Crescono le reinfezioni da Covid-19: le nuove varianti di Omicron – in particolare Omicron 4 e Omicron 5 (che ormai si avviano a coprire il 100 per cento dei contagi attualmente registrati in Italia) – grazie alle mutazioni di cui sono portatrici e all’altissima diffusività non solo sono in grado di aggirare più che in passato la protezione dei vaccini ma riescono anche ad evadere, per oltre il 10 per cento dei casi, la sorveglianza immunitaria conseguita con le guarigioni dopo precedenti infezioni. I dati, aggiornati ieri dall’Istituto superiore di Sanità, rivelano anche una crescente quota di casi asintomatici che diffondono con maggiore efficienza il virus. I rischi di malattia grave si concentrano sempre nei soggetti non vaccinati e negli anziani e nei fragili per patologia.
Rischiano di più una ricaduta da Covid -19 i soggetti che si sono ammalati da più di 7 mesi fa, i non vaccinati o vaccinati da oltre 4 mesi rispetto ai vaccinati con almeno una dose di recente. Colpiti inoltre i più giovani (dai 12 ai 49 anni) probabilmente in relazione alla maggiore propensione sociale. Infine gli operatori sanitari rispetto al resto della popolazione che statisticamente incontrano più spesso il virus sulla loro strada.
Le stime di efficacia del vaccino attualmente escludono dalla popolazione suscettibile i soggetti con pregressa diagnosi nei 90 giorni precedenti, tempo dopo il quale si è nuovamente a rischio di infezione come da definizione di reinfezione. Si evidenzia inoltre, dati gli attuali alti livelli di copertura vaccinale, che le stime di efficacia potrebbero risentire di uno sbilanciamento nella distribuzione della popolazione fra vaccinati e non vaccinati. Quest’ultimi rappresentano una fetta molto piccola della popolazione, caratterizzata verosimilmente da fattori di rischio differenti per i quali non è possibile aggiustare all’interno dei modelli per mancanza di adeguate informazioni a livello individuale (es: aspetti socio-comportamentali).
Dall’inizio dell’epidemia alle ore 12 del 20 luglio 2022 sono stati diagnosticati e riportati al sistema di sorveglianza integrata COVID-19 20.421.147 casi, di cui 167.089 deceduti. Dall’ultima indagine rapida sulla prevalenza e distribuzione delle varianti di SARS-CoV-2 di interesse per la sanità pubblica in Italia, condotta il 5 luglio 2022 dall’Iss e dal Ministero della Salute insieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler, è emerso che la variante Omicron BA.5 risulta essere predominante con una prevalenza a livello nazionale pari a 75.5% (23.15% nell’indagine precedente, 7 giugno 2022) e a livello regionale con valori maggiore del 50%. Questo aumento significativo si caratterizza da una contemporanea diminuzione della BA.2 che in questa indagine rappresenta il 10,3% del totale analizzato rispetto alla prevalenza stimata nell’indagine precedente e pari a 62,98%. BA.4 ha una prevalenza del 13,2% e stabile rispetto all’indagine precedente (11,4%). BA.4 e BA.5 rappresentano una prevalenza complessiva pari a 88,7% del totale analizzato. BA.1 è ormai al di sotto dell’1% del totale delle varianti Omicron identificate nel nostro Paese.
Attualmente, non sono disponibili evidenze che le infezioni causate da BA.4 e BA.5 siano associate con un’aumentata severità delle manifestazioni cliniche rispetto a quelle causate da BA.1 e BA.2. Nel corso dell’ultima settimana il numero di casi segnalati sembra aver raggiunto il picco e iniziato a diminuire, risultano in aumento le ospedalizzazioni, i ricoveri in terapia intensiva e i decessi.
In leggera diminuzione, rispetto alla precedente settimana, la percentuale di casi tra gli operatori sanitari rispetto al resto della popolazione (2,0%vs 2.2%; si sottolinea che questo dato ha tempi di consolidamento maggiori rispetto agli altri, ed è quindi suscettibile di variazioni). In questa fase, caratterizzata dalla circolazione di varianti altamente trasmissibili, è verosimile che ci sia stato anche un aumento della quota di persone che hanno avuto un’infezione non notificata ai sistemi di sorveglianza per motivi legati sia alla mancata diagnosi che alla “autodiagnosi”. Questo fenomeno potrebbe portare alla sottostima del tasso di incidenza, e quindi del rischio relativo, e dell’efficacia vaccinale.
