Si è svolta il 17 novembre la giornata mondiale del neonato prematuro: una iniziativa globale celebrata in più di 60 paesi e che, dal 2011, ha come obiettivo sensibilizzare i cittadini sul tema della prematurità e delle malattie nei neonati ma anche dar dare voce alle famiglie dei piccoli pazienti.
In Campania molte unità di neonatologia e reparti ospedalieri dedicati alla terapia intensiva neonatale hanno messo in campo iniziative ed eventi.
Degna di nota quella promossa dall’azienda dei Colli: al Monaldi l’unità di terapia intensiva neonatale guidata dal Giovanni Chello, presidente della sezione campana della Sin (Società italiana di Neonatologia) che non solo ha aperto le porte della struttura ai nonni dei piccoli ricoverati ma insieme a Maria Giovanna Russo direttore dell’Unità operativa complessa di Cardiologia e Utic (Unità di terapia intensiva coronarica pediatrica dell’Università Vanvitelli presso l’ospedale Monaldi, presidio dell’azienda dei Colli – ha promosso in Aula magna la quarta edizione di “M’illumino di viola” iniziativa ideata proprio per celebrare la giornata con il comitato scientifico rappresentato dallo stesso Chello e dalla professionista Logopedista Sara Panizzolo.
L’iniziativa è stata patrocinata dall’Ordine delle professioni sanitarie Tsrm Pstrp di Napoli, Avellino, Benevento e Caserta, guidato da Franco Ascolese, dall’Ordine degli psicologi della Campania Armando Cozzuto, dalla Federazione logopedisti italiani, dalla Sin (Società italiana di neonatologia) e Sin-Inf (Società italiana di Neonatologia infermieristica).
Come ogni anno un ampio spazio è stata dedicato al racconto dei genitori, con i quali sono state condivise esperienze ed emozioni di vita. Quest’anno, la mostra fotografica “da piccoli campioni a grandi guerrieri” il modo per rappresentare il progresso delle cure neonatali e perinatali, attraverso le immagini dei neonati di ieri e le persone che sono oggi. La mostra è rappresentativa dello slogan del 2022.
LA GIORNATA
Sotto i riflettori della giornata la salute dei neonato in un’ottica complessiva che guarda alle cure mediche e alla pratica clinica e all’aspetto psicologico e relazionale che riguarda i genitori e chi si prende cura dei piccoli. Ecco dunque Il “respiro della vita”, “mi batte il cuore” e “Vite insolite” gli idiomi scelti per accendere i fari sulla gestione delle problematiche respiratorie di neonati e prematuri, su quelle cardiologiche e sulle malattie rare che spesso sono più frequenti di quello che siamo portati a credere. Proprio al Monaldi insiste il centro di coordinamento regionale campano per le malattie rare di cui è direttore Giuseppe Limongelli.
Fari puntati sulla valutazione e supporto nelle procedure dolorose, sul ruolo del logopedista per l’allattamento in situazioni particolari nell’ambito delle procedure per la Care. E poi le cure per lo sviluppo centrate sulla famiglia ovvero il supporto psicologico nella comunicazione della diagnosi e il ruolo dello psicologo nella riforma sanitaria finanziata con i fondi del Pnrr. Infine fari puntati sui cosiddetti genitori narrativi, quando il racconto di fa cura. A condire la densa giornata anche una mostra fotografica per puntare i fari
IL RUOLO CENTRALE DEL LOGOPEDISTA
“Il logopedista è il professionista che, tra gli anelli della catena calda, in situazioni particolari può fare la differenza – avverte Sara Panizzolo, professionista consulente nella Tin del Monaldi e nella Cardiologia pediatrica impegnata per promuovere corsi di abilitazione con l’offerta di latte materno e per promuovere l’allattamento materno quale diritto alla salute anche nei neonati fragili, Presidente della commissione d’Albo dei logopedisti dell’Ordine TSRM-PSTRP di na, av, bn, ce, e rappresentante della professione nel gruppo di lavoro sull’allattamento della Federazione nazionale Ordini (FNO TSRM-PSTRP) – in questo ambito il supporto del logopedista è fondamentale per valutare, educare, abilitare e ri-abilitare i neonati che presentano sintomi ad esempio di disfagia e difficoltà nella deglutizione e nelle funzioni orali in generale. Queste ultime sono predominanti nel mondo del lattante che nelle prime settimane di vita utilizza la bocca per esplorare il mondo”. Fondamentale insomma il supporto del logopedista per passare anche dalla nutrizione con sondino nasogastrico all’alimentazione orale e quindi iniziare ad alimentarsi con il latte materno al seno o al biberon che rappresenta uno dei principali criteri di dimissione dalla Tin”.
Per fare tutto questo – aggiunge la professionista – è necessario che il neonato prematuro sia in grado di sviluppare adeguatamente competenze orali, di utilizzare efficacemente la suzione orientando e organizzando correttamente il suo sistema comportamentale il che presuppone anche il coinvolgimento attivo della madre.
