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Betania, morta di parto. Fatali le patologie pregresse

[dropcap color=”#000000″ style=”style-1″ background=”#ffffff” ] N[/dropcap]on era seguita dai ginecologi di Villa Betania R. A, la donna napoletana di 29 anni giunta il 17 febbraio scorso all’ospedale di Napoli est. Non un accesso in urgenza il suo e nemmeno programmato. La donna si è semplicemente presentata in accettazione con una ricetta del medico curante. Una richiesta di ricovero, dunque, per poter partorire il suo secondogenito. La precedente gravidanza con cesareo era di 5 anni fa. Questa giovane mamma è stata accolta, visitata e ricoverata subito ma il quadro clinico generale, ai sanitari della struttura specializzata nel settore materno-infantile che hanno stilato la storia clinica, è subito apparso complesso. Sia per la presenza di patologie congenite neurologiche di non semplice gestione (come documentato da una consulenza effettuata al Policlinico Federico II) sia per il fatto che si trattasse di una accanita fumatrice con una ridotta capacità respiratoria.

QUADRO DIFFICILE
I sanitari dell’Ospedale Evangelico Betania erano di fronte a un quadro generale difficile. La scelta del tipo di parto, da quanto trapela, è stato discusso a lungo. A detta dei sanitari impegnati ogni opzione, per dare alla luce il bambino che la donna portava in grembo, prestava il fianco a controindicazioni e rischi specifici. Sia il parto cesareo per via chirurgica (con anestesia locale o generale che fosse) sia il parto naturale. Difficoltà, incognite: convergevano tutte su alcuni peculiari aspetti delle patologie della giovane mamma. Un dilemma che per due giorni non si è riusciti a sciogliere fino a quando la situazione non ha più offerto scelta. A due giorni dal ricovero, poco prima della mezzanotte tra mercoledì e giovedì, quando è iniziato il travaglio si è intervenuti con l’opzione chirurgica. Rita è entrata in sala operatoria e il personale del dipartimento Materno-infantile della struttura sanitaria di Napoli est ha fatto nascere, salvandogli la vita, il neonato. La mamma, purtroppo, poco dopo ha accusato una grave insufficienza respiratoria. E’ stato allora applicato un respiratore automatico che però ancora una volta ha trovato ostacoli a funzionare in maniera sincrona con il respiro irregolare. Nemmeno il passaggio in terapia intensiva con l’intubazione (l’inserimento in trachea di un tubo attaccato al respiratore) è riuscito a risolvere il quadro clinico ingravescente. Dopo 5 ore di agonia questa sfortunata mamma è deceduta per l’aggravarsi delle sue condizioni.

IL DIRETTORE SANITARIO
“Il nostro personale medico e infermieristico – spiega il direttore sanitario di Betania Antonio Sciambra – ha fatto tutto il possibile per salvare la vita del neonato e della madre. La signora quando si è presentata al ricovero in Ostetricia, denunciando già all’anamnesi due patologie congenite differenti e una patologia respiratoria cronica, è stata sottoposta ad una serie di indagini cliniche e diagnostiche specialistiche molto accurate e approfondite. Visite e accertamenti andati avanti fino al giorno 19 allorquando è stato necessario sottoporre la paziente ad intervento di taglio cesareo. Purtroppo, poco dopo aver dato alla luce un maschietto di 2.300 grammi, che è in buona salute, la paziente ha presentato problemi respiratori che seppur prontamente fronteggiati in Terapia Intensiva hanno portato alla morte dopo circa cinque ore”.
Una morte di parto, in una paziente con quadro clinico complicato. Una situazione difficile da accettare sul piano umano. Su disposizione della Procura della Repubblica la documentazione sanitaria è stata immediatamente sequestrata e la salma prelevata per essere sottoposta alle indagini necroscopiche previste. Bisognerà accertare con una perizia di ufficio e il conforto della presenza di specialisti di parte, se tutte le procedure mediche abbiano seguito le linee guida della buona pratica clinica e se i clinici coinvolti abbiano operato con diligenza, prudenza e perizia ovvero vi sia stata qualche forma di colpa medica nell’accaduto. L’asma, le patologie croniche, le manovre rianimative, la causa di morte: tutto passerà al vaglio dell’autopsia per verificare eventuali falle assistenziali. Una mamma che muore di parto resta comunque una tragedia, per la famiglia, i parenti, i figli. Per l’intera comunità.
Siamo scossi e profondamente dispiaciuti dall’accaduto – conclude il direttore sanitario di Betania – partecipiamo commossi al dolore dei familiari e siamo in attesa degli accertamenti medico-legali per avere la completa e corretta definizione degli eventi. Siamo consapevoli di aver fatto il massimo e di aver agito nel rispetto delle regole mediche. Posso solo dire che è stato fatto tutto il possibile per salvare la vita della mamma e del bambino”.

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