[dropcap color=”#000000″ style=”style-1″ background=”#ffffff” ] P[/dropcap]rovvedimenti di chiusura o sospensione dell’attività sono stati eseguiti dai carabinieri del Nas nei confronti di 52 strutture sanitarie, per un valore economico di oltre 16 milioni di euro, a causa di gravi e palesi irregolarità igieniche e strutturali, spesso associate all’assenza autorizzativa e abilitativa dello studio oggetto di accertamento.
Questo è il bilancio delle attività di controllo condotte nel corso del 2019 dal comando carabinieri per la Tutela della Salute, d’intesa con il ministro della Salute, che ha intensificato le verifiche sulla regolarità delle strutture e dei centri privati che erogano prestazioni mediche.
L’ispezione, condotta su scala nazionale, ha riguardato tutti gli aspetti del comparto, con particolare riferimento all’idoneità delle strutture (autorizzazioni, requisiti igienico-strutturali), il possesso di titoli abilitativi in relazione alle diverse specializzazioni, la sicurezza nei luoghi di lavoro (adeguatezza dei sistemi antincendio, corretta applicazione della normativa sul fumo), la corretta custodia e somministrazione dei medicinali, senza escludere il regolare funzionamento delle apparecchiature medico-diagnostiche e lo smaltimento dei rifiuti sanitari.
Durante le verifiche i carabinieri hanno riscontrato un cospicuo elenco di irregolarità su 172 strutture: Medicinali scaduti, esercizio abusivo della professione, illeciti nel trattamento di sangue. E ancora, problemi con le autorizzazioni, adeguatezza dei sistemi antincendio e corretta applicazione della normativa sul fumo
Complessivamente sono state contestate 341 violazioni penali e amministrative, denunciati 222 medici e professionisti nel settore sanitario, mentre ulteriori 77 sono stati sanzionati per infrazioni amministrative, per un ammontare di 193mila euro.
Un particolare fenomeno rilevato dai NAS ha interessato l’indebita erogazione di prestazioni di medicina estetica denominate “PRP” (plasma ricco di piastrine), riscontrate presso alcune cliniche private, poliambulatori e anche studi medici odontoiatrici, finalizzate a processi di rigenerazione cellulare con fattori di crescita piastrinici a scopo dermatologico e di ricostruzione maxillo-facciale.
Nel corso delle ispezioni, è stato accertato che tale procedura viene attuata illegalmente e senza autorizzazioni mediante il prelievo di sangue dai pazienti per essere reinfuso agli stessi una volta lavorato e concentrato per mezzo di apparecchiature convenzionalmente denominate “centrifughe del sangue”. L’esecuzione di tali fasi di manipolazione del sangue e dei suoi derivati, se condotte in assenza di corretta prassi clinica ed adeguata preparazione, può determinare seri rischi biologici e di infezioni ai pazienti sottoposti ai trattamenti. Al riguardo, i carabinieri invitano i cittadini a rivolgersi a strutture sanitarie che abbiano una specifica autorizzazione all’utilizzo degli emoderivati, in quanto la tecnica PRP può essere eseguita solo presso servizi trasfusionali o in centri che adottino protocolli validati dal Centro Nazionale Sangue, ente di riferimento in materia.
Analogamente sono stati accertati anche interventi chirurgici di medicina sperimentale denominati ‘lipofilling articolare’, praticati in cliniche private senza procedure autorizzate.