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Giornata mondiale della Prematurità: mentre all’Azienda dei Colli a Napoli il primario della Tin Giovanni Chello apre le porte ai nonni dei piccoli ricoverati c’è festa anche all’Azienda Moscati di Avellino con 50 neonati e per salutare il piccolo Vadim, simbolo della forza della vita.


Più di 50 neonati, con i rispettivi genitori, si ritroveranno, questo pomeriggio, alle ore 16, all’Azienda ospedaliera San Giuseppe Moscati di Avellino per festeggiare la “Giornata Nazionale della Prematurità”. Sono tutti bambini nati prematuri alla Città ospedaliera e presi in carico dagli specialisti dell’Unità operativa di Neonatologia e Tin, guidati dal responsabile Sabino Moschella. Un piccolo esercito di combattenti venuti al mondo prima del tempo e che rappresentano la grande forza della vita.
L’incontro si svolgerà nell’aula multimediale (Città ospedaliera, primo piano, settore B, sala attigua all’aula magna) e vedrà la partecipazione della Direzione Strategica dell’Azienda Moscati e dei neonatologi che ogni giorno si prendono cura dei nuovi nati.

Arriverà in culla anche il piccolo Vadim, prematuro nato a fine settembre e in dimissione dopodomani: la sua storia sarà il simbolo della Giornata che si celebra oggi. «Vadim è un sopravvissuto – racconta Moschella -. La madre è fuggita, in stato di gravidanza, dall’Ucraina a causa della guerra per raggiungere i familiari che vivono in Irpinia da qualche anno. Ha partorito, molto prima della scadenza dei termini, due gemelli. Uno non ce l’ha fatta». Lo stesso Vadim ha rischiato di non superare un periodo molto critico, durante il quale ha avuto anche un arresto cardiaco. «Il piccolo è un esempio – aggiunge Moschella – di coraggio e di incredibile voglia di vivere. L’ennesimo insegnamento a non perdere mai la speranza e a continuare a credere nel miracolo della vita».

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