Nei giorni scorsi si è conclusa la diciassettesima edizione del Forum Risk Management obiettivo sanità – salute tenuta ad Arezzo dal 22 al 25 novembre: quattro giorni di incontri e dibattiti tra i principali attori e professionisti della sanità italiana con una partecipazione straordinaria di 10.000 persone, operatori sanitari e dirigenti di tutte le aziende sanitarie, 1500 relatori, 94 sessioni per analizzare il percorso di ripresa e rinnovamento del Servizio Sanitario Nazionale.
Un incontro che negli ultimi tempi è stato tanto atteso per parlare di sostenibilità del rischio e tutela dei manager e delle professioni sanitarie, ma anche per tirare le somme dei risultati dei primi Stati Generali della professione infermieristica, una consultazione pubblica e trasparente rivolta a più di 450.000 infermieri italiani che sono stati chiamati ad esprimersi nei mesi scorsi sui temi più importanti per la crescita della professione infermieristica e che ha messo in risalto l’esigenza di sviluppi di carriera e competenze, tra cui
- Crescita professionale attraverso la revisione della formazione universitaria, con specializzazioni accademiche, anche grazie alla laurea magistrale a indirizzo clinico. Gli specialisti dovranno trovare precise collocazioni nei servizi a cui fanno riferimento con contratti adeguati, la possibilità di esercitare l’intramoenia e abbattimento del vincolo di esclusività per non penalizzare il rapporto pubblico-privato e aumentare la disponibilità anche oltre l’orario di lavoro;
- Previsione di percorsi clinici, aumentando la responsabilità e i modelli di presa in carico personalizzata per favorire la promozione sociale della professione nelle équipe multiprofessionali con il riconoscimento del ruolo dell’infermiere esperto, con capacità manageriali di gestione economico-finanziaria e responsabilità per la sicurezza dell’assistito;
- Affermazione della figura dell’infermiere di famiglia per garantire la continuità ospedale-territorio in cui deve entrare in gioco anche il reale sviluppo della sanità digitale: un infermiere con più competenze riconosciute anche dal punto di vista retributivo, indicatori di valutazione per la qualità dell’assistenza e possibilità prescrittive.
- Aggiornamento professionale continuo, mirato agli obiettivi specifici previsti dalla formazione specialistica e alle necessità dell’organizzazione, valorizzando chi mantiene costante l’aggiornamento;
- Riorganizzazione dei servizi secondo criteri di qualità che mettano in grado gli infermieri specialisti di gestire una filiera di operatori intermedi che possano coordinare e che a loro riferiscano e facciano capo.
La presidente della Federazione dell’Ordine delle Professioni Infermierisithce Barbara Mangiacavalli, presente al Forum Risk Management, ha dichiarato: “Non si può continuare a parlare di ricette semplicistiche per affrontare e risolvere i problemi, perché il sistema è ormai complesso e servono analisi e strumenti di complessità. La tutela della salute non è più e non può essere un problema di singole professioni, ma di un sistema multiprofessionale che richiama a un’analisi e a strumenti di complessità”. Ha sottolineato inoltre il ruolo cruciale, da sempre, dei 450.000 professionisti da lei rappresentati: “Infermieri e infermieri pediatrici – ha concluso – hanno, in questo senso, metodi e strumenti di stratificazione del bisogno assistenziale, della complessità assistenziale, dei livelli di intensità assistenziale, degli strumenti e dei metodi di valutazione dei bisogni dei pazienti dal rischio cadute, del rischio infezioni, della capacità di orientarsi. Istituzioni e politica devono comprenderlo e noi siamo disponibili come sempre a dare in questo senso il necessario supporto”.
Un altro tema centrale è stato quello del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, definito come occasione di grande crescita del sistema sociosanitario nazionale, dei macro obiettivi indicati dal DM 77, tra cui l’individuazione dei rischi e delle responsabilità emergenti legati allo sviluppo del DM 77, fino ai grandi vantaggi introdotti dalla telemedicina nonchè i presidi di risk management necessari per i nuovi modelli organizzativi.
Un appuntamento nato per disegnare la sanità del domani e costruire un bisogno di concretezza delle proposte con la presentazione e la condivisione di buone esperienze di cambiamento in atto nelle aziende sanitarie e nei territori, che evidenziano la necessità di verificare la sostenibilità economica e finanziaria del Sistema Sanitario Nazionale messo a dura prova dall’aumento dei costi dell’energia e dell’inflazione. Un altro tallone dolente del Sistema Sanitario Italiano è dato dalla sostenibilità del rischio sanitario: i costi del danno non patrimoniale e di quelli assicurativi sono tra i più elevati a livello europeo con un costo complessivo che si aggira intorno ai 12 mila euro e che vede intentate sempre più azioni legali contro medici e strutture sanitarie. Da qui la proposta per ridurre la medicina difensiva, riqualificare le competenze del Risk Manager aziendale.
Un incontro che ha quindi sintetizzato la volontà di migliorare un sistema in continuo mutamento nonchè la disponibilità e la volontà di tanti professionisti di assistere le persone a volte senza un’organizzazione che potesse rendere valore e merito al loro lavoro. Oggi riorganizzare il sistema diventa una richiesta più che mai forte e che sarà inviata alle commissioni parlamentari e ai ministri competenti che avranno così il quadro preciso di come tutte le personalità della sanità, infermieri soprattutto, chiedono di far crescere e garantire qualità e sicurezza.