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Epilessia: su 720mila italiani che ne soffrono, il 30% è farmacoresistente

L’Epilessia una delle malattie neurologiche più frequenti, caratterizzata dalla predisposizione all’insorgenza di crisi epilettiche che possono anche risultare pericolose.

L’Epilessia è una delle malattie neurologiche più frequenti, caratterizzata dalla predisposizione all’insorgenza di crisi epilettiche, con prevalenza di circa l’1,2% di persone in tutto il mondo (720.000 pazienti in Italia).

La crisi epilettica è un evento clinico provocato da una scarica elettrica anomala a livello della corteccia cerebrale, localizzata o diffusa, che può essere asintomatica o provocare disturbi anche significativi. In presenza di Epilessia, è sempre necessario un trattamento volto a ridurre o possibilmente eliminare le crisi, sia per la possibile gravità dei sintomi, sia perché talora le perdite di coscienza possono risultare pericolose durante alcune attività.

Per capire qual è la situazione delle persone con questa malattia e qual è la loro presa in carico assistenziale nelle varie realtà del nostro Paese, Motore Sanità ha promosso una serie di eventi nelle varie regioni d’Italia dal titolo PERSONE CON EPILESSIA, PRESA IN CARICO ASSISTENZIALE– con il contributo incondizionato di Angelini Pharma.

Nel corso della quinta tappa in regione Calabria Laura Tassi,Presidente Nazionale LICE, ha spiegato che: “Esistono grossolanamente due tipi di epilessie: focale e generalizzata. Le cause possono essere genetiche, strutturali, metaboliche, immunitarie, malattie infettive… alcune volte l’Epilessia non ha alcuna causa identificabile.  Ad oggi abbiamo circa una trentina di farmaci per curare le Epilessie ma, purtroppo, il 30% dei pazienti risulta farmacoresistente. In questi casi possiamo decidere quando fare il cambio della terapia farmacologica in corso, se il paziente è un buon candidato della terapia chirurgica, oppure se è necessario ricorrere a terapia palliative. Quanto alla diagnosi e alla terapia, che devono essere il più precoci e accurate possibili, devono essere anche adattate all’età e al genere del paziente e integrate con l’eventuale presenza di altre patologie”.   

Ricordo che parliamo di una patologia cronica, con una prevalenza molto importante in tutte le età della vita, ma soprattutto nella terza e quarta età”, aggiunge Oriano Mecarelli, Past President LICE. “A livello individuale e sociale questa patologie impatta moltissimo perché le sue forme sono molte e di diversa gravità, inoltre occorre sottolineare la complessità della diagnosi e del percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale, la comorbidità e la peculiarità (età, sesso, etc.), l’impatto e la difficoltà delle terapie e lo stigma. Per affrontare una patologia così complessa abbiamo bisogno di ricorrere, oltre a sistemi precisi di diagnosi, a delle cure (farmaci, chirurgia e trattamenti palliativi). Il problema della farmacoresistenza è rilevante e il trattamento con i farmaci deve essere comunque estremamente tollerabile, perché gli effetti avversi incidono in maniera diversa e complicata”. 

Oggi stiamo un po’ cambiando l’indirizzo di scelta di farmaci”, ha precisato Emilio Russo,Responsabile Commissione Farmaco LICE. “Si cerca di andare verso una terapia più personalizzata, abbiamo indicazioni più specifiche e non generali. In regione Calabria, nonostante alcune difficoltà, abbiamo specialisti molto bravi e siamo bravi anche a fare ricerca. Un problema che abbiamo è la migrazione sanitaria, soprattutto per quanto riguarda pazienti epilettici in età pediatrica, per via di alcuni preconcetti che ancora esistono e sono difficili da estirpare. Termino il mio intervento sottolineando che i farmaci antiepilettici sono fondamentali per la vita e complimentandomi con la regione Calabria. La strada per migliorare ancora è quella di sedersi tutti attorno a un tavolo tecnico per discutere rispetto a quella che è la territorialità di questa regione e condividere le best practice”.

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