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25 novembre, la violenza sulle donne. Una escalation da interrompere

Il 25 novembre ricorre la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne e il femminicidio. Non si tratta di una data casuale: la Giornata coincide con l’anniversario dell’assassinio delle sorelle Mirabal, massacrate il 25 novembre del 1960 dal regime dittatoriale Trujillo, uno dei più duri vissuti dall’America Latina, cui avevano tentato di opporsi. Le tre sorelle avevano infatti fondato il “Movimento 14 giugno”, un gruppo politico clandestino di opposizione che presto si diffuse capillarmente in tutto il paese. I membri del Movimento vennero perseguitati e incarcerati, tra cui le sorelle Mirabal e i loro coniugi. Le donne vennero uccise dopo la scarcerazione in un agguato, mentre si recavano in auto dai mariti nella prigione di Puerto Plata.

Stando ai dati raccolti dal Viminale, tra il 1° agosto 2021 e il 31 luglio 2022, in Italia sono 125 le donne vittima di femminicidio (una ogni tre giorni). Nello stesso intervallo di tempo si contano 15.817 denunce per stalking, 3.100 ammonimenti del questore e 361 allontanamenti per il medesimo reato. Questi dati colpiscono e lasciano stupiti: la violenza di cui le donne sono vittima è sintomo di una società fallimentare, vigliacca e degradata.

Gran parte delle violenze si verificano in ambiente familiare ma, purtroppo, non mancano aggressioni anche sul posto di lavoro, specie per i soggetti appartenenti alle classi di età più giovani. Nel caso specifico del Servizio Sanitario Nazionale, per tentare di contrastare questo fenomeno, il 14 agosto 2020 il Parlamento ha approvato la Legge n.113 che tutela gli esercenti delle professioni sanitarie e socio-sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni. Inoltre, il ministero della Salute ha approvato, ormai già da diversi anni, le Linee guida nazionali per ASL e aziende ospedaliere in tema di soccorso e assistenza alle donne vittima di violenza: a queste va, infatti, garantita una visita medica tempestiva e l’accoglimento in un’area separata della sala d’attesa che assicuri loro protezione, sicurezza e riservatezza.

Il nostro sistema sanitario mette a disposizione delle donne vittime di violenza una serie di servizi estesi su tutto il territorio nazionale. È soprattutto al Pronto Soccorso che le donne si rivolgono per ricevere un primo, e spesso fondamentale, intervento sanitario. Per questo motivo, il 24 febbraio 2022, il Ministero della Salute ha avviato la seconda edizione del programma di Formazione a distanza (FAD) “Prevenzione e contrasto della violenza di genere attraverso le reti territoriali” cui hanno aderito 625 Pronto Soccorso a fronte dei 651 presenti in tutta Italia.

Da non dimenticare, da questo punto di vista, la grande sfida della medicina di genere (si rimanda all’articolo dedicato Eletta la prima presidente italiana della Società Internazionale di Medicina di Genere: a che punto è l’Italia? – GiornaleSanità.it (giornalesanita.it)) nata proprio dall’esigenza di garantire interventi sanitari diversificati a individui appartenenti a generi diversi, così da assicurare a ciascuno la cura più adatta, mettendo al centro i concetti di centralità del paziente e di personalizzazione delle cure.

Tanti gli eventi di sensibilizzazione pensati dalla Regione Campania in occasione della Giornata. Si notifica un convegno presso la Basilica di Santa Maria della Sanità, in piazza Sanità, alle ore 11:00, teso a celebrare la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne dal titolo “Dalla violenza di genere al body shaming”. L’incontro è promosso dalla Fondazione Pol.i.s. della Regione Campania e l’Associazione Forti Guerriere. Gli interventi verranno accompagnati dalla lettura di alcuni passi tratti dal libro “Amore senza lividi: storie di guerriere senza paura” curato da Cristina Donadio.

Ancora a Napoli, presso la Sala Giunta di Palazzo San Giacomo, alle ore 15:00, l’Assessora allo Sport ed alle Pari Opportunità, Emanuela Ferrante, unitamente alle associazioni operanti sul territorio, renderà noti i dati delle richieste di aiuto che le donne hanno rivolto ai 6 Centri Antiviolenza del Comune di Napoli nel solo anno 2022. Sarà un importante momento di riflessione, di condivisione e di confronto, con le stesse donne che avranno voglia di intervenire e condividere la propria storia affinché la loro voce possa dare coraggio alle altre vittime di violenza e spingerle ad agire per salvare la propria vita. La speranza è quella di arrivare, il prima possibile, alla definizione delle necessarie linee di intervento e di un piano strategico trasversale, che veda tutta la società concretamente coinvolta nella battaglia contro ogni forma di violenza.

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