alla...