In una fase dell’epidemia in cui il Coronavirus sembra farsi più benevolo con i nuovi contagiati, mentre le rianimazioni si svuotano e i reparti per infettivi degli ospedali tornano lentamente alla routine di lavoro del periodo pre Covid il rientro a casa dei malati assume un sapore particolare. I sopravvissuti alla Sars Cov 19 della prima ora hanno un mondo dentro da raccontare e condividere. Quando poi a guarire è un operatore di trincea, un camice bianco che ha impegnato una prima linea è come il ritorno di un reduce dalla guerra.
Così a Savona un lungo applauso ha accolto il Tecnico sanitario di radiologia medica dell’ospedale San Paolo, Salvatore Barranca. Sul balcone uno striscione a dargli il benvenuto e a ricordargli che ha tempra e fama da duro: “BentornatoRoccia”. Due mesi e mezzo di ospedale per averla vinta dal virus. In corso Vittorio Veneto a Savona ad attenderlo una piccola folla di amici e parenti. Tutti rigorosamente a distanza e con la mascherina. Tanti giorni in rianimazione ti cambiano la vita: dovrà fare una lunga convalescenza ma è vivo e ha una storia da raccontare.
“Non avrei mai immaginato un’accoglienza come questa”, sono state le prime parole di Barranca, (nella foto con i figli Fabio e Roberta). In ospedale col Covid sono tutti stati soli, lontani, in un altro modo. Un mondo da raccontare e la consapevolezza di avercela fatta.
“Mi sono emozionato nel vedere tante persone che mi applaudivano. Devo ringraziare tutti e in particolare il personale sanitario. Hanno fatto un lavoro straordinario, non solo per me, ma per decine e decine di malati. Nessuno deve dimenticarlo”.