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Fisici medici in corsia per la sicurezza e la radioprotezione.Il congresso Aifm a Napoli: in Campania pochi specialisti e nessuna unità operativa

Uffici tecnici di Asl e ospedali non al passo con i tempi dell’innovazione tecnologica: pochi ingegneri clinici e ancora meno Fisici medici nelle corsia, figure professionali essenziali per manutenere e aggiornare migliaia di apparecchiature tecnologiche e, nel caso dei fisici medici, per prevenire i danni da radiazioni ionizzanti utilizzati nella pratica clinica oncologica e nella diagnostica per immagini.
La Campania conta, all’ultima rilevazione del primo semestre 2022, una media di 6,9 specialisti in Fisica medica per milione di abitanti a fronte, ad esempio, di medie di 20,5, 16,9 e 12,2 rispettivamente in Lombardia, Lazio e Puglia.

IL quadro della situazione riferito alle strutture complesse di Fisica sanitaria (unità autonome dirette da un responsabile) nel territorio regionale è ancora più drammatica: nell’attuale assetto non è presente alcuna struttura complessa di Fisica sanitaria mentre il decreto ministeriale n. 70 del 2015, che ha definito gli standard di personale nelle varie specialità mediche e chirurgiche, darebbe, per la Campania, un numero di unità operative guidate da un primario collocato nella forbice da 5 a 10, al pari delle strutture di Radioterapia e di Medicina nucleare.

I dati sono stati presentati da Aifm (Associazione italiana fisica medica) associazione scientifica e professionale degli specialisti, riunitasi di recente a Napoli in occasione della Giornata internazionale della Fisica medica. “I dati del panorama campano e italiano – avverte Carlo Cavedon, presidente di Aifm – sono stati illustrati mei mesi scorsi al ministero della Salute in un’audizione finalizzata a raccogliere informazioni per la revisione del Decreto ministeriale 70 del 2015. Le strutture di Fisica sanitaria sono tra quelle ritenute indispensabili dagli standard definiti nel 2015. Il Decreto riconosce in modo chiaro che la presenza di Servizi di Fisica sanitaria è imprescindibile in presenza di strutture di Radioterapia e Medicina nucleare e che tali strutture siano modulate e dimensionate rispetto al bacino di utenza. In particolare, deve essere presente una struttura complessa per un bacino di utenza da 600.000 a 1.200.000 abitanti”.

Il ruolo dello apecialista in Fisica medica è insomma centrale nella radioprotezione del paziente con aspetti che vanno dalla scelta e gestione delle apparecchiature radiologiche alla garanzia di qualità e sicurezza sulle singole prestazioni erogate.
“In alcune regioni italiane, tra cui la Campania – continua Cavedon – le Strutture complesse di Fisica sanitaria sono ancora inesistenti e il numero di dirigenti fisici è assolutamente sottodimensionato nonostante il programma degli interventi preveda ammodernamenti strutturali e tecnologici mediante l’acquisizione di apparecchiature complesse e tecnologicamente avanzate che fanno uso di radiazioni ionizzanti e non ionizzanti che necessitano di controlli sempre più accurati e frequenti da parte del fisico medico”.

Eppure la Fisica medica può dare un forte contributo all’innovazione dei servizi sanitari è stato detto dei protagonisti dell’appuntamento scientifico da Napoli avendo le competenza per gestire le tecnologie emergenti e per essere d’ausilio al corretto uso delle risorse. “E’ necessario che le strutture autonome di Fisica sanitaria – continua Cavedon – siano mantenute, incoraggiate, potenziate, sviluppate, anche trasmettendo ai giovani l’interesse e la passione per questa branca della Fisica.”
Fari puntati dunque sui giovani e le sfide che la Fisica medica deve attualmente affrontare, sul futuro di questa disciplina e sulle applicazioni in nuovi ambiti in un’epoca di continui cambiamenti.

Sotto la lente l’intelligenza artificiale grazie alla quale oggi si possono realizzare, in modo automatizzato, valutazioni quantitative finalizzate al rilevamento, alla caratterizzazione e al monitoraggio di malattie a supporto per il radiologo. “E’ chiaro – conclude Cavedon – che per utilizzare al meglio tutte le tecnologie al momento disponibili e crearne di nuove è necessario un approccio multidisciplinare comprensivo di tutti gli specialisti coinvolti nell’iter diagnostico e terapeutico al fine di ottimizzare le risorse e migliorare le prestazioni.

In questo contesto, il fisico medico (applicando i concetti e le metodologie della fisica alla medicina) garantisce efficienza e appropriatezza nell’impiego delle tecnologie e quindi svolge un ruolo essenziale nei campi della diagnostica per immagini e della terapia con agenti fisici e della prevenzione, per l’ottimizzazione dei percorsi diagnostici e terapeutici, lo sviluppo e alla valutazione di nuove apparecchiature e tecnologie biomediche di elevata complessità, la creazione di modelli matematici per descrivere fenomeni o prevedere eventi, suggerire misure da adottare per la sicurezza di pazienti e lavoratori dai rischi correlati all’uso di radiazioni e più in generale di agenti fisici”.

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