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Genetica e crimine, solo il 10 per cento della popolazione carceraria in banca dati

La genetica forense per combattere il crimine: “Occorre ampliare la Banca dati Nazionale del DNA per agevolare la giustizia, soltanto il 10% circa dei campioni salivari della popolazione carceraria risultano processati ed analizzati”. Così Loredana Buscemi, presidente del gruppo dei Genetisti Forensi che anticipa uno dei principali temi del XXVII Congresso Nazionale Ge.F.I. Intitolato “La Genetica Forense: quale futuro?”, patrocinato dalla Società Italiana di Medicina Legale e delle Assicurazioni, l’evento si terrà dal 10 al 12 novembre a Genova tra Palazzo Tursi, Palazzo della Meridiana e il Circolo Artistico Tunnel.

La genetica forense si prende la scena del dibattito scientifico, ospitando nel capoluogo ligure relatori di prestigio internazionale – tra cui il professore John Butler, Presidente ISFG (International Society for Forensic Genetics) – per affrontare tematiche di grande interesse per le ricadute nell’ambito giuridico e anche sull’intera comunità coinvolta dalle implicazioni nella lotta contro il crimine. Proprio su questo fronte, come chiave di lettura generale dei lavori congressuali, il professore Francesco De Stefano, uno dei presidenti del Congresso assieme alla dottoressa Loredana Buscemi e al professore Francesco Ventura, ricorda anche la necessità di tutelare sempre i diritti degli individui che obbligatoriamente o spontaneamente vengono sottoposti al tracciamento del DNA: “Affrontiamo un tema che è fondamentale per cercare di capire dove sta andando la genetica forense e che non riguarda soltanto l’individuazione di nuove tecnologie e delle nuove tecniche da sviluppare, perché è fondamentale analizzare e discutere di quei temi che si pongono sul piano etico a tutela degli individui che decidono o sono costretti a sottoporsi a questo tipo di analisi in funzione giudiziaria”.

Francesco De Stefano

Un’attenzione ai diritti dell’individuo che deve procedere di pari passo con il riconoscimento dell’evidenza di un contributo che la Banca Dati Nazionale del DNA continua a fornire nella risoluzione di casi giudiziari. Sono passati sei anni dall’avvio della Banca e “molto si è fatto in merito alle infrastrutture e al personale dei Laboratori coinvolti – spiega la dott.ssa Buscemi –, al loro accreditamento ed alle procedure di gestione di inserimento, decodifica e cancellazioni profili”. Il lavoro da fare tuttavia non manca in quanto “una delle criticità maggiori che ad oggi affligge il sistema – continua la presidente dei Genetisti Forensi – riguarda la tipizzazione della popolazione carceraria da parte dei laboratori istituzionalmente preposti” e infatti “soltanto il 10% circa dei campioni salivari della popolazione carceraria risultano processati ed analizzati dal Laboratorio Centrale del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP) ed inseriti quindi nella Banca Dati”.

Dott.ssa Loredana Buscemi, presidente del Gruppo dei Genetisti Forensi

Riflessioni che saranno al centro della tavola rotonda “Banca dati Nazionale del DNA”, prevista per sabato 12 novembre, che avrà tra gli ospiti il colonnello Giampietro Lago, comandante del Ris di Parma, Antonietta Lombardozzi, primo dirigente tecnico della Polizia Scientifica e Diana de Martino della Direzione nazionale antimafia. Un incontro per instaurare un dialogo più diretto tra i “referenti delle forze di Polizia e del Ministero dell’Interno, responsabili della gestione della Banca dati Nazionale del DNA, e i responsabili dei Laboratori pubblici e privati – aggiunge la dott.ssa Buscemi – che si sono accreditati per la tipizzazione” per cercare di capire “se e come vi sia la possibilità di un contributo fattivo all’operatività della Banca Dati anche da parte dei Laboratori esterni alle forze di Polizia, in particolare per quanto riguarda la tipizzazione dei campioni della popolazione carceraria”. Ad oggi i laboratori delle Forze di Polizia contribuiscono all’alimentazione della Banca Dati in maniera preponderante.

Una parte consistente del Congresso sarà inoltre dedicata anche ai temi legati alle nuove frontiere della ricerca, tra cui il ruolo dell’intelligenza artificiale, e all’approccio statistico alle scienze forensi. Tre giorni intensi da seguire per comprendere la direzione della genetica forense in Italia e nel mondo.

Dal 10 al 12 novembre Congresso Nazionale Ge.F.I.

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