Il tasso di incidenza a 7 gg, in diminuzione nei soggetti al sotto dei 70 anni rispetto alla settimana precedente, risulta compreso fra i 250 e 1.000 casi per 100.000 abitanti nelle fasce di età 0-9, 10-19, 20-29, 80-89 e >90 anni e maggiore di 1.000 casi per 100.000 abitanti in tutte le altre fasce di età. In aumento rispetto alla settimana precedente la percentuale di casi segnalati con stato clinico iniziale asintomatico (74%vs 76%).
Fra il 4e il 17 luglio, sono stati segnalati 1.288.153 nuovi casi, di cui 654 deceduti (tale valore non include le persone decedute nel periodo con una diagnosi antecedente al 4 luglio2022).
Inizia a diminuire l’incidenza
I dati del flusso ISS nel periodo 11/07/2022-17/07/2022 evidenziano una incidenza in lieve diminuzione e pari a 1.054 per 100.000 abitanti, rispetto alla settimana precedente che era 1.130per 100.000 abitanti nel periodo 04/07/2022-10/07/2022). Un trend in diminuzione si osserva anche nel periodo più recente censito nei dati aggregati raccolti dal Ministero della Salute (977 casi per 100.000 abitanti nel periodo 15 luglio 2022-21 luglio 2022 contro 1.158 casi per 100.000 abitanti nel periodo 8 luglio 2022-14 luglio 2022). In aumento l’incidenza a 14 giorni in tutte le fasce d’età. Nella fascia 30-39 anni si registra il più alto tasso di incidenza a 14 giorni, pari a 2.458 per 100.000, mentre nella fascia di età 0-9 anni si registra il valore più basso, 1.554 casi per 100.000 abitanti. L’età mediana alla diagnosi dei soggetti segnalati nelle ultime settimane è in aumento è pari a 50anni(rispetto a 48 anni della scorsa settimana).
Trasmissibilità del virus SARS-CoV-2
I valori di Rt sono i seguenti: Rt sintomi= 1,23 al 6luglio2022, in leggera diminuzione rispetto alla settimana precedente (1,31 al 29 giugno 2022). Rt ospedalizzazioni= 1,00(IC95%: 0,98-1,02)al 12luglio2022, in diminuzione rispetto alla settimana precedente (1,15al 5 luglio 2022), Rt augmented = 1,17(IC95%: 1,17-1,18) al 12luglio2022, in netta diminuzione rispetto alla settimana precedente (1,35al 5 luglio 2022).
Focus età scolare (0-19 anni)
Dall’inizio dell’epidemia sono stati diagnosticati e riportati al sistema di sorveglianza integrata COVID-194.298.810casi nella popolazione 0-19 anni, di cui 21.292 ospedalizzati, 471ricoverati in terapia intensiva e 61 deceduti. Stabile rispetto alla settimana precedente la percentuale dei casi segnalati nella popolazione in età scolare (13%) rispetto al resto della popolazione. Nell’ultima settimana, il 21% dei casi in età scolare è stato diagnosticato nei bambini sotto i 5 anni, il 35% nella fascia d’età 5-11 anni, il 44% nella fascia 12-19 anni. In diminuzione il tasso di incidenza in tutte le fasce d’età benché i dati riferiti all’ultima settimana siano da considerare in via di consolidamento.
Reinfezioni da virus Sars-CoV-2
Dal 24 agosto 2021 al 13 luglio 2022 sono stati segnalati 813.817 casi di reinfezione, pari a 5,2% del totale dei casi notificati. Nell’ultima settimana la percentuale di reinfezioni sul totale dei casi segnalati risulta pari a 12,0%, in leggero aumento rispetto alla settimana precedente (11,7%, dato con tempi di consolidamento maggiori rispetto ad altre informazioni). L’analisi del rischio di reinfezione a partire dal 6 dicembre 2021 (data considerata di riferimento per l’inizio della diffusione della variante Omicron), evidenzia un aumento del rischio relativo aggiustato di reinfezione (valori significativamente maggiori di 1):
- nei soggetti con prima diagnosi di COVID-19 notificata da oltre 210 giorni rispetto a chi ha avuto la prima diagnosi di COVID-19 fra i 90 e i 210 giorni precedenti;
- nei soggetti non vaccinati o vaccinati con almeno una dose da oltre 120 giorni rispetto ai vaccinati con almeno una dose entro i 120 giorni; nelle femmine rispetto ai maschi. Il maggior rischio nei soggetti di sesso femminile può essere verosimilmente dovuto alla maggior presenza di donne in ambito scolastico (>80%) dove viene effettuata una intensa attività di screening e al fatto che le donne svolgono più spesso la funzione di caregiver in ambito famigliare;
- nelle fasce di età più giovani (dai 12 ai 49 anni) rispetto alle persone con prima diagnosi in età compresa fra i 50-59 anni. Verosimilmente il maggior rischio di reinfezione nelle fasce di età più giovani è attribuibile a comportamenti ed esposizioni a maggior rischio, rispetto alle fasce d’età > 60 anni;
- negli operatori sanitari rispetto al resto della popolazione. Impatto della vaccinazione nel prevenire infezioni, ricoveri e decessi. La campagna vaccinale in Italia è iniziata il 27 dicembre 2020. Al 20 luglio 2022, sono state somministrate 139.030.538 (47.318.004 prime dosi, 49.944.381seconde/uniche dosi, 40.405.854 terze dosi e 1.362.299 quarte dosi (https://github.com/italia/covid19-opendata-vaccini).