L’allattamento, inteso quale nutrizione con latte materno al seno o al biberon – conclude Panizzolo – richiede lo sviluppo di competenze senso oro motorie, una deglutizione efficace e l’efficienza di altri sistemi complessi ad esso collegati. Il logopedista, professionista in possesso di specifiche conoscenze e competenze in ambito di funzioni orali e alimentazione, compie una specifica valutazione delle strutture morfologiche e funzionali degli organi deputati all’alimentazione, la valutazione dei riflessi primari, dello stato comportamentale, della suzione non nutritiva e della efficacia della suzione nutritiva. Pianifica un intervento riabilitativo individualizzato secondo un approccio focalizzato sul neonato e sulle sue risposte comportamentali. In sinergia con la madre supporta i nuovi apprendimenti del neonato, e lo sostiene nel percorso alimentare fino al raggiungimento del full oral feeding che abbia caratteristiche di efficacia, sicurezza e indipendenza. Il recupero precoce delle funzioni oroalimentari nel breve termine consente le dimissioni dall’ospedale ( e quindi non solo diminuzione dei costi sanitari ma anche riduzione dello stress del neonato e dell’intera famiglia). Nel medio-lungo rappresenta un prerequisito funzionale all’evoluzione delle tappe alimentari successive(masticazione) e progressivamente all’acquisizione di un efficace linguaggio verbale sul versante dell’articolazione dei suoni”.

In adesione alle molteplici azioni strategiche e progettuali raccomandate dal Ministero della Salute, Istituto superiore di Sanità e Società scientifico di Neonatologia e in riferimento alla ambiziosa agenda 2015-2030 (Onu) la Unità operativa complessa di neonatologia e Tin dell’Azienda ospedaliera Monaldi nel rispetto dell’appropriatezza ed efficacia delle cure si avvale pertanto della figura del logopedista che, attraverso il suo intervento specialistico, collabora in modo efficace offrendo l’ opportunità, ai neonati fragili e vulnerabili della Tin, di veder realizzato un importante diritto alla salute e al benessere psicofisico, riducendone le disuguaglianze.
IL NEONATOLOGO
“La nostra unità operativa – aggiunge Chello – in sintonia con il progetto e in base alle sinergie sviluppate in son alle società scientifiche (la Sin per la neonatologia, la Sip per la pediatria e la Sigo per la ginecologia) – è quotidianamente e attivamente impegnata a sviluppare azioni di protezione e promozione dell’allattamento materno. Per i neonati che hanno inoltre difficoltà nella suzione il contributo del logopedista, professionista in possesso di di specifiche e specialistiche competenze in materia, è indispensabile per il miglioramento degli standard assistenziali e l’appropriatezza delle cure e per interventi precoci che favoriscono adeguati out come evolutivi del neonato in ambito alimentare, comunicativo, cognitivo e linguistico”.

CURE E CARE
La giornata ha affrontato dunque a 360 gradi le principali tematiche di cura e di care per favorire e tutelare i numerosi aspetti che concorrono precocemente alla tutela e miglioramento della salute del neonato prematuro. “L’allattamento al seno – continua Panizzolo – è una rilevante e determinante misura di salute pubblica, un diritto anzi che non va negato neanche ai neonati fragili. Unitamente all’Unicef e all’Oms anche il nostro Il Ministero della Salute riconosce che l’allattamento materno costituisce un modo di alimentazione naturale ed esclusivo almeno fino ai 6 mesi d vita e ne sottolinea gli effetti positivi a lungo termine sulla salute. La protezione, promozione e sostegno dell’allattamento è uno degli interventi di salute pubblica più rilevanti in termini di efficacia e di rapporto costo-beneficio come si evince anche dalle linee di indirizzo nazionali sulla protezione, promozione ed il sostegno dell’allattamento al seno. Forti evidenze scientifiche – conclude Panizzolo – hanno dimostrato che l’allattamento al seno apporta numerosi vantaggi alla madre e al neonato, favorisce la relazione affettiva e comunicativa, soddisfa le esigenze nutrizionali e aumenta le difese immunologiche per contrastare le infezioni. Essendo inoltre un prodotto a costo zero apporta numerosi benefici di salute nel tempo e ha ricadute importanti anche in termini di economia”.
I DATI
Intanto a fronte di tanti e rilevanti benefici si rileva che a livello europeo non esistono ancora indicatori, definizioni e metodi standardizzati condivisi per stimare i tassi di avvio, esclusività e durata dell’allattamento. Gli ultimi dati riportano che nei primi giorni di vita (anche se in maniera non esclusiva) oltre il 90 % delle donne italiane allattino al seno; alla dimissione dall’ospedale il 77 %, a 4 mesi il 31 % ed a 6 mesi di vita solamente il 10. In Campania il 16,6% fino a 5 mesi (Rapporto SIN-TAS 2019).
IL LATTE UMANO
Il latte umano è fatto apposta per le specifiche esigenze nutrizionali e immunologiche dei bambini e delle bambine e contribuisce a prevenire le infezioni grazie alla quota di anticorpi forniti dalla madre che svolgono un prezioso meccanismo di protezione passiva per il neonato. L’allattamento favorisce l’attaccamento tra madre e figlio indipendentemente dal contesto e garantisce la sicurezza alimentare a partire dai primi momenti di vita, beneficio che si ripercuote sull’intera famiglia. L’industria dei sostituti del latte materno raggiunge famiglie e operatori influenzandone le scelte.
Il sostegno all’allattamento coinvolge diverse figure e si snoda su più livelli: le donne devono essere supportate dal sistema sanitario, nel posto di lavoro e nella comunità per riuscire ad allattare in maniera ottimale. Si tratta della catena calda di sostegno all’allattamento. Occorre formare tutte le figure che la compongono al fine di migliorarne le competenze e incrementarne le attività. È su questo che si concentra la SAM2022: formazione e trasformazione dei sistemi esistenti, a partire da politiche nazionali basate su evidenze, nell’ottica di promuovere il sostegno all’allattamento nelle strutture sanitarie, nelle comunità e nei contesti lavorativi, con l’obiettivo di migliorare i tassi relativi ad allattamento, alimentazione e salute nel breve e nel lungo termine.
