Il 13 e 14 ottobre a Roma, presso il Complesso Monumentale di Santo Spirito in Sassia, si è tenuto il quarto Global Mental Health Summit (GMHS) . L’evento organizzato dal Ministero della salute, in collaborazione con l’Organizzazione mondiale della sanità e l’Istituto superiore di sanità, ha visto la partecipazione di 52 delegazioni provenienti da tutto il mondo in materia di benessere e sostenibilità della salute mentale, nonché la presenza di persone che vivono condizioni di disagio mentale.
Slogan dell’evento “Non c’è salute senza salute mentale e non c’è salute mentale senza diritti e giustizia sociale”.
L’approccio comunitario alla salute mentale
Sotto i riflettori l’approccio di comunità alla salute mentale, di cui l’Italia è dal 1978 l’apripista grazie alla “Legge Basaglia”.
Cosa significa in effetti porre alla base della salute mentale la comunità? Vuol dire che il sistema si “avvicina” alle parti interessate, le coinvolge direttamente, e si mostra reattivo nei loro riguardi. Un approccio quindi olistico, centrato sulla persona e basato sui diritti. Tuttavia se allunghiamo lo sguardo oltre i confini nazionali – ed il Summit lo ha dimostrato portando il mondo a Roma – non tutti i paesi sono consapevoli della salute mentale allo stesso modo. Infatti, nonostante la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, e l’adozione di altri strumenti a tutela dei diritti umani, le persone con problemi di salute mentale e affette da disabilità, vedono i loro diritti continuamente violati a causa dello stigma, ancora molto forte in determinate realtà, e di discriminazioni di ogni tipo. Ecco che, oltre all’approccio comunitario, il Summit ha affrontato altre tematiche correlate: i diritti umani e la dignità delle persone affette da disturbi mentali; il coinvolgimento delle stesse e delle loro famiglie nel processo di cura e recupero psicosociale; la lotta allo stigma; il benessere mentale di bambini e adolescenti, e sui luoghi di lavoro; la condivisione delle buone pratiche italiane e internazionali nelle strategie di prevenzione e assistenza.
La partecipazione della FNO TSRM e PSTRP
A livello nazionale, ad oggi, la promozione e lo sviluppo della salute mentale basato sulla comunità è in linea con i piani di rafforzamento e strutturazione delle cure territoriali previsti attualmente dal Pnrr. Il superamento dei vecchi sistemi incentrati sull’ospedale, in favore di una rete sempre più prossimale ed integrata, vede l’imprescindibile presenza di quelle professioni sanitarie che da sempre sono impegnate nella salute mentale. A tal proposito, al Summit ha partecipato anche la Federazione nazionale degli Ordini dei Tecnici sanitari di radiologia medica, delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione (Fno tsrm e pstrp), rappresentata da Andrea Bonifacio e Roberta Famulari, rispettivamente i Presidenti delle Commissioni di albo nazionali dei Terapisti della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva (Tnpee) e dei Tecnici della riabilitazione psichiatrica (Terp). Questi hanno preso parte alla sessione tematica “Children, youth and adolescent”, in cui è stato affrontato il disagio mentale in rapporto all’età evolutiva, da cui è emerso forte che occorre tutelare lo sviluppo infantile e la salute mentale, partendo ed intervenendo dall’ambiente in cui il bambino vive, sostenendo il suo percorso di crescita e le competenze dei genitori, e monitorando la qualità delle cure del contesto familiare. Come riportato dal Chair report “a tal fine, è strumentale un sistema di assistenza di qualità, basato sui diritti e multisettoriale, nonché il coinvolgimento attivo di bambini e adolescenti nel processo di progettazione di servizi dedicati”.
Per concludere, la consapevolezza che ancora molto occorre fare quando si parla di salute mentale deve guidare le nostre azioni professionali e non. Essa è parte integrante delle nostre vite. Parlare di salute mentale, normalizzandone i linguaggi in primis, ed impegnarsi sia a livello politico che nella società civile, sono passi fondamentali per promuovere un sistema effettivamente inclusivo e capace di tutelare i diritti umani, a partire da quelli dei più fragili.
Come ha infine sottolineato l’ex Ministro Roberto Speranza, presente all’evento, “occorre agire in modo rapido, adottando una prospettiva intergenerazionale, in grado di vedere oltre i cicli politici attuali. Non possiamo permetterci di restare inattivi, aspettando che arrivi la prossima crisi. In questo senso, investire nella salute mentale produce miglioramenti e benessere per la società nel suo insieme”.