Nella fascia 5-11 anni, in cui la vaccinazione è iniziata il 16 dicembre 2021, al 13 luglio2022 si registra una copertura con almeno una dose pari a 38,3% e con il ciclo primario completo pari a 35,0%. Il tasso di ospedalizzazione standardizzato per età, relativo alla popolazione di età ≥ 12 anni, nel periodo 03/06/2022-03/07/2022 per i non vaccinati (85ricoveri per 100.000 ab.) risulta all’incirca trevolte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da ≤120 giorni (26ricoveri per 100.000 ab.) e oltre tre volte e mezzo più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster (25ricoveri per 100.000 ab.) (Tabella 5). Il tasso di ricoveri in terapia intensiva standardizzato per età, relativo alla popolazione di età ≥12anni, nel periodo 03/06/2022-03/07/2022 per i non vaccinati (4 ricoveri per 100.000 ab.) risulta una due volte e mezzo più altro rispetto ai vaccinati con ciclo completo da ≤ 120 giorni (1ricovero per 100.000 ab.) e circa tre volte e mezzo volte più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster (1 ricovero per 100.000 ab.). Il tasso di mortalità standardizzato per età, relativo alla popolazione di età ≥ 12anni, nel periodo 27/05/2022-26/06/2022, per i non vaccinati (12decessi per 100.000 ab.) risulta circa quattro volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da ≤ 120 giorni (3decessi per 100.000 ab.) e circa sei volte e mezzo più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster (2 decessi per 100.000 ab.) (Tabella 5).
L’efficacia del vaccino (riduzione percentuale del rischio nei vaccinati rispetto ai non vaccinati) nel periodo di prevalenza Omicron (a partire dal 3 gennaio 2022) nel prevenire la diagnosi di infezione da SARS-CoV-2 è pari al 36% entro 90 giorni dal completamento del ciclo vaccinale, 27% tra i 91 e 120 giorni, e 45% oltre 120 giorni dal completamento del ciclo vaccinale pari al 48% nei soggetti vaccinati con dose aggiuntiva/booster prevenire casi di malattia severa è pari a 67% nei vaccinati con ciclo completo da meno di 90 giorni, 68% nei vaccinati con ciclo completo da91 e 120 giorni, e 70% nei vaccinati che hanno completato il ciclo vaccinale da oltre 120 giorni pari al 85% nei soggetti vaccinati con dose aggiuntiva/booster.
Le stime di efficacia del vaccino attualmente escludono dalla popolazione suscettibile i soggetti con pregressa diagnosi nei 90 giorni precedenti, tempo dopo il quale si è nuovamente a rischio di infezione come da definizione di reinfezioni. Si evidenzia inoltre, dati gli attuali alti livelli di copertura vaccinale, che le stime di efficacia potrebbero risentire di uno sbilanciamento nella distribuzione della popolazione fra vaccinati e non vaccinati. Quest’ultimi rappresentano una fetta molto piccola della popolazione, caratterizzata verosimilmente da fattori di rischio differenti per i quali non è possibile aggiustare all’interno dei modelli per mancanza di adeguate informazioni a livello individuale (es: aspetti socio-comportamentali). Per un approfondimento sull’efficacia del vaccino nei bambini di 5-11 anni è disponibile uno studio effettuato dal gruppo di sorveglianza dell’ISS pubblicato recentemente su Lancet.