Si è svolto il 12 gennaio scorso un incontro formativo sulle Emergenze neuropsichiatriche infantili peri e post pandemiche. L’evento patrocinato da numerose istituzioni politiche e sanitarie è stato organizzato e promosso da Fulvio D’Amico, consigliere della Segreteria regionale della Società italiana di Neuropsichiatria infantile della regione Campania presso l’auditorium OmCeo Napoli della Riviera di Chiaia.
Fari puntati sulla didattica a distanza e i e disturbi dell’alimentazione come valvola di sfogo di un disagio dei più giovani maturato in questa epoca pandemica. Ovvero dalle ripercussioni del distanziamento sociale fino alle necessità territoriali ed ospedaliere post pandemiche nell’ambito della neuropsichiatria infantile. L’evento è stato caratterizzato dalla partecipazione di diversi esponenti del campo con un approccio multidisciplinare agli argomenti trattati.
Dottor D’Amico, siamo tornati ad un momento formativo in presenza?
L’incontro tra professionisti non virtuale, accende aree del nostro apparato cognitivo indispensabili all’attenzione condivisa ed all’apprendimento. Questo vale per noi adulti e professionisti ed anche per i bimbi nella “frequentazione” scolastica.
Quanto pensa sia importante la formazione continua in medicina e soprattutto quanto questa può avere un peso, anche alla luce delle recenti novità in termini di legge, sulla responsabilità professionale?
La scienza medica è in continua e rapida evoluzione: come abbiamo avuto modo di verificare anche solo in questi due anni di pandemia solo la formazione continua può assicurare un adeguamento della risposta assistenziale. Non dimentichiamo che un’assistenza secondo linee guida aggiornate su dati di letteratura scientifica internazionale, assicura – al netto di una conduzione clinica Ippocratica – maggiori tutele sulla responsabilità professionale.
Qual target formativi per la Società italiana di Neuropsichiatria infantile?
Sia in ambito regionale che nazionale la Sinipia deve rispondere all’incremento di incidenza e prevalenza dei disturbi psichiatrici in età evolutiva. Nel mentre, auspicabilmente, che le risorse umane e strutturali vengono rinforzate dalle nuove progettualità, è indispensabile la formazione dei professionisti in coerenza con quest’altra epidemia nella salute mentale.
Le emergenze in ambito neuropsichiatrico quali ripercussioni avranno sulla società e sui giovani in particolar modo?
Le ripercussioni su società e giovani sono già in atto. Ci troviamo in un’era antropologicamente definibile come era pandemica. È in corso una rivoluzione di logistica e ritmi di vita per i bambini e gli adolescenti; si stanno strutturando purtroppo nuovi significati di vita sociale e relazionale, anche con mezzi talvolta impropri. Insomma il malessere esistenziale pervade tutti noi, ed i più fragili maggiormente.