martedì, 26 Settembre, 2023

Giornalesanità.it

In lutto la medicina...

Gabriella Fabbrocini, 58 anni, docente ordinario di Dermatologia dell’Università Federico II è morta...

Napoli Cardarelli, neuroradiologia interventistica...

La Neuroradiologia del Cardarelli, diretta da Mario Muto è stata identificata dalla Regione...

Il Ministro della Salute...

Secondo incontro delle Federazioni e Consigli nazionali degli Ordini delle professioni sociosanitarie (medici...

Frana a Casamicciola: Ordini...

"Frana a Ischia, l'Ordine professioni sanitarie Tsrm Pstrp di Na è pronto a...
HomeAmbiente e SaluteCovid, tutto quello...

Covid, tutto quello che si poteva fare

Di Bruno Zamparelli*

L“Nemesi medica” di Ivan Illich, a distanza di quasi 50 anni dalla sua edizione, sembra tornare di moda con la ancor recente pandemia che ha visto il mondo medico diviso in fazioni su cosa fare, cosa non fare, cosa si sarebbe potuto fare e non si è fatto, chi avrebbe dovuto farlo e così via. Si è aperto un lungo dibattito, non nei luoghi all’uopo deputati, ma nei salotti delle tv, tra medici talora autodefinitisi “scienziati”, non già “ricercatori”, come correttamente avrebbero dovuto; affermazioni che, poi, opportunamente verificate (pubmed, google scholar e simili) risultavano non essere del tutto fondate. “La corporazione medica”, affermava Illich nel suo libro “è diventata una grande minaccia per la salute”; la medicina sembrava così, paradossalmente, divenire il fattore patogeno per eccellenza ed Illich coniava il termine, ormai in uso, di iatrogenesi per sottolineare gli effetti collaterali di un farmaco, ma, ampliando il concetto, anche la possibilità che un medico incorresse in un errore con danno per la salute del paziente. Purtroppo Illich in parte vedeva giusto; il Risk Management era all’epoca agli albori per affermarsi poi solo agli inizi degli anni novanta. Illich intravedeva i primi segni di una medicina non più amica ed affidabile, ma portatrice di interessi personali e delle grandi industrie del farmaco; prospettava la possibilità che gli effetti benefici dei farmaci potessero essere sopravanzati
da quelli negativi.

IL MERCATO DELLA SALUTE

Si affacciava all’orizzonte il cosiddetto mercato della salute, come occasione di arricchimento dell’industria con la complicità di medici acquiescenti. Di frequente osserviamo, ad esempio, come venga spesso attribuita la patente giornalistica di “eccellenza” a strutture sanitarie non già per la capacità di erogare prestazioni quali-quantitativamente valide, quanto piuttosto per la rilevanza della produzione scientifica e delle sperimentazioni messe in campo; attività queste, sicuramente importanti ma che dovrebbero necessariamente viaggiare accompagnate e supportate dalla capacità di erogare prestazioni di qualità a chiunque ne faccia richiesta. Si sta in definitiva incrinando il rapporto di fiducia “medico-paziente”, un tempo definito asimmetrico a favore del medico essendo il paziente la parte vulnerabile anche perché disinformata; le campagne sulla malasanità, l’uso del web come strumento di informazione medica, ed un sistema sanitario che sembra non essere più in grado, soprattutto nel postpandemia, di soddisfare le attese della collettività, stanno definitivamente oscurando la figura del medico amico.

GLI ERRORI MEDICI

I dati recentissimi dell’Organizzazione mondiale della Sanita (2019), ampiamente pubblicizzati sui media, riferiscono 134.000.000 di eventi avversi e 2.600.000 decessi all’anno per errori medici. Nei paesi ad alto reddito, 1 paziente su 10 riporta danni in ospedale; in quelli a medio/basso reddito, invece, 1 paziente su 4-5. L’eccezionale pubblicazione su Jama di Barbara Starfield, colonna portante della John Hopkins University, supportata da una indagine scientifica quantitativamente e qualitativamente impressionante, quindi sicuramente attendibile, riferisce negli Usa nel periodo dal 2000 al 2008, 12mila decessi per interventi chirurgici effettuati e non necessari, 7mila decessi per errori medici, 20mila decessi per errori di altro genere, 80mila decessi per infezioni nosocomiali, 106.000 decessi per reazioni avverse negative a farmaci. La somma dei decessi ammonta ad un totale di 225mila morti per ogni anno dovute a cause iatrogene.

VACCINI E COVID

Nell’attuale diatriba Covid “vaccini si-vaccini no”, si apre uno scontro tra i medici, pur se tra una ampia maggioranza favorevole ed una opposizione minoritaria, che non giova alla credibilità della figura del medico. Il medico “eroe” sta già lasciando rapidamente il passo al medico responsabile del malfunzionamento di un sistema in affanno, non certamente per sua colpa, ma a causa di una gestione politica scellerata della sanità sia a livello nazionale che locale. Si presume che il blocco quasi totale delle attività sanitarie collegato al covid mostrerà i suoi effetti devastanti tra due, tre anni in coincidenza peraltro con una consistente e già reale carenza di risorse umane, stavolta non più collegata a ritardi nell’espletamento di procedure di arruolamento del personale, quanto proprio alla mancanza di risorse disponibili, soprattutto in specialità essenziali per la vita di un ospedale; mancano chirurghi di pronto soccorso, mancano anestesisti, non vi sono più medici igienisti, anche se giovanissimi, disponibili ad assumere l’incarico di direttore sanitario, compito improponibile nella attuale situazione, ad un professionista che sia veramente consapevole dei compiti e dei relativi rischi connessi.
La migrazione al Nord ed in Europa di medici ed infermieri e la possibilità per il “privato” di acquisire risorse con metodi incentivanti, priverà la sanità pubblica, soprattutto al Sud, della capacità di rispondere alle maggiori richieste di prestazioni; un circolo vizioso che vedrà cittadini sempre più scontenti e professionisti sempre più insoddisfatti e desiderosi di abbandonare la trincea.

IL CONTENZIOSO GIUDIZIARIO

La politica censurabile del ”quando accadrà noi non ci saremo”, produrrà un aumento inarrestabile del contenzioso giudiziario e di episodi eclatanti di cosiddetta malasanità, cui quella stessa politica reagirà, nel caso di episodi clamorosi, manifestando stupore e indignazione di fronte all’episodio denunciato ed inviando ispettori per individuare i responsabili dell’accaduto.
La magistratura, spesso distante e sonnolenta, troverà più facile individuare la responsabilità unica dell’errore nella figura del medico.
Un circolo vizioso che vedrà sempre più distanti ed antagonisti gli attori principali del sistema, il malato, il professionista sanitario, l’organizzatore (management aziendale, regionale e governo). Di fronte ad un disastro annunciato sembrerebbe necessario una call to action (sarebbe brutta la locuzione “chiamata alle armi” ?) di tutti gli attori del sistema, le organizzazioni sindacali di tutte le categorie di professionisti sanitari, gli Ordini dei Medici e professionali, le Società scientifiche, in pratica gli Stati generali della sanità, per concordare quali iniziative intraprendere.

*Presidente Siric,
Società italiana Rischio clinico

Commenti da Facebook
spot_img

Iscriviti alla nostra newsletter

Resta sempre aggiornato sui temi di maggiore attualità nell'ambito sanitario e ricevi settimanalmente le nostre ultime notizie

Continua a leggere

Approvazione ieri in Parlamento, grazie al lavoro dell’Integruppo Parlamentare Malattie Rare e Oncoematologiche con UNIAMO, FAVO e AIL

La mozione presentata in Parlamento grazie al lavoro dell’Intergruppo Parlamentare Malattie Rare e Oncologiche e delle Federazioni UNIAMO e FAVO e AIL, è stata approvata all’unanimità, con particolare focus su diagnosi precoce, accesso ai farmaci e partecipazione delle associazioni...

In lutto la medicina campana, muore Gabriella Fabbrocini, ordinario di Dermatologia della Federico II di Napoli

Gabriella Fabbrocini, 58 anni, docente ordinario di Dermatologia dell’Università Federico II è morta stamattina nella sua casa a Napoli dove è tornata in ambulanza dopo essere stata dimessa giovedì sera dall’Istituto Pascale di Napoli in condizioni disperate a causa...

Malattie rare: al Bambino Gesù 20 reti europee e 23 centri di riferimento regionali

Il Bambino Gesù partecipa a 20 Reti Europee (ERN) ed è il riferimento per 23 Centri della Rete Regionale del Lazio per le malattie rare. Alla vigilia della Giornata Mondiale delle Malattie Rare del 28 febbraio, l’Ospedale annuncia l’apertura di un percorso dedicato alla...