Il 15 febbraio 2023 arriva alla sua XX edizione la Giornata mondiale contro il cancro infantile (International Childhood Caner Day – ICCD), istituita dall’OMS al fine di diffondere informazioni relative alle problematiche vissute da bambini e adolescenti con tumore in tutto il mondo e sensibilizzare l’opinione pubblica mediante iniziative scientifiche e di sensibilizzazione, sostengo e vicinanza ai piccoli malati.
L’obiettivo del Global Childhood Cancer Initiative è quello di aumentare la percentuale di sopravvivenza per tutti i bambini con diagnosi di cancro al 60% entro il 2030, garantendo in questo modo a più di un milione di pazienti di continuare a vivere in piena salute, cancellando ogni ricordo delle atroci sofferenze patite durante la malattia.
Alcuni dati da ricordare
Ogni tre minuti, da qualche parte nel mondo un bambino o un ragazzo muore di cancro. Solo in Europa, ogni anno, 6000 tra bambini e adolescenti muoiono a causa di una diagnosi tardiva, per mancanza di cure, per terapie inefficaci e ormai obsolete. In Italia, il cancro infantile rappresenta, ad oggi, la principale causa di morte nei bambini dopo il primo anno di vita: si stima una media annuale di 1.400 casi di tumore nella fascia di età 0-14 anni e 900 in quella 15-19.
Nei bambini i tumori più frequenti sono le leucemie acute, in particolare di tipo linfoblastica; seguono, sulla base della frequenza, i linfomi, i tumori maligni del sistema nervoso centrale e i tumori maligni del sistema nervoso autonomo. Negli adolescenti sono particolarmente diffusi i linfomi di Hodkin, che colpisce il sistema linfatico, seguiti dai tumori alla tiroide e le leucemie.
Nella maggioranza dei casi i tumori infantili dipendono da fattori non del tutto noti: alcuni di essi, ad esempio il retinoblastoma o il tumore di Wilms, derivano da mutazioni ben conosciute oppure sono legati a condizioni ereditarie. Non si ha la stessa fortuna per le altre forme tumorali, le cui cause rimangono per di più ignote.
Quanto detto basta a far comprendere che la responsabilità di tali malattie non è in alcun modo da far ricadere sui genitori: dinanzi a una diagnosi di cancro infantile qualsiasi genitore si sente responsabile per le sofferenze del proprio figlio ma non è assolutamente così. I genitori, tuttavia, possono decidere di proteggere i proprio bambini dallo sviluppo di alcuni tumori mediante le opportune vaccinazioni: è il caso del vaccino contro l’epatite B, per avitare il cancro al fegato cui la malattia spesse volte conduce; la vaccinazione contro l’HIV per prevenire tumori e infezioni al collo dell’utero, del pene, dell’ano e del cavo orale.
Malgrado la loro origine sia, come detto, per di più ignota, ad oggi il tasso di mortalità per i tumori pediatrici è in netta diminuzione. Basta pensare che, nel caso di tumori ematologici, ossia i tumori del sangue, la percentuale di sopravvivenza supera il 90%. Il merito è da attribuire, principalmente, alla chemioterapia e alla pratica, sempre più diffusa, di trapianto di midollo, di cui i medici italiani in primis sono stati promotori e pionieri.
Di grande importanza sono i farmaci agnostici, approvati anche in ambito pediatrico per tumori solidi dovuti alla fusione di geni NTRK (recettore tirosin-chinasico neutrofico) come il fibrosarcoma infantile.
Ritorno alla normalità
Molti ex pazienti oncologici si definiscono “long term survivor”, proprio a indicare quanto sia stato difficile superare un’esperienza così dura e segnante non solo dal punto di vista fisico ma anche sul piano psicologico. La sfida dei medici è quella di consentire a questi piccoli, grandi guerrieri di vivere una vita il più normale possibile. Di fatto, il cancro infantile è un problema di salute pubblica, che abbraccia tutti, non solo chi ne è colpito. L’impegno della comunità è quello di garantire a tutti i bambini con diagnosi di cancro, a prescindere dalle possibilità economiche della famiglia o del paese di provenienza, il diritto a una diagnosi tempestiva e corretta; il diritto ad accedere a medicinali essenziali salvavita; il diritto a trattamenti medici appropriati e di qualità; il diritto a seguire le cure e i servizi di sostentamento sostenibile per i sopravvissuti.
Per questo motivo, la ricerca sta lavorando sulla messa a punto di nuovi anticorpi, detti anticorpi bispecifici, capaci di legarsi non solo alle cellule tumorale ma anche alle cellule T del sistema immunitario creando, in questo modo, un ponte tra tumore e sistema immunitario e attivando quest’ultimo contro la malattia.
Le iniziative in Italia
La FIAGOP (Federazione Italiana Associazioni Genitori Oncoematologia Pediatrica) in collaborazione con l’ AIEOP (Associazione Italiana Ematologia Oncologica Pediatrica) ha proposto varie iniziative anche per quest’anno; tra esse ricordiamo il convegno “Un impegno per l’oncologia pediatrica- Diritti ed esigenze dei pazienti durante e dopo le cure” che si terrà a Roma, presso la Sala Capitolare del Senato della Repubblica il 15 febbraio e che sarà trasmesso in diretta streaming ai link webtv.senato.it e www.youtube.com/user/SenatoItaliano.
Di importanza fondamentale, inoltre, l’iniziativa prevista in tutta Italia dal 13 al 19 febbraio “Diamo radici alla speranza, piantiamo melograni”, ormai alla sua quinta edizione; proseguirà anche la raccolta di sacche di sangue ed emoderivati presso i principali centri trasfusionali italiani attraverso l’iniziativa “Ti voglio una sacca di bene”.
Anche il più piccolo contributo può essere di vitale importanza.