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Bologna, un’altra infermiera aggredita al pronto soccorso.

[dropcap color=”#000000″ style=”style-1″ background=”#ffffff” ] U[/dropcap]n’altra aggressione nei confronti del personale sanitario all’ospedale Maggiore di Bologna.
Un altro episodio di violenza che si aggiunge ad una serie avvenute nei centri ospedalieri della città.
Vittima dell’aggressione è un’infermiera di 27 anni in servizio, aggredita dal figlio di un paziente a cui stava praticando un’iniezione di antidolorifico.
Il paziente si trovava in ospedale a seguito di un incidente stradale nel quale aveva riportato alcune fratture.
Il figlio, 30 enne di origini campane, sentendo il padre lamentarsi per l’iniezione, si è avventato sull’infermiera che ha riportato lividi e abrasioni guaribili in 7 giorni. Sul posto sono intervenuti i carabinieri e il 30enne è stato denunciato per interruzione di pubblico servizio. L’infermiera potrebbe a sua volta denunciarlo per le lesioni subite.
A causa dei numerosi episodi di violenza contro operatori dei pronto soccorso, l’Azienda USL di Bologna e la Regione Emilia, hanno presentato alle organizzazioni sindacali, un piano per la sicurezza del personale, che prevede – spiega una nota dell’Ausl -una polizza assicurativa, l’offerta di patrocinio legale e la denuncia per interruzione di pubblico servizio a favore degli operatori sanitari, in particolare per chi lavora nei pronto soccorso, nelle strutture di salute mentale, assistenza domiciliare, 118 e front office.
L’Azienda sanitaria inoltre, ha comunicato che continuerà a tenere percorsi formativi, anche in presenza di agenti di polizia, mirati a saper riconoscere un individuo potenzialmente aggressivo e, a saper gestire situazioni di tensione e aggressività.

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