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Giornata del Neurosviluppo. Quanto conta la salute mentale dei nostri piccoli

Maggio si avvia ad essere un mese cruciale per sollevare importanti questioni sui temi legati all’infanzia e all’adolescenza.
Nella settimana europea della sensibilizzazione sulla salute mentale di quest’anno, la società italiana di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza (Sinpia) ha promosso la giornata nazionale per la promozione del Neurosviluppo.
Questa va ad aggiungersi alle giornate dedicate al Gioco (28 maggio) e alla ratifica della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza nel nostro paese (27 maggio del 1991).

Perché ad oggi è così importante istituire giornate dedicate ai più piccoli?
Tale interrogativo ci porta a riflettere su quanto sia fondamentale, ora più che mai, garantire ai nostri bambini e adolescenti un percorso di crescita quanto più sano e responsabile possibile.
Il periodo pandemico ha cambiato inevitabilmente le vite di ognuno, e per quanto siano passati già due anni dalla fase critica, le conseguenze sanitarie, emotive e sociali ci accompagneranno per molto tempo.

Dai bambini e adolescenti che si sono visti improvvisamente sconvolgere la quotidianità, fatta di scuola in presenza e molteplici occasioni di socializzazione, ai cosiddetti “figli della pandemia” ossia i bambini nati nel pieno dell’emergenza sanitaria, oggi tutti loro stanno vivendo una realtà improntata al digitale fino all’inverosimile, in cui la distanza dal fisico, dal tangibile, dall’emotivo e dal relazionale rischia di creare vuoti incolmabili.
Dunque occorre far luce su aspetti ancora troppo trascurati poiché incapaci di essere considerati con la dovuta serietà.

Il periodo del neurosviluppo, la cui promozione è oggetto della recente giornata istituita, è di fondamentale importanza: dalla gravidanza all’adolescenza infatti, passando per la delicata fascia dei primi mille giorni di vita, numerosi sono gli accadimenti che incidono in modo determinante sulla salute dei nostri piccoli. Esperienze di vita cariche di significati in termini evolutivi sono venute meno in favore di contenuti dalla dubbia valenza oltremodo accessibili, in cui l’abbonamento facile vanifica la conquista.

Non vi è l’intenzione di criticare la telematica e quanto le concerne, poiché si è rilevata risolutiva nei tempi dell’emergenza. Ora tuttavia non possiamo far finta che questo particolare periodo storico nel complesso non abbia avuti effetti: l’aumento di disagi nei minori è evidente, per non parlare dei piccoli che già presentavano una condizione di disabilità.
Ad oggi prevenzione e cura delle problematiche legate allo sviluppo dovrebbero essere poste al centro di interventi, azioni e misure a più livelli su tutto il territorio.

Servono azioni che supportino il percorso di crescita dalla nascita all’adolescenza. Serve sostegno ai contesti familiari e sociali più vulnerabili. Servono percorsi finalizzati ad individuare i segnali di rischio di traiettorie evolutive atipiche, prima che le stesse si conclamino in un disturbo o patologia.
I numeri attuali parlano chiaro. I disturbi neuropsichici dell’età evolutiva sono in preoccupante aumento, e negli ultimi dieci anni il numero di bambini e adolescenti presi in carico dai servizi di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza è praticamente raddoppiato.

Allo stato attuale è lecito allarmarsi, e diverse associazioni, servizi e professionisti impegnati su più fronti stanno segnalando tali preoccupazioni.
Un profondo cambiamento culturale risulterebbe essenziale. Poi lo stesso dovrebbe concretarsi in modelli clinici e organizzativi che garantiscano la tempestiva presa in carico di bambini e adolescenti dalle delicate situazioni cliniche e sociali, affinché il loro percorso di sviluppo possa progredire nel migliore dei modi.